Taxi sociale

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Una fantastica iniziativa quella del taxi sociale a Bpre.  Ma di cosa si tratta? Il servizio è messo a disposizione dal Comune per tutti coloro che hanno la necessità di spostarsi per sottoporsi a visite mediche, o commissioni di prima necessità ma non hanno la possibilità di muoversi in autonomia per anzianità o altre limitazioni come l’assenza di un mezzo proprio o di accompagnatori che possano provvedere per loro, il servizio è prenotabile e viene chiesto un contributo al fruitore. Per tale servizio è sufficiente telefonare in comune e prenotarlo. Il taxi preleva il fruitore presso la propria dimora e lo trasporta fino alla struttura ove eseguire la visita medica aspettando fino al termine della vista per riaccompagnare il cittadino a casa. Il servizio è attivo 5 gg su 7 dal lunedì al venerdì. Ma non finisce qui, al taxi sociale si affianca il trasporto gratuito ai mercati ad orari fissi, servizio per il quale il Comune mette a disposizione automezzo e personale a titolo gratuito, per condurre gli abitanti del comune di Bore, ai mercati delle zone limitrofe, tra i quali Bardi e Lugagnano.

Dulcis in fundo, ogni mercoledì il mezzo comunale dedito al trasporto, provvede a fare il giro delle frazioni del comune di Bore così da accompagnare i cittadini in paese per necessità, come spesa o commissioni varie. Il servizio è gratuito e ha orari fissi.

Per informazioni e prenotazioni telefonare a 0525 79131. Buon viaggio!

Valentino Straser e gli ultimi studi

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Varsi. Di recente abbiamo intervistato il professor Valentino Straser in merito agli sviluppi sullo studio delle potenziali relazioni che intercorrono tra i terremoti e le formazioni nuvolose degli strati più bassi.

«I raggi cosmici sono raggi che arrivano dallo spazio e che hanno un’incidenza energetica in concomitanza con la nostra atmosfera. In questo caso i raggi cosmici contribuiscono a formare, attraverso delle reazioni chimiche e fisiche, dei nuclei di condensazione, sino ad incidere sugli strati atmosferici».

In seguito a terremoti o anche semplici assestamenti del suolo, dalle rocce e dal terreno si liberano dei gas come il radon. Questo tipo di gas è radioattivo e si trova spesso tra le rocce liberandosi dalle fenditure. Con gli assestamenti del terreno questi gas, si sprigionano e vanno a liberarsi nell’atmosfera creando nuclei di condensazione per potenziali precipitazioni. Quindi, la combinazione tra raggi cosmici e attività tettonica può contribuire a creare possibili formazioni nuvolose della troposfera. Questa idea è alla base della ricerca, proposta la prima volta in ambito scientifico, illustrata in occasione della recente conferenza promossa da ESA, <Earth Observation for Water Cycle Science>, sostenuta da Lincotek. Nello studio, Valentino Straser ha riportato l’esempio di due terremoti esemplificativi: il primo, è il terremoto di Kumamoto in Giappone del 2016, e l’altro quello avvenuto in Grecia nel mese di ottobre 2020. Questi due terremoti hanno preceduto le precipitazioni che si sono concentrate sugli epicentri dei terremoti della coda sismica, a conferma dell’ipotesi di un legame fra l’attività tettonica e quella atmosferica.

Quindi, lo studio dei raggi cosmici potrà, in un futuro, indicare nuovi filoni di ricerca, per valutare l’influenza che i terremoti esercitano sulle precipitazioni che ne conseguono.

Alla CAJG Conference of Arabian Journal of Geosciences del 2 – 5 novembre 2020 si è parlato dello studio sulla microgravità. In seguito ad eventi sismici la microgravità cambia prima, durante e dopo il terremoto, come riporta la mole di dati raccolta negli ultimi dieci anni dal fisico Mario Campion.

I temi trattati nelle due conferenze hanno come filo conduttore i terremoti e le implicazioni che hanno i fenomeni tellurici con l’atmosfera e le variazioni della microgravità, per offrire nuovi spunti per la futura ricerca della Scienza delle Previsioni.

France 24, canale All News che fa concorrenza ai grandi network

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Liberté, Egalité, Actualité

Se siete appassionati dei canali di News, potreste aver riconosciuto il logo di questo canale europeo. Oggi ve ne voglio parlare in quanto negli ultimi anni è cresciuto enormemente, ed è l’unico canale europeo che fa concorrenza ai grandi Network delle News mondiali.

Andiamo con ordine: siamo nel 2006 e il canale, come potete immaginare viene trasmesso in lingua francese direttamente da Parigi. Nello stesso anno parte la versione inglese del tutto identica alla precedente con una programmazione 24h. Integrando televisione, web e applicazione mobile.

