Taxi sociale

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Una fantastica iniziativa quella del taxi sociale a Bpre.  Ma di cosa si tratta? Il servizio è messo a disposizione dal Comune per tutti coloro che hanno la necessità di spostarsi per sottoporsi a visite mediche, o commissioni di prima necessità ma non hanno la possibilità di muoversi in autonomia per anzianità o altre limitazioni come l’assenza di un mezzo proprio o di accompagnatori che possano provvedere per loro, il servizio è prenotabile e viene chiesto un contributo al fruitore. Per tale servizio è sufficiente telefonare in comune e prenotarlo. Il taxi preleva il fruitore presso la propria dimora e lo trasporta fino alla struttura ove eseguire la visita medica aspettando fino al termine della vista per riaccompagnare il cittadino a casa. Il servizio è attivo 5 gg su 7 dal lunedì al venerdì. Ma non finisce qui, al taxi sociale si affianca il trasporto gratuito ai mercati ad orari fissi, servizio per il quale il Comune mette a disposizione automezzo e personale a titolo gratuito, per condurre gli abitanti del comune di Bore, ai mercati delle zone limitrofe, tra i quali Bardi e Lugagnano.

Dulcis in fundo, ogni mercoledì il mezzo comunale dedito al trasporto, provvede a fare il giro delle frazioni del comune di Bore così da accompagnare i cittadini in paese per necessità, come spesa o commissioni varie. Il servizio è gratuito e ha orari fissi.

Per informazioni e prenotazioni telefonare a 0525 79131. Buon viaggio!

Valentino Straser e il coraggio di un’idea

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“I miei studi nascono nel 1985 per curiosità. La scienza è curiosità e grazie a questa si investiga. Insieme alla curiosità servono idee, ipotesi che si cerca pian piano di verificare”.

Così Il professor Straser ci parla della sua scienza.

Il professor Straser usa il paradigma indiziario, e ce lo spiega con estrema chiarezza. Non potendo simulare fenomeni replicabili in laboratorio come ad esempio nell’ambito dell’astrofisica, della relativistica, della cosmologia e della geofisica, occorre introdurre un nuovo concetto nell’investigazione scientifica: il metodo indiziario, proposto per la prima volta dallo storico C. Ginzburg.

Ad esempio il terremoto allo scopo di studiarlo, per capire quali sono i meccanismi scatenanti di innesco e, soprattutto, analizzare potenziali segnali precursori, occorre considerare quelli che sono i segnali premonitori, gli indizi che portano allo scatenarsi dell’evento.

Immaginiamo quindi un terremoto, per liberare tanta energia ha bisogno di una fase preparatoria, questa si manifesta attraverso elementi fisici e/o chimici, e ci avverte che qualcosa sta arrivando. Fra i vari elementi che potevano essere oggetto di studio in questo ambito, il Prof. Straser si concentra sulle onde elettromagnetiche. “E’ sempre più accettato dalla comunità scientifica che grandi eventi geofisici come appunto un terremoto o un’eruzione vulcanica, a causa dello stress che subiscono i minerali, questi emettono segnali elettrici o elettromagnetici. Monitorando e interpretando questi segnali mi sono spinto su questo tipo di analisi e di interpretazione.

Ma l’applicazione delle onde elettromagnetiche per interpretare i fenomeni naturali non si sono limitati agli eventi geofisici, ma sono stati estesi anche alla biologia.

Un recente studio del professor Straser, presentato a una prestigiosa conferenza negli USA, si è ispirato a un’idea proposta dal premio Nobel Luc Montagnier. Lui era riuscito a provare, con la collaborazione di fisici e biologi, “l’interazione fra il DNA e segnali elettromagnetici i quali si manifestano con particolari frequenze, le quali a loro volta accompagnano la replicazione dello stesso DNA, secondo nuovi meccanismi fino a poco tempo fa ignorati dalla comunità scientifica.

Facendo il ragionamento inverso, prosegue Straser, cioè se il DNA è sensibile a certe frequenze, andando a monte ed investigando sulle onde elettromagnetiche si possono comprendere i meccanismi del DNA che lo aiuta nella replicazione”. Il DNA usato da Montagnier era di un batterio, questo ci spiega quanto preziosi siano metodo e ricerca per saperne di più sull’HIV.

IL prof. Straser è partito da questa idea e ha applicato questo metodo per cercare tracce della vita su Marte. La ricerca è dunque in corso: per formulare delle ipotesi occorre essere totalmente indipendenti, ma per riuscire a cogliere un successo è necessario un team, la voglia di fare, di mettersi in gioco e accettare la sfida.

