Millennium, sesso & sangue

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Di recente ho visto la trilogia svedese basata sul capolavoro letterario di Stieg Larsson.

Un vero capolavoro, di certo.

La trama è sapientemente intrecciata, come in una scacchiera gli scacchi sono tutti posizionati secondo un preciso scopo finalizzato ad un piano molto più alto e ardito che un semplice scacco matto.

Riassumo brevemente per chi non avesse ne letto il libro ne visto i film.

Lisbeth è apparentemente una ragazza aggressiva  e molto chiusa, a colpo d’occhio la si classifica come una dark sovversiva che rifiuta tutto e tutti. Nel corso della storia emergeranno ragioni più che plausibili che giustificano un comportamento così schivo. La madre di Lisbeth è stata la schiava sessuale del padre di Lisbeth il quale la picchiava e la stuprava al punto da renderla invalida. Lisbeth non ce la fa più e cerca di uccidere il padre bruciandolo ma il vecchio se la cava. Lisbeth invece viene rinchiusa in una clinica psichiatrica e torturata per anni.

Durante il corso della storia Lisbeth si interessa a delle ricerche espletate da un giornalista, a scapito di uno stimato uomo d’affari. A causa di un articolo accusatorio nei confronti dell’affarista, il giornalista viene citato per diffamazione e condannato. Non appena libero l’uomo viene contattato da un riccone per risolvere un caso di omicidio è qui che si incontra con Lisbeth, la quale lo stava tenendo d’occhio da molto tempo e si era interessata alle sue ricerche. I due portano a termine l’indagine con successo ma non rimangono in contatto.

Lisbeth verrà coinvolta in un’indagine di omicidio. Considerata colpevole, si troverà a lavorare parallelamente con il giornalista per provare la sua innocenza.

Le ricerche porteranno all’arresto di un intero gruppo di una sorta di terroristi che operavano negli anni settanta.

Inizialmente la trilogia riscosse successo per la violenza di certe immagini, ma con lo scorrere della trama, e uno stomaco forte, si rimane coinvolti e l’irresistibile curiosità ci spinge fino in fondo. Io per prima mi rifiutai di vedere il primo dei tre film, Uomini che odiano la donne, perché me l’avevano descritto come particolarmente violento, e a giudicare dal titolo era evidente chi subiva violenza nel film. Ma quando qualche tempo fa hanno trasmesso i film, ci sono capitata per caso e, come molti non ho potuto fare a meno di non guardare.

Ora avei una domanda per tutti voi.

Cosa davvero attira di questo film? La trama perfettamente calibrata e accattivante o il sangue e il sesso? Si perché tutto gira intorno a quello. Lisbeth è vittima di abusi, il caso di omicidio che lei e il giornalista risolvono insieme  gira intorno al sesso, il padre  di Lisbeth e il gruppo di cui fa parte tratta soprattutto di prostituzione fra. Che il film sia coinvolgente e di indubbio successo, è al di fuori di ogni discussione, ma avrebbe avuto lo stesso successo se tutto non ruotasse intorno al sesso e al sangue? E quando parlo di sangue non mi riferisco in senso stretto a quello che viene versato durante il film, ma mi riferisco al senso metaforico che spesso rappresenta il sangue, ossia la sua associazione alla morte, si perchè forse non tutti sanno che i romanzi dai quali è tratto il film, sono stati pubblicati dopo la morte dell’autore e tutti sappiamo che questo è purtroppo efficace fattore pubblicitario.

Ribadisco, la trama è superlativa ma quanto, secondo voi, hanno influito il sesso  e il sangue sul successo del film?

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