Nel 2007 viene lanciato il canale in Arabo, dapprima per sole 4 h al giorno ma dal 2010 proprio come per i due precedenti diventa un canale 7 giorni su 7. Come area di riferimento tutto il medioriente. Anche in questo caso trasmesso da Parigi .

Nel 2017 arriva l’ultimo nato in lingua spagnola trasmesso direttamente da Bogotà. Il format per tutti i canali è il medesimo, ma viene ritagliato su misura per i diversi paesi e la diversa audience. Il punto di forza di questo canale è senza dubbio l’impostazione e i programmi che hanno saputo renderlo punto di riferimento per milioni di telespettatori. I 4 canali di news, raggiungono 355 milioni di persone in tutto il mondo, e ogni settimana si contano 61,2 milioni di telespettatori in 183 nazioni coperte. Se vi sembrano piccoli numeri, vi ricordo che parliamo di un canale All News e non di intrattenimento.

La programmazione è il punto forte del progetto, le edizioni dei telegiornali sono infatti inframezzate da rubriche di ogni tipo con una durata tra i 15 e i 30 minuti. Non troppo brevi ma nemmeno troppo lunghe da annoiare lo spettatore che così si può appassionare alle varie rubriche e seguire le edizioni di informazione. Qui in Italia i canali visibili sono solo quelli in inglese e francese sul DTT e Tvsat.

Qui sopra potete scorre una parte delle rubriche che ogni giorno accompagnano gli spettatori. Altra cosa interessante sono i giornalisti, che sono sempre i medesimi per la rubrica, abituando così lo spettatore alla loro presenza dando familiarità e abitudine.

  • Down To Heart con Mairead Dunas, vi porta alla sccoperta delle città e delle loro bellezze, innovazione e tecnologia
  • Encore, con Eve Jackson vi accompagna nello spettacolo della tv, cinema, musica e tutto ciò che fa spettacolo
  • The 51% con Annette Young, va alla scoperta del mondo femminile nel business e in tutti i campi fino alla società
  • Reporters con Mark Owen, i grandi reportage per le notizie di approfondimento
  • Media watch con James Creedon, è una finestra sui social media di ogni genere sulle notizie di tutti i giorni.

Questi sono solo alcuni esempi, ma potete certamente trovare ciò che più vi appassiona. Tech 24 per esempio, per tutti gli appassionati di tecnologie e nuove scoperte, oppure The Observer; dove sono gli utenti stessi a fare da giornalisti inviando all’emittente video di notizie da pubblicare.

Il linguaggio usato è chiaro e professionale, inoltre è ottimo per tutti coloro che vogliono esercitarsi con le lingue, sia per ascoltare che per la lettura delle notizie.

Una redazione di 430 giornalisti di 35 diversi paesi e 160 inviati sul campo che ogni giorno intrattengono e informano facendo concorrenza alle grandi delle News sia americane che orientali. Che cosa ne pensate? avete mai guardato questi canali? Dateci la vostra opinione.

Fonte dati http://www.france24.com

– Michele –

Mostra fotogradica a Bardi

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Domenica 9 agosto alle ore 16.30 si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica “Emozioni di fiore in fiore” di Sergio Picollo presso Auditorioum San Francesco – Bardi (PR) orari: 10-12.30/14:30 – 18.30 presentata da Luigi Ghillani e Carlo Mazzera.

Sergio Picollo è un maestro elementare di scienze in pensione. Picollo ha sempre difeso la natura e contribuito alla creazione di parchi. Il suo impegno mira a proteggerla e rispettarla perché culla di vita nostra.

Picollo, ritiene che la fotografia possa essere un’efficace via di comunicazione per mostrare la sua naturale bellezza , conoscerla a fondo ci aiuta a difenderla con successo, e difendere la natura equivale a difendere noi stessi.

La categoria di soggetti che preferisce sono piante e fiori riuscendo a mettere in risalto con la sua fotografia dettagli che possono sfuggire, in questo modo ci mostra la natura nella sua totalità e profondità, svelandone la delicatezza e la forza.

Buon divertimento.

Festa di San Pietro a Varsi

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Lo scorso 28 giugno, ha avuto luogo la fiera del patrono di Varsi, San Pietro.

Purtroppo le normative vigenti non permettono il normale svolgimento della festa.

Solitamente, alla messa e alla fiera con bancarelle, si accompagnava il banchetto serale, normalmente  organizzato dalla Pro Loco. Covid a parte, purtroppo la Pro Loco di Varsi si è sciolta già da qualche anno e si temeva una festa molto ridotta, ma Varsi è un piccolo paese ma grande nella collaborazione. Commercianti e cittadini hanno unito le forze e ognuno ci metteva del suo per garantire il cibo della festa, ognuno offriva qualcosa: il banchetto della sera era salvo.