Questo è il punto del nostro articolo in un simile contesto di “coraggio”, il prof. Straser ha raggiunto risultati importanti con scarse risorse strumentali ed economiche ma con preziose intuizioni, determinazione, entusiasmo, “una teoria, un’intuizione, portata avanti con tanta passione, sacrificio e curiosità, che è fondamentale perché senza curiosità non si può investigare, non c’è interesse”. Coraggio, dunque nel nutrire una ricerca nata dalla curiosità e portata avanti dalla determinazione.  A questo aggiungiamo il coraggio di esplorare l’ignoto, addentrarsi in un terreno sconosciuto pur di verificare questa intuizione. Coraggio nel proporre una teoria nuova alla comunità scientifica, “coraggio o sfrontatezza” dice il professor Straser, il coraggio di essere sfrontati, diciamo noi.

C’è un rischio in questo accattivante percorso e cioè quello di innamorarsi della propria teoria, questo genera dei limiti perché è necessario avere il coraggio di riconoscere che la propria teoria potrebbe essere sbagliata, e continuare a difenderla a spada tratta limita i risultati della ricerca  stessa perché conduce a un accanimento nel  tentativo di dimostrare una  teoria che in realtà non funziona, riconoscere invece che una teoria non funziona, aiuta a cercare un’altra strada che magari potrebbe rivelarsi quella corretta.

Schopenhauer affermava che “una persona che coglie migliaia di volte sempre lo stesso bersaglio, da varie posizioni e distanze e lo centra sempre, quello è un uomo di talento, mentre è un genio colui che mostra un bersaglio che gli altri non riescono a vedere e che non necessariamente riesce a centrare”.

Scienziato, insegnante, scrittore e compositore, ma modesto e umile in questa completezza: il professor Valentino Straser.

C’è da imparare.

Isa

Festa di San Pietro a Varsi

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Lo scorso 28 giugno, ha avuto luogo la fiera del patrono di Varsi, San Pietro.

Purtroppo le normative vigenti non permettono il normale svolgimento della festa.

Solitamente, alla messa e alla fiera con bancarelle, si accompagnava il banchetto serale, normalmente  organizzato dalla Pro Loco. Covid a parte, purtroppo la Pro Loco di Varsi si è sciolta già da qualche anno e si temeva una festa molto ridotta, ma Varsi è un piccolo paese ma grande nella collaborazione. Commercianti e cittadini hanno unito le forze e ognuno ci metteva del suo per garantire il cibo della festa, ognuno offriva qualcosa: il banchetto della sera era salvo.

Purtroppo quest’anno il Covid non ha permesso una simile manifestazione di solidarietà, ma Varsi non retrocede e la comunità si è organizzata nel rispetto delle normative vigenti per garantire, almeno in parte lo svolgimento dell’evento.

Il sabato precedente all’evento si è tenuta alle 20.30 la messa tradizionale presso il sagrato della Chiesa e il 28 si è svolto il mercato nella Piazza del Monumento, nel rispetto della regolamentazione attuale. Alla fiera erano presenti i volontari della Protezione Civile  Comunale, per garantire il rispetto delle regole e pronti a distribuire mascherine nel caso qualcuno ne sia sprovvisto.

Alle 10 si è svolta la tradizionale messa con la benedizione.

Questa fiera è un chiaro messaggio di ripresa e ottimismo,  vuole dare un’idea di quotidianità e di speranza. Per l’Amministrazione comunale è importante  avere una ripresa graduale  delle attività, trasmettere speranza ma senza trascurare quelle regole che per ora ci tengono al sicuro.

Un uragano all’improvviso

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Mediocre, scontato, poco divertente, ostentato.

Eppure, qualcosa c’è.

La trama tratta di due amiche e coinquiline che, raccolto un fallimento professionale, partono per un viaggio insieme. Una, Alexandra Anna Daddario

è Kate, condiscendente, gentile per nulla competitiva o aggressiva; l’altra, Kate Upton,

è Meg, esatto opposto, ambiziosa, per nulla scrupolosa e attenta.

Non appena salgono sull’aereo, tra loro si siede un attraente giovane (Mat Bar) di nome Ryan che subito esercita fascino su entrambe.

Le ragazze fanno a gara per conquistarlo. Situazioni surreali e al limite della cattiveria femminile, si alternano a comico romanticismo.

Alla fine entrambe otterranno di andare a letto con il ragazzo per poi scoprire che questo si sta per sposare.

Ferite ed inviperite, le ragazze decidono di precipitarsi al matrimonio per farlo saltare e salvare la sposa da sofferenze certe.

Le ragazze si trovano a tu per tu con la sposa e stanno per confessare tutto quando si rendono conto, che la sposa è una vera tiranna: sottomette e comanda a bacchetta il suo sposo, il quale forse ha scelto di sposarsi più per terrore che per amore.

“Il carma” afferma Kate. Eh sì, il ragazzo ha tradito e si è preso gioco di due ragazze, ma sta per scontare la sua severa  e amara condanna, legandosi per la vita con la sua “guardia carceraria”.

