Perchè dobbiamo salvare il Terzo Settore !

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Affermazione e non domanda. Vediamo perché cominciando ad illustrarvi cosa rappresenta il Terzo Settore in Italia e di che cosa si occupa.

Si tratta di tutte quelle Istituzioni classificabili come Non a scopo di lucro, Organizzazioni non profit e non governative. Nel nostro sistema economico si pongono in mezzo tra lo Stato ed il mercato. Fondazioni, comitati, Imprese Sociali, Cooperative sociali, Onlus.

La fiducia che i cittadini hanno nel volontariato è pari al 70% confermata quindi in crescita.

Queste istituzioni si sostengono nell’ 85,5% dei casi con sovvenzioni private e per il 14,5% con sovvenzioni di natura pubblica. Il no Profit sta crescendo fortemente come numero di istituzioni 336.275 si contavano a fine ultima rilevazione 2015. Quasi 6 MLN di VOLONTARI, e ben 800.000 dipendenti con una crescita percentuale a due cifre.

Le entrate del settore si attestano sui 70 MLD di euro impiegati in servizi sempre più essenziali

La grande parte delle entrate vengono utilizzate per l’acquisto di beni e servizi (35,2%) e alla retribuzione dei propri dipendenti (32,3%). A seconda della tipologia poi, molte di queste reinvestono per migliorare i servizi che offrono creando valore nella comunità.

Questo esercito di volontari, si occupa di tutta una serie di attività di supporto alla collettività che lo Stato non riesce più a garantire per molte ragioni e che spaziano in moltissimi ambiti, tra questi; attività ricreative, assistenzialismo, soccorso di prima emergenza fino alla cura delle persone ovvero i nuovi CARE GIVER. Abbiamo visto come con questa crisi pandemica, proprio il terzo settore è stato fondamentale per raggiungere i più deboli e sostenerli. Lo stesso Stato ha utilizzato questi enti per arrivare a garantire il sostentamento delle persone.

Il valore economico generato da queste attività è incalcolabile in termini prettamente economici, senza considerare che lo sviluppo del No Profit, ha portato occupazione crescente e reinvestimento a scopo sociale dei flussi di denaro che gestiscono. La finalità sociale, fa sì che il valore creato diventi un bene per le comunità stesse che ne beneficiano ogni giorno. I lavoratori di questi enti sono più motivati e maggiormente soddisfatti. I dati del volontariato in Italia sono sempre stati molto alti. Fare qualcosa per gli altri, come spesso si dice è non solo importante ma dà soddisfazione personale maggiore. Promuove la socialità e il cambiamento tra le persone che lo condividono.

L’identikit del volontario come si vede è oltre i 55 anni in maggior numero. In parte si spiega con il fatto che negli anni passati in questa fascia di età le persone già andavano in pensione ed avevano quindi tempo da spendere per gli altri. Oggi un gran numero di persone lavoratrici sentono il bisogno di dedicare il proprio tempo per gli altri. La minor percentuale è ovviamente riferita ai giovani perchè a questa età è meno avvertito il bisogno sociale. A tale proposito è sicuramente fondamentale saper scegliere in quale ambito di proprio interesse ci si sente più utili..

Dunque perchè il Terzo Settore ha bisogno di aiuto? Questa pandemia ha fermato tutto, comprese le fonti di sostentamento di questi enti, che come citato sopra vivono di finanziamento privato per oltre l’85%. Sostenere ed aiutare il Terzo Settore a sopravvivere in questo momento, significa aiutare noi stessi e la nostra qualità di vita.

Fondazione Italia Sociale, un importante sito del settore ha lanciato una bellissima campagna #NONSTOPNONPROFIT

Indica 3 proposte per ripartire che vi riassumo qui sotto molto sinteticamente, ma che potete leggere con calma cliccando sul link del nome sopra riportato.

1) UN FONDO NAZIONALE

Finanziato da grandi imprese con 0,5 per mille della capitalizzazione di borsa. Un fondo recovery (ovvero di emergenza) per le organizzazioni Non Profit in difficoltà, un gesto facilmente alla portata di grandi aziende. Questo tipo di fondi sono già presenti in tanti Paesi ( es: Stati uniti e Regno Unito)

2) UNA MODIFICA ALLA LEGGE SULLE SUCCESSIONI

Sono spesso patrimoni destinati ad essere dispersi, contesi tra parenti con cui il più delle volte si è persa ogni relazione. Aumentando le aliquote di imposta sui parenti più lontani si stima un possibile flusso di circa 120/130 miliardi di euro all’anno ( calcolata sulla ricchezza complessiva degli italiani). Le previsioni demografiche indicano come un quinto della popolazione nel 2030 non lascerà eredi diretti.

3) UN ACCESSO SENZA VINCOLI AI FINANZIAMENTI PUBBLICI

Una legge del 2016 sostiene programmi di investimento finalizzati allo svolgimento delle attività di interesse generale del Terzo Settore, parliamo di 40/50 mln di euro. Abbiamo inoltre la misura “Italia economica sociale” renderebbe disponibili 233 mln di euro a favore di imprese sociali o cooperative. Accedere a queste fonti senza condizionalità potrebbe favorire lo sblocco delle attività e supplire al mancato introito delle donazioni private.