Purtroppo quest’anno il Covid non ha permesso una simile manifestazione di solidarietà, ma Varsi non retrocede e la comunità si è organizzata nel rispetto delle normative vigenti per garantire, almeno in parte lo svolgimento dell’evento.

Il sabato precedente all’evento si è tenuta alle 20.30 la messa tradizionale presso il sagrato della Chiesa e il 28 si è svolto il mercato nella Piazza del Monumento, nel rispetto della regolamentazione attuale. Alla fiera erano presenti i volontari della Protezione Civile  Comunale, per garantire il rispetto delle regole e pronti a distribuire mascherine nel caso qualcuno ne sia sprovvisto.

Alle 10 si è svolta la tradizionale messa con la benedizione.

Questa fiera è un chiaro messaggio di ripresa e ottimismo,  vuole dare un’idea di quotidianità e di speranza. Per l’Amministrazione comunale è importante  avere una ripresa graduale  delle attività, trasmettere speranza ma senza trascurare quelle regole che per ora ci tengono al sicuro.

Politica nella piccola realtà

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Domenica 28 giugno mattina ho avuto la mia prima esperienza politica.

Ho partecipato ad un consiglio comunale.

Da una parte la minoranza accusava il sindaco di aver nominato l’assessore senza seguire la prassi e l’etica, oltre che accusarlo di aver lavorato con il Covid mettendo in pericolo le persone con cui veniva a contatto, sulla base di questo chiedono le dimissioni. Il Sindaco si difende dimostrando di aver rispettato le regole nella nomina e non appena scoperto di avere il Covid, si è attenuto scrupolosamente al protocollo, di conseguenza lui chiedeva le dimissioni dei consiglieri di minoranza.

A livello comunale la politica non è molto diversa da quella ai piani alti. Accuse che volano, difese convinte, da parte mia non mi sento di schierarmi, ho solo visto quello che succede tutti i giorni nell’universo collettivo: non sempre è facile appurare i fatti e si reagisce di impulso lanciando accuse invece che chiedere spiegazioni, dall’altra parte ci si difende e si dimostra la propria innocenza ma non basta, l’attaccato attacca a sua volta invece che sorvolare e dedicarsi al bene comune, aggredisce e in questo caso, chiede a sua volta le dimissioni della minoranza.

Due ore di dibattito agguerrito preoccupandosi di accusare, di difendersi e di contrattaccare. Tempo prezioso che si poteva spendere discutendo delle effettive problematiche e di cosa fare per risolvere nel pieno della collaborazione costruttiva e per il bene del paese.

La cosa che più mi ha fatto dispiacere è il gelo e l’indifferenza con cui è stato colto, o meglio non colto, un intervento di un consigliere di minoranza, con una citazione di  Mario Rigoni Stern che invita alla riflessione: “leggete, studiate e lavorate sempre con etica e passione. Ragionate con la vostra testa ed imparate a dire di no! Siate ribelli per giusta causa, difendete la natura e i più deboli. Non siate conformisti e non accomodatevi al tavolo dei vincitori. Siate forti e siate liberi, altrimenti quando sarete vecchie e deboli rimpiangerete le montagne che non avete salito e le battaglie che non avete combattuto”.

Nessuno ha colto l’essenza del messaggio, nessuno ha colto il suo significato che invece dovremmo fare nostro, è passato nel silenzio confuso delle polemiche.

Politica locale o nazionale, rimane sempre politica.

 

Perchè dobbiamo salvare il Terzo Settore !

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Affermazione e non domanda. Vediamo perché cominciando ad illustrarvi cosa rappresenta il Terzo Settore in Italia e di che cosa si occupa.

Si tratta di tutte quelle Istituzioni classificabili come Non a scopo di lucro, Organizzazioni non profit e non governative. Nel nostro sistema economico si pongono in mezzo tra lo Stato ed il mercato. Fondazioni, comitati, Imprese Sociali, Cooperative sociali, Onlus.

La fiducia che i cittadini hanno nel volontariato è pari al 70% confermata quindi in crescita.

Queste istituzioni si sostengono nell’ 85,5% dei casi con sovvenzioni private e per il 14,5% con sovvenzioni di natura pubblica. Il no Profit sta crescendo fortemente come numero di istituzioni 336.275 si contavano a fine ultima rilevazione 2015. Quasi 6 MLN di VOLONTARI, e ben 800.000 dipendenti con una crescita percentuale a due cifre.

Le entrate del settore si attestano sui 70 MLD di euro impiegati in servizi sempre più essenziali

La grande parte delle entrate vengono utilizzate per l’acquisto di beni e servizi (35,2%) e alla retribuzione dei propri dipendenti (32,3%). A seconda della tipologia poi, molte di queste reinvestono per migliorare i servizi che offrono creando valore nella comunità.

