Il lato buono del Covid-19

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Anche se non sapessimo di cosa si tratta, solo il nome insinua inquietudine, codice che sembra essere appena uscito da un film di spionaggio ma infilato in un contesto di estinzione di massa. Chiusi e segregati, come nemmeno i carcerati, se esci rischi il candore della tua fedina penale, ma più di tutto rischi la vita.

Quindi? Segui le regole e speri di non perdere la ragione.

Tutto si ferma, strade e città deserte, guanti, disinfettanti e mascherine sono ora beni impagabili, come anche abitare isolati in un bosco o avere un semplice giardino. L’economia crolla, gli ospedali collassano.

Eppure v’e’ molto di buono in questo apocalisse, sì molto.

Riscopriamo la famiglia, la serenità che ti dava una passeggiata, la gioia di una risata con gli amici, la tua pizza preferita, apprezzi persino la ceretta dall’estetista.

Questo virus ci ha fatto riscoprire le piccole gioie della vita, eppure… tutto qui? Non vi sa di scontato? Anche se meraviglioso?

Sì gente v’e’ molto, molto di più. Questo microrganismo, tanto piccolo quanto potenzialmente dannoso, non ci ha solo fatto riassaporare  affetti sperduti ma ci ha fatto anche scoprire aspetti di profondo spessore e significato.

Gli infermieri, poco apprezzati e sottopagati, ci soccorrono e ci salvano, e dov’è la novità in questo? È il loro mestiere giusto? Già, beh, è che nel fare il loro lavoro e salvarti la vita, rischiano la loro e non hanno scelta perché loro al lavoro ci devono andare, non possono usare lo smart working, o collegamenti da remoto, loro devono andare in ospedale vestiti come se fosse appena scoppiata una centrale nucleare e tornano a casa esausti e demotivati con le mani cotte dal lattice e la pelle irritata e bruciata dalla pressione della mascherina. Ed ecco la vera natura di  queste persone e il profondo apprezzamento che meritano: ovunque striscioni con parole colme di gratitudine per il loro lavoro, neanche durante la guerra si era mai vista tanta solidarietà. Per non parlare della passione e il grande senso civico di queste persone, persone che non vedono il loro lavoro come un semplice mestiere da svolgere per portare a casa lo stipendio, ma lo vedono come una missione e una vocazione.

A loro la nostra profonda ed infinita riconoscenza, che invade i social con striscioni di ringraziamenti colmi di speranza. Ma se credete che la solidarietà si esaurisca qui, vi sbagliate di grosso: farmacie trasgrediscono regole fiscali  di vendita per permettere un pò a tutti di avere le mascherine.Dalla Cina i dipendenti  delle filiali satelliti di aziende italiane spediscono pacchi con mascherine, disinfettanti e materiale medico per bambini a loro stesse spese. Come non ringraziarli?

Vengono istituiti sistemi di raccolta fondi i quali raccolgono denaro oltre le aspettative.L’economia subisce una battuta di arresto ma tranquilli ci pensa lo stato… o no?  Ecco che gli Italiani si rimboccano le maniche e si distinguono aziende che donano e regalano agli ospedali mascherine, guanti e camici, sì, nel farlo si fanno anche un po’ di pubblicità, e allora? Migliorano la loro immagine facendo del bene e non mirando a fare  numero sul bilancio. Un’Italia ottimista, combattiva, forte. Un’Italia che fa da esempio, e non più solo per lo stile, il buon cibo, la cultura, ma un’ Italia parametro di forza, speranza, di solidarietà, un’Italia fiduciosa e tenace nell’esserlo. 

E che dire di internet? Criticato e denigrato, spesso ridotto all’uso di pratiche illegali e abbiette, ma ora cosa faremmo senza  le chattate e le video-chiamate? Gli aperi-video? Dove gruppi di amici si incontrano on line e bevono qualcosa, vi sembra stupido? Provate!  Come potremmo svolgere il nostro lavoro da casa o anche inoltrare una semplice domanda di sostegno economico all’ente dedicato? E le scuole? On line le lezioni e compiti inviati e trasmessi via mail e corretti dall’insegnate, non sarà mai come essere a scuola, ma sempre meglio di niente, se ci trovassimo in epoca passata, sarebbe persa ogni cosa e molto probabilmente si dovrebbe ripetere l’anno.

Ma sopra ogni cosa, la solidarietà e lo stretto affetto che aiuta a fruire: i bambini di tutta italia disegnano arcobaleni ornati dal messaggio di speranza “andrà tutto bene”.

 

Parole ottimiste che non avevamo mai sentito se non nei film. Parole che unisco l’Italia intera, un’Italia che così unita non si era mai vista nemmeno ai tempi di Garibaldi. Un’Italia tutta uguale e dello stesso colore, dove da nord a sud  passando per le isole, risuonano queste parole. La speranza e l’ottimismo si diffondono per mano dei bambini, e chi più di loro potrebbe veicolare questo messaggio? Ed internet ancora è protagonista con la diffusione ovunque di immagine colme di speranza come questa.

Tutto passerà presto, torneremo finalmente alla vita di tutti i giorni, con il lavoro, la scuola, quel pochissimo tempo libero del quale torneremo a lamentarci perché sempre insufficiente, eppure saremo grati di questo perché ci ricorderemo di chi invece non può più farlo. Torneremo a fare normali visite di controllo sbuffando in sala di attesa per i l’attesa, ma ad un certo punto passerà un’infermiere e colmi di ammirazione gli sorrideremo, ed ogni volta che vedremo un arcobaleno non ci sarà più solo stupore per la sua bellezza ma anche speranza, speranza per ogni piccola grande cosa.