Abbiamo contattato Maria Serena Porcari, Ceo di Dynamo Camp e presidente di Academy impresa sociale per un’intervista sull’attuale situazione, con un esempio concreto di queste due grandissime realtà Italiane.

D: Abbiamo saputo che Dynamo Camp ha deciso di interrompere le sessioni del 2020, che cosa ci puoi dire a riguardo?

Abbiamo preso questa decisione perché siamo convinti insieme al nostro direttore medico scientifico, che non ci siano le condizioni per poter garantire la sicurezza totale dei bambini con patologie. Preferiamo quest’estate non svolgere le sessioni per i bambini con patologie mediche, mentre a partire dal 7 giugno apriremo il Camp per alcune categorie di persone con disagi e difficoltà. In particolare per le realtà che vivono in situazioni comunitarie, e che hanno delle necessità particolari come per esempio; minori ospiti di Case Famiglia, nuclei mamma-bambino in condizioni di disagio sociale, adulti con disabilità gravi ospiti di Residenze Sanitarie. Categorie che hanno delle necessità ma non di tipo medico come siamo stati abituati a fare sinora. Non appena sarà possibile riprenderemo con le sessioni di sempre. E’ possibile che questo si concretizzi già a partire dalla metà di agosto.

D: Cosa ti senti di dire alle persone in merito alla crisi che sta attraversando il terzo settore?

Purtroppo la crisi sanitaria che c’è stata, non ha eliminato altri problemi sociali. Pensate alle categorie che hanno bisogno e che oggi vivono la loro vita di normalità grazie alle organizzazioni del terzo settore. Lo stesso Dynamo Camp, non è percepito essere un bisogno primario di chi ha una malattia, però dall’altro lato è anche vero che quando venisse a mancare, verrebbe a mancare un’esperienza che dà la possibilità di vivere un’infanzia sicura e tranquilla per i bambini che hanno patologie gravi e croniche. Il terzo settore ha bisogno in questo momento di essere sostenuto, perché deve continuare a svolgere la propria missione e non può fermarsi. A differenza di altre realtà produttive, dove si possono creare difficoltà di occupazione, problemi sulla filiera o indotto, in questo caso specifico se il terzo settore si ferma, blocca i servizi alle persone più deboli e senza un’alternativa. Se un bambino non viene a Dynamo Camp, non ha la possibilità di andare in altre strutture. Questo perché non ci sono alternative, si crea un danno vero e proprio. Così come c’è un beneficio a sostenere il Terzo Settore, c’è un grandissimo danno qualora dovesse fermarsi. Anche noi siamo un’attività economica e dobbiamo stare attenti a non superare un livello soglia di sostenibilità. Questo vale non solo per Dynamo, ma per tantissime Organizzazioni che vivono di filantropia e raccolta fondi.

D: Che differenza c’è rispetto alle organizzazioni che vivono di soldi pubblici?

Per le organizzazioni come la nostra, o altre, che vivono unicamente di filantropia privata è è chiave il rapporto coi sostenitori e dare una corretta informazione alle persone, far loro capire che il sostegno economico è fondamentale. Senza, queste organizzazioni chiudono. Le conseguenze di una chiusura, sono quelle di cui parlavamo prima.

D: Mi fai un esempio di rischio concreto?

Provate a pensare di chiudere un centro pomeridiano per i disabili adulti. Queste persone e le loro famiglie non hanno un’alternativa, e il danno causato sarebbe sicuramente rilevante. Se le comunità casa bambino, famiglia bambino dovessero chiudere, ci sarebbero bambini che non hanno più un luogo dove andare. Questa, per quanto difficile, è la realtà.

Con questa emergenza sanitaria, molte famiglie si sono trovate in povertà, se non ci fossero state tante organizzazioni no profit che si sono occupate di portar loro i viveri , o di mappare i bisogni tecnologici delle famiglie, non sarebbe emerso questo problema, e anche sul tema educativo è sempre il terzo settore che si è fatto avanti facendo notare che era necessario un cambio di passo per fare molto di più. Queste sono tutte cose che credo andrebbero maggiormente condivise, ma non sempre si riesce a dare la giusta attenzione.

 

D: In che modo le persone che ci leggono possono dare un sostegno concreto?

Noi come Dynamo abbiamo lanciato la campagna “E’ tutto straordynario” una raccolta fondi appunto straordinaria per sostenerci. L’altro tema molto importante di supporto a Dynamo, così come per tutto il terzo settore, è il 5 per mille. Spesso viene considerato un esborso della persona in realtà è semplicemente un’indicazione che la persona dà di somme che lo Stato destina, quindi non sono soldi personali, ma della collettività ed è quindi importante fare questo atto civico o civile. Ci permette di aiutare molte organizzazioni ed è stato al centro di una discussione recente sulla negoziazione con il pubblico settore per decidere non soltanto di erogarlo prima dei tempi, in quanto arrivava con 2 anni di ritardo, ma di anticipare la quota del 2018 e 2019, in quanto ci sono tante situazioni dove il 5 per mille fa la differenza. Io sinceramente penso che sia importante dire alle persone che il terzo settore ha bisogno della responsabilità privata per sostenersi sempre di più. Questo è un momento dove non bisogna mollare.