Questo esercito di volontari, si occupa di tutta una serie di attività di supporto alla collettività che lo Stato non riesce più a garantire per molte ragioni e che spaziano in moltissimi ambiti, tra questi; attività ricreative, assistenzialismo, soccorso di prima emergenza fino alla cura delle persone ovvero i nuovi CARE GIVER. Abbiamo visto come con questa crisi pandemica, proprio il terzo settore è stato fondamentale per raggiungere i più deboli e sostenerli. Lo stesso Stato ha utilizzato questi enti per arrivare a garantire il sostentamento delle persone.

Il valore economico generato da queste attività è incalcolabile in termini prettamente economici, senza considerare che lo sviluppo del No Profit, ha portato occupazione crescente e reinvestimento a scopo sociale dei flussi di denaro che gestiscono. La finalità sociale, fa sì che il valore creato diventi un bene per le comunità stesse che ne beneficiano ogni giorno. I lavoratori di questi enti sono più motivati e maggiormente soddisfatti. I dati del volontariato in Italia sono sempre stati molto alti. Fare qualcosa per gli altri, come spesso si dice è non solo importante ma dà soddisfazione personale maggiore. Promuove la socialità e il cambiamento tra le persone che lo condividono.

L’identikit del volontario come si vede è oltre i 55 anni in maggior numero. In parte si spiega con il fatto che negli anni passati in questa fascia di età le persone già andavano in pensione ed avevano quindi tempo da spendere per gli altri. Oggi un gran numero di persone lavoratrici sentono il bisogno di dedicare il proprio tempo per gli altri. La minor percentuale è ovviamente riferita ai giovani perchè a questa età è meno avvertito il bisogno sociale. A tale proposito è sicuramente fondamentale saper scegliere in quale ambito di proprio interesse ci si sente più utili..

Dunque perchè il Terzo Settore ha bisogno di aiuto? Questa pandemia ha fermato tutto, comprese le fonti di sostentamento di questi enti, che come citato sopra vivono di finanziamento privato per oltre l’85%. Sostenere ed aiutare il Terzo Settore a sopravvivere in questo momento, significa aiutare noi stessi e la nostra qualità di vita.

Fondazione Italia Sociale, un importante sito del settore ha lanciato una bellissima campagna #NONSTOPNONPROFIT

Indica 3 proposte per ripartire che vi riassumo qui sotto molto sinteticamente, ma che potete leggere con calma cliccando sul link del nome sopra riportato.

1) UN FONDO NAZIONALE

Finanziato da grandi imprese con 0,5 per mille della capitalizzazione di borsa. Un fondo recovery (ovvero di emergenza) per le organizzazioni Non Profit in difficoltà, un gesto facilmente alla portata di grandi aziende. Questo tipo di fondi sono già presenti in tanti Paesi ( es: Stati uniti e Regno Unito)

2) UNA MODIFICA ALLA LEGGE SULLE SUCCESSIONI

Sono spesso patrimoni destinati ad essere dispersi, contesi tra parenti con cui il più delle volte si è persa ogni relazione. Aumentando le aliquote di imposta sui parenti più lontani si stima un possibile flusso di circa 120/130 miliardi di euro all’anno ( calcolata sulla ricchezza complessiva degli italiani). Le previsioni demografiche indicano come un quinto della popolazione nel 2030 non lascerà eredi diretti.

3) UN ACCESSO SENZA VINCOLI AI FINANZIAMENTI PUBBLICI

Una legge del 2016 sostiene programmi di investimento finalizzati allo svolgimento delle attività di interesse generale del Terzo Settore, parliamo di 40/50 mln di euro. Abbiamo inoltre la misura “Italia economica sociale” renderebbe disponibili 233 mln di euro a favore di imprese sociali o cooperative. Accedere a queste fonti senza condizionalità potrebbe favorire lo sblocco delle attività e supplire al mancato introito delle donazioni private.

Abbiamo contattato Maria Serena Porcari, Ceo di Dynamo Camp e presidente di Academy impresa sociale per un’intervista sull’attuale situazione, con un esempio concreto di queste due grandissime realtà Italiane.

D: Abbiamo saputo che Dynamo Camp ha deciso di interrompere le sessioni del 2020, che cosa ci puoi dire a riguardo?

Abbiamo preso questa decisione perché siamo convinti insieme al nostro direttore medico scientifico, che non ci siano le condizioni per poter garantire la sicurezza totale dei bambini con patologie. Preferiamo quest’estate non svolgere le sessioni per i bambini con patologie mediche, mentre a partire dal 7 giugno apriremo il Camp per alcune categorie di persone con disagi e difficoltà. In particolare per le realtà che vivono in situazioni comunitarie, e che hanno delle necessità particolari come per esempio; minori ospiti di Case Famiglia, nuclei mamma-bambino in condizioni di disagio sociale, adulti con disabilità gravi ospiti di Residenze Sanitarie. Categorie che hanno delle necessità ma non di tipo medico come siamo stati abituati a fare sinora. Non appena sarà possibile riprenderemo con le sessioni di sempre. E’ possibile che questo si concretizzi già a partire dalla metà di agosto.

D: Cosa ti senti di dire alle persone in merito alla crisi che sta attraversando il terzo settore?

Purtroppo la crisi sanitaria che c’è stata, non ha eliminato altri problemi sociali. Pensate alle categorie che hanno bisogno e che oggi vivono la loro vita di normalità grazie alle organizzazioni del terzo settore. Lo stesso Dynamo Camp, non è percepito essere un bisogno primario di chi ha una malattia, però dall’altro lato è anche vero che quando venisse a mancare, verrebbe a mancare un’esperienza che dà la possibilità di vivere un’infanzia sicura e tranquilla per i bambini che hanno patologie gravi e croniche. Il terzo settore ha bisogno in questo momento di essere sostenuto, perché deve continuare a svolgere la propria missione e non può fermarsi. A differenza di altre realtà produttive, dove si possono creare difficoltà di occupazione, problemi sulla filiera o indotto, in questo caso specifico se il terzo settore si ferma, blocca i servizi alle persone più deboli e senza un’alternativa. Se un bambino non viene a Dynamo Camp, non ha la possibilità di andare in altre strutture. Questo perché non ci sono alternative, si crea un danno vero e proprio. Così come c’è un beneficio a sostenere il Terzo Settore, c’è un grandissimo danno qualora dovesse fermarsi. Anche noi siamo un’attività economica e dobbiamo stare attenti a non superare un livello soglia di sostenibilità. Questo vale non solo per Dynamo, ma per tantissime Organizzazioni che vivono di filantropia e raccolta fondi.

D: Che differenza c’è rispetto alle organizzazioni che vivono di soldi pubblici?

Per le organizzazioni come la nostra, o altre, che vivono unicamente di filantropia privata è è chiave il rapporto coi sostenitori e dare una corretta informazione alle persone, far loro capire che il sostegno economico è fondamentale. Senza, queste organizzazioni chiudono. Le conseguenze di una chiusura, sono quelle di cui parlavamo prima.

D: Mi fai un esempio di rischio concreto?

Provate a pensare di chiudere un centro pomeridiano per i disabili adulti. Queste persone e le loro famiglie non hanno un’alternativa, e il danno causato sarebbe sicuramente rilevante. Se le comunità casa bambino, famiglia bambino dovessero chiudere, ci sarebbero bambini che non hanno più un luogo dove andare. Questa, per quanto difficile, è la realtà.

Con questa emergenza sanitaria, molte famiglie si sono trovate in povertà, se non ci fossero state tante organizzazioni no profit che si sono occupate di portar loro i viveri , o di mappare i bisogni tecnologici delle famiglie, non sarebbe emerso questo problema, e anche sul tema educativo è sempre il terzo settore che si è fatto avanti facendo notare che era necessario un cambio di passo per fare molto di più. Queste sono tutte cose che credo andrebbero maggiormente condivise, ma non sempre si riesce a dare la giusta attenzione.

 

D: In che modo le persone che ci leggono possono dare un sostegno concreto?

Noi come Dynamo abbiamo lanciato la campagna “E’ tutto straordynario” una raccolta fondi appunto straordinaria per sostenerci. L’altro tema molto importante di supporto a Dynamo, così come per tutto il terzo settore, è il 5 per mille. Spesso viene considerato un esborso della persona in realtà è semplicemente un’indicazione che la persona dà di somme che lo Stato destina, quindi non sono soldi personali, ma della collettività ed è quindi importante fare questo atto civico o civile. Ci permette di aiutare molte organizzazioni ed è stato al centro di una discussione recente sulla negoziazione con il pubblico settore per decidere non soltanto di erogarlo prima dei tempi, in quanto arrivava con 2 anni di ritardo, ma di anticipare la quota del 2018 e 2019, in quanto ci sono tante situazioni dove il 5 per mille fa la differenza. Io sinceramente penso che sia importante dire alle persone che il terzo settore ha bisogno della responsabilità privata per sostenersi sempre di più. Questo è un momento dove non bisogna mollare.

 

D: Ho saputo che avete fatto anche un bel progetto sia per Dynamo Camp che per Academy sul digitale, ci anticipi qualcosa?