 

D: Ho saputo che avete fatto anche un bel progetto sia per Dynamo Camp che per Academy sul digitale, ci anticipi qualcosa?

Sia Dynamo che l’impresa sociale Academy si sono occupate di trasformare i loro progetti in digitale. Academy in particolare ha fatto un grande lavoro sui corsi digitali per i ragazzi dei licei. Grazie ad un accordo con BMW Italia, abbiamo offerto in modo gratuito alle scuole superiori programmi di Smart Learning per contribuire a dare valore all’istruzione in questo momento di emergenza, coinvolgendo oltre 600 studenti.

La testimonianza di Serena ci fa capire quanto determinante siano le imprese di Terzo settore nel nostro Paese e quanti di noi e di voi si impegnano ogni anno per aiutare in progetti di grande rilevanza. Spero di essere riuscito a farvi capire l’importanza del nostro sostegno.

Fateci sapere che cosa ne pensate.

– Michele –

 

Fonte dati: Vita.it, Eurispes, Istat, Istat, Gov.it, Fondazione sociale Italia, Il Sole 24H

Quando la serie tv e’ arte: Dance Academy

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This is my chance, this is my chance, my chance to feel all right”

Così recita la sigla della colonna sonora di Dance Academy serie televisiva australiana ambientata alla principale accademia di danza di Sidney.

La serie è leggera e scorrevole, gli episodi sono brevi e avvincenti, un po’ drammatica forse. Si perché qui si intrecciano le storie di personaggi che quasi tutti vivono, o hanno vissuto drammi personali tali da influenzare le proprie prestazioni artistiche, perché… gente qui mica si scherza, parliamo di veri e propri professionisti ballerini che si cimentano nelle pratiche di attori e non vi sono controfigure, basta guardare la fisicità di questi, con muscoli scolpiti e corpi sodi dediti a esercizio quotidiano intensivo.

Ma andiamo con ordine i personaggi sono vari: da Tara, interpretata da Xenia Goodwin, che sogna di fare la ballerina fin da piccola perché quando danza si sente volare (almeno nella prima serie, perché già sul finale della seconda cambia totalmente punto di vista “tenendo i piedi ben piantati per terra”  a suo dire) e può sfiorare il cielo, famiglia semplice che non può permettersi l’accademia ma Tara, grazie alla sua smisurata passione ed impegno, vince una borsa di studio, poi abbiamo Katrina, interpretata da Alicia Banit, che diventa la migliore amica di Tara, lei ha potenti qualità artistiche ma a causa del suo carattere ribelle dovuta all’assenza dei genitori sempre in giro per il mondo a danzare, Kat non coltiva queste doti forse anche come rifiuto alla disciplina che tanto i suoi genitori praticano e che li tengono lontani da lei. C’è Ethan, interpretato da  Tim Pococok, fratellastro di Kat in competizione con il padre che è grande coreografo. Sam, interpretato da Tom Green, anche lui possiede una sfrenata passione per la danza ed è in continua lotta con la sua famiglia, in particolare con il padre che non approva la scelta di studio del figlio. Non poteva certo mancare la secchiona del gruppo pronta a ingannare e cospirare pur di primeggiare, Abigail interpretata da Dena Kaplan,  ed infine c’è Christian interpretato da Jordan Rodriguez (cognome spagnolo e tratti orientali, un bel mix) che appassionato di danza, impara hip hop per le strade del quartiere malfamato dove vive e senza famiglia, si ritrova all’accademia per volere del giudice che lo tutela. Ovviamente gli intrighi e gli intrecci amorosi non mancano: Tara si mette con Ethan che poi tradirà con Christian il quale si mette con Kat, migliore amica di Tara, durante una non chiara pausa riflessiva da Tara. Sam è alquanto sessualmente confuso, si vede con Abigail ma sente qualcosa per Christian. Ma fra relazioni scontate ed intrighi tra chi danneggia chi, vi sono coreografie degne di riconoscimenti prestigiosi, interpretazioni ed esecuzioni artistiche egregie, capaci di rapire e conquistare fra gli occhi più critici, questa è la forza della serie, competizione, complotti, amicizie e amori, tutto ruota intorno alla sublime arte della danza, sia questa classica che ondeggia sulle punte o aggressiva e graffiante tra uno scatto e l’altro di hip hop. 

Nulla a che fare con serie come Glee dove davvero la musica tende più a passare in secondo piano lasciando spazio a relazioni varie e drammi personali.

La serie è sta rinnovata per una terza stagione ma gli episodi sono stati dimezzati, che sia l’inizio della fine?

-Isa-