Sia Dynamo che l’impresa sociale Academy si sono occupate di trasformare i loro progetti in digitale. Academy in particolare ha fatto un grande lavoro sui corsi digitali per i ragazzi dei licei. Grazie ad un accordo con BMW Italia, abbiamo offerto in modo gratuito alle scuole superiori programmi di Smart Learning per contribuire a dare valore all’istruzione in questo momento di emergenza, coinvolgendo oltre 600 studenti.

La testimonianza di Serena ci fa capire quanto determinante siano le imprese di Terzo settore nel nostro Paese e quanti di noi e di voi si impegnano ogni anno per aiutare in progetti di grande rilevanza. Spero di essere riuscito a farvi capire l’importanza del nostro sostegno.

Fateci sapere che cosa ne pensate.

– Michele –

 

Fonte dati: Vita.it, Eurispes, Istat, Istat, Gov.it, Fondazione sociale Italia, Il Sole 24H

Corona virus. Oltre i numeri.

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Di recente è apparso questo articolo

dati istat su mortalità da corona-virus

L’articolo fa riferimento a dati pubblicati dall’Istat in merito alla mortalità dovuta al Corona virus durante i primi quattro mesi del 2020. Secondo tali dati, il tasso di mortalità non è aumentato rispetto agli anni precedenti, sulla base di questo, l’articolo  tende a porre l’attenzione ad un quesito:   il lockdown ha  messo a dura prova l’economia italiana, e pare non vi sia ragione di credere che ci sia stata una flessione importante in termini di mortalità da corona virus, perciò ci chiediamo: era davvero necessario adottare questa linea che sta mettendo in ginocchio il paese? L’articolo lancia una dura polemica in questa direzione, mettendo sotto accusa il fatto che il total lockdown è stato adottato per contrastare un tasso di mortalità non effettivo. Come questo ci sono molti altri articoli che pongono lo stesso quesito sulla base del dato Istat.

L’Istat risponde subito all’articolo dicendo che tale dato si basa solo sul numero di mortalità di alcuni comuni e non di tutta Italia, quindi per quanto  veritiero  o meno, il dato non  è sufficientemente attendibile per far da base alla polemica che si cerca di creare,inoltre l’Istat specifica che i dati non sono ancora ufficiali e che andranno ulteriormente lavorati.

Tuttavia qualche dubbio insorge.  Questo prolungato e difficile lockdown ha messo in ginocchio l’economia italiana, molte attività non riapriranno, e quelle che sono riuscite ad aprire si trovano  comunque in seria difficoltà. La crisi che stiamo vivendo non risparmia nessuno, edilizia, attività commerciali di ogni tipo fatta eccezione per il settore alimentare e farmaceutico, per non parlare del turismo: difficilmente stabilimenti balneari e alberghi in montagna potranno contare su una buona stagione. Vogliamo affrontare anche l’aspetto culturale che in Italia  muove un business di un certo peso? Questo settore è completamente fermo: eventi e spettacoli annullati,  concerti, mostre, per non parlare della città eletta capitale culturale del 2020: Parma, un’occasione d’oro per l’economia parmigiana, completamene andata in fumo, a poco serve la proroga al 2021.

Quindi ci chiediamo: davvero non vi era modo di evitare o almeno contenere un simile tracollo? Avevamo la Cina come primo esempio, avremmo forse potuto essere preparati ed evitare il contagio in maniera così improvvisa e incontrollata? Difficile dirlo. Indubbiamente siamo stati colti di sorpresa, almeno in parte, non ci si aspettava un simile precipitare della situazione.

Badi bene che non si cerca di fare polemica ma solo indurre alla riflessione e all’analisi, per essere pronti nel caso – speriamo davvero di no – si ripresenti una situazione del genere, o anche solo per proprio bagaglio culturale.

Molti puntano il dito contro chi all’inizio sminuiva la situazione. Vero, è possibile che non sia stata fatta un’attenta valutazione da chi di dovere, ma riconosciamo in questo la volontà di non scatenare il panico, il che avrebbe già di per sè, urtato l’economia e sarebbe stato controproducente oltre  al fatto che con tutta probabilità, non avrebbe comunque contribuito al contenimento dell’epidemia.

Ed ecco che arriviamo al punto cruciale. E’ probabile che molto si potesse evitare, ma ormai a poco serve stare a valutare con il senno del poi cosa si poteva fare o non si doveva fare. Ora ci siamo dentro e possiamo solo cercare di controllare e contenere al meglio lo spargersi dell’epidemia ed è a questo che è servito  il lockdown, a contenere il contagio non tanto a contrastarne la mortalità, quella è una conseguenza al mantenimento. Il lockdown era volto a contrastare il virus, evitare il collasso degli ospedali quasi sfiorato in più di una struttura, e ovviamente evitarne la mortalità, perchè incremento o meno delle morti, molti sono deceduti per corona virus.

Ora possiamo solo rimboccarci le maniche e cercare di fare di tutto per riprendete e recuperare per quanto possibile, quello che si è perso. Confidiamo in un governo che ora sia dedito alla ripresa, le attività devono riprendere e le scuole riaprire, tutti siamo preoccupati per l’economia ma non dimentichiamoci che l’anno scolastico è andato completamente perso, ed è necessario trovare la maniera di far recuperare ai nostri figli, il programma. Forse si potrebbe considerare una riapertura estiva con corsi di recupero, lezioni. Aiuti alle famiglie, le quali avranno bisogno di assistenza per i loro figli quando presto riprenderanno il lavoro. Serve più chiarezza e snellire le procedure  volte a fare domanda per avere finanziamenti agevolati, assegni, rimborsi, casse integrazione, aiuti economici di vario tipo.

In ultima istanza mettiamo in evidenza il fatto che lo steso Sole24Ore  prende le distanze dal contenuto stesso dell’articolo. Lo spazio dedicato all’articolo è a disposizione a clienti paganti che si avvalgono di tale spazio per diffondere le proprie idee e opinioni. In fondo all’articolo la redazione dei giornalisti del Sole24ore invita a prestare molta più attenzione a quanto riportato nell’articolo, volto più a polemizzare e ricercare un capro espiatorio, piuttosto  che informare con oggettività e indurre alla riflessione, perchè è questo che si deve fare: informare, riflettere così da poter dare la possibilità di formarsi una propria opinione e sapersi meglio orientare in futuro.

 

 

TIMEREPUBLIK, IL PRIMO SOCIAL NETWORK DAVVERO SOCIALE.

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Il termine social Network, è ormai divenuto comune nel nostro linguaggio di tutti i giorni. Le televisioni, le radio ed i giornali cercano di sfruttarli al meglio e chiedono a noi di fare altrettanto. Che cosa significa realmente il termine Social Network? Se cercate questa definizione ecco cosa otterrete: In sociologia, gruppo di persone legate da relazioni sociali, come oggetto di studio. Oppure: Sito Internet che fornisce agli utenti della rete un punto d’incontro virtuale per scambiarsi messaggi, chattare, condividere foto e video, ecc.

I portali cosiddetti social che conosciamo tutti, come Facebook, Twitter, Snapchat, Instagram ecc.. potrei citarvene molti, rientrano in questa definizione. Eppure c’è un social ancora poco conosciuto che si sta sviluppando, che è veramente sociale ed il cui scopo è realmente sociale. Sto parlando di Timerepublik. Su questa piattaforma gli utenti possono chiedere aiuto per qualcosa di cui hanno bisogno e pagare in tempo le persone che li aiuteranno. La moneta di scambio è quindi il tempo e non il denaro. Per quanti non l’hanno ancora sentito nominare, ho deciso che nessuno meglio di uno dei suoi due fondatori, poteva raccontarcelo. Vi propongo l’intervista con Karim Varini, che ci spiega meglio di che cosa stiamo parlando.

D: COM’E’ NATA L’IDEA DI TIMEREPUBLIK?

R: L’idea nasce all’inizio degli anni 2000 perché avevamo visto una trasmissione che spiegava il funzionamento delle banche del tempo. All’epoca si parlava di una signora anziana, che dopo aver comprato un televisore, chiede ad un ragazzo del suo stabile aiuto per sintonizzarlo. La signora come ringraziamento lascia una banconota del monopoli con scritto 1 H di tempo. Così ci siamo detti “perché non poterlo ampliare su internet in modo che anche chi è a distanza possa richiedere aiuto?”. all’epoca non esisteva ancora il concetto di Social Network. Forse solo My Space esisteva ed aveva una certa struttura, e quindi il progetto è rimasto in un cassetto per una decina di anni. Verso la fine del 2011 insieme a Gabriele Donati ( l’altro fondatore di Timerepublik) abbiamo ripreso il progetto seriamente.

D: QUANDO E’ ARRIVATA ONLINE LA PRIMA VERSIONE DI TIMEREPUBLIK?

R: Esattamente il 21.12.2012, la prima versione aveva davvero tanti problemi ma avevamo scelto questa data in quanto di buon auspico per il calendario Maya. Ad aprile di quell’anno avevamo selezionato il team e raccolto i primi fondi tramite amici e parenti. Dopo 8 mesi abbiamo rilasciato questa prima release.

D: QUANTI SONO GLI UTENTI AL MOMENTO?

R: Timerepublik sta andando verso i 50.000 iscritti da oltre 100 paesi nel mondo. I paesi principali sono Italia, Svizzera, Stati Uniti e Brasile. L’interfaccia è la medesima viene solo tradotta la lingua in ogni paese. Le traduzioni sono state quasi tutte realizzate con l’aiuto degli utenti.

D: QUINDI UN UTENTE ITALIANO PUO’ RICHIEDERE AIUTO AD UNO AMERICANO?

R: Assolutamente si, anzi è una delle cose che ci piacciono di più. Scambi transoceanici dove utenti che non si sono mai visti e conosciuti, che parlano lingue diverse, si aiutano tra di loro. Questo è il bello.

D: PERCHE’ USARE TIMEREPUBLIK?

R: Crediamo che usare Timerepublik sia utile per avvicinarsi. Lo scambio del tempo anche per fare cose più strutturate è un modo per dire grazie e rispettare il tempo degli altri. Avere poi una valutazione e una recensione fa sempre piacere. Poter ricevere un  “ ah grazie mille mi hai aiutato”. Timerepublik è un sistema per contabilizzare il tempo e gli scambi. Per mettere ordine ai favori e al capitale umano, ovvero quell’insieme di relazioni che si creano tra le persone senza scambio di denaro. Quando io parlo con te e non devo fatturare e tu non devi pagare, quello è creazione di capitale umano. Un insieme di relazioni è molto più vasto di uno transato monetariamente. Il denaro oggi è un limite alla relazione, se io non posso permettermi il tuo servizio non ti contatto.

D: COME VI SIETE FINANZIATI SINORA?

R: Abbiamo raccolto finanziamenti da investitori privati, parenti ed amici essenzialmente. Stiamo cercando di attivare le prime fonti di reddito vendendo moduli aziendali alle aziende, come ad esempio Intesa che sta testando un pilota. Non ci interessa fare pubblicità, non ci interessa vendere i dati di nessuno a nessuno francamente.

D: CHI LAVORA IN TIMEREPUBLIK SI MANTIENE CON QUESTO O FANNO ALTRI LAVORI?

R: Si gli sviluppatori che si trovano nella sede di Padova,  un team dedicato a tempo pieno, mentre a  New York c’è un ufficio con l’altro socio fondatore.

D: QUAL E’ L’OBIETTIVO A BREVE CHE VI SIETE POSTI?

R: L’obiettivo ovviamente quest’anno è aumentare la base di utenza, in quanto più si è, più funzionano le cose. Oggi abbiamo anche un problema sulle richieste. Infatti quando le persone inseriscono queste richieste, ricevono anche troppe risposte e non si riesce a stare dietro tutto. Le persone comunque si aspettano delle risposte, stiamo pensando anche di inserire dei meccanismi di filtraggio delle richieste. La app è assolutamente un obiettivo importante che stiamo realizzando. Abbiamo un buon riscontro dai gruppi e dalle associazioni i cui individui aderiscono al portale.

D: PERCHE’ UN UTENTE DOVREBBE ISCRIVERSI SU TIMEREPUBLIK?

R: Noi crediamo che Timerepublik sia un vero Social Network, nella misura in cui i social che usiamo oggi sono di per se “ inutili” in quanto non ti stimolano a fare qualcosa per gli altri o a richiedere qualcosa a qualcuno. Timerepublik è un modo di soddisfare dei bisogni che hai, facendo leva sulle tue passioni. Noi cerchiamo di convincere le persone ad offrire le proprie passioni ed interessi, quelle cose che non ti vengono chieste sul lavoro. Chiedere ed offrire aiuto liberamente ad altre persone. Questo crea un modo diverso di relazionarsi con le persone, attraverso il fare crei un modo più reale. Il nostro scopo è creare relazioni tra le persone attraverso lo scambio, relazioni che ti permettono poi di scalare la fiducia che è l’obiettivo finale. Fare in modo che le persone acquisiscano fiducia su altri attraverso lo scambio, ma anche lasciando le recensioni sul servizio ricevuto. Ci son persone che usano Timerepublik perchè non hanno soldi da spendere ma possono retribuire chi li aiuta donando il proprio tempo. A loro volta queste persone potranno usare questo tempo per chiedere aiuto ad altri. Ogni volta che si aiuta qualcuno si crea un livello di relazione superiore. Postare una foto su Facebook o un articolo su Linkedin ovviamente non crea questo tipo di relazioni.

Come avete avuto modo di leggere su http://www.timerepublik.com potrete trovare un valido aiuto offerto da molte persone che potrete retribuire con del tempo. Non solo, potrete aiutare persone a vostra volta donando il vostro di tempo ed essere pagati con del tempo. Creare relazioni e scambi con chi non conoscete. Un vero uso sociale del mezzo internet, uno dei pochi mi viene da dire. Quindi se questa idea vi piace, andate a visitare il sito ed iscrivetevi. Io personalmente l’ho già provato proprio per il blog, e presto lo utilizzerò ancora. A mia volta ho dato una mano a un paio di utenti in campi che sono proprio le mie passioni. E voi che cosa ne pensate?

 

– Michele –