Ma non è tutto qui, Meg apprende quanto in realtà non sia affatto la ragazza indipendente che pensa. Subordinata a Kate, non sente lo stimolo ad evolversi e porsi obbiettivi.

Decide di andare a vivere da sola e seguire un corso di economia per trovare un lavoro migliore. Trasloca dunque, ma non troppo lontano, giusto l’appartamento accanto, così da passare la serata insieme alla sua migliore amica, di tanto in tanto.

 

 

Regalare la felicità con un caffè!

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Visto che siamo appena prima del periodo natalizio, vi voglio parlare di questa bellissima iniziativa benefica.

In queste 6 regioni d’Italia, 16 bar o caffetterie, vi daranno la possibilità di fare una donazione a partire dal valore di 1 caffè. A che cosa servono? Per regalare il diritto alla felicità a bambini affetti da gravi patologie che vengono ospitati ogni anno a Dynamo Camp.

Cosi questi titolari si sono messi in gioco per poter offrire una sessione gratuita a questi bambini. Le famiglie non devono sostenere le spese e i loro bambini posso realizzare grandi esperienze

In tutte queste città troverete un sorriso che vi accoglierà e potrete lasciare la vostra offerta o semplicemente informarvi. Ogni anno la struttura ospita circa 2000 bambini gratuitamente. Ci sono inoltre weekend dedicati a tutta la famiglia che viene ospitata per vivere un fine settimana e ritrovare l’armonia .

Un’iniziativa semplice ma davvero efficace che con l’aiuto di tutti sarà veramente un successo! Troverete una pagine dedicata su Facebook

Vi chiediamo di unirvi a questa iniziativa visitando questi locali oppure se non è presente un locale nella vostra città potete cliccare

https://my.dynamocamp.org/campagne/un-caffe-sospeso-per-dynamo-camp-web-edition-2/

In questo spazio potrete fare una donazione web ovunque voi siate.

Se ancora state pensando a cosa regalare per il Natale, direi che non c’è niente di meglio che regalare il diritto alla felicità a qualcuno che ne ha davvero bisogno!

Buone feste a tutti.

– Michele –

La colonna sonora del Natale!

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Visto l’imminente arrivo delle festività natalizie, ho pensato che sarebbe stato carino darvi qualche suggerimento per entrare nel giusto spirito con alcuni consigli musicali sul tema.

Quello che vi propongo sono alcuni CD e web radio che potranno accompagnare al meglio il vostro Natale!

Wrapped in Red, di Kelly Clarkson, è una compilation di canzoni di natale rivisitate. Tra queste anche originale Song della cantante americana, famosa per la sua grande voce. Ve la propongo perché le sue versioni sono più ritmate e piacevoli .

Un CD che si può rispolverare sempre nel periodo natalizio. La sua canzone top è questa

Il secondo CD che vi propongo e il seguente

Sia è un’artista che negli ultimi anni è sempre stata al vertice delle classifiche. Questo album natalizio ha il suo stile, canzoni originali e destinato a sua volta a diventare un classico del periodo delle festività!

Qui trovate il suo video rappresentativo

L’ultimo album è più un classico

Una voce calda che abbiamo imparato ad amare. Micheal Bublé è una garanzia. Reinterpreta i grandi classici del natale, senza farvi annoiare. La colonna sonora perfetta per le vostre giornate o durante pranzi e cene in famiglia.

Questi 3 album potrete facilmente reperirli nei siti di e-commerce più famosi ad un prezzo ottimo spesso sotto i 10€.

Un paio di proposte differenti sono queste web radio. La prima fa parte dell’offerta di Radio Monte Carlo. È sufficiente scaricare l’app ufficiale dallo store, selezionare menù, web radio e la prima proposta è questa!

Un mix di canzoni 24h di ogni genere e paese per i più appassionati! Ovviamente gratuita e con pochissima pubblicità.

La seconda proposta è questa Christmas radio. Più classica e meno varia della precendente. Ha un’atmosfera davvero particolare che sono certo saprà conquistarvi. Per ascoltarla dovere scaricare l’app TuneIn e nel capo di ricerca mettete il suo nome. La riconoscerete dal simbolo che vi ho messo sopra.

Fatemi sapere se vi piacciono o se qualcuno le ha già utilizzate.

– Michele –

Intimità spezzata

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Desdemona, ci parla di lei.

“Ti spiace se ti chiamo Dasy?”

“No, affatto”.

“Quanti anni avevi quando hai subito il primo abuso di natura sessuale?”

“Avevo cinque anni”.

“Vuoi dirci di chi si trattava?”.

“Mio fratello di dieci anni più grande”.

“Ci vuoi dire qualcosa di più?”

“Mi portò in bagno, ti basti sapere che non c’è stata penetrazione, solo mani e bocca. Non voglio dirti di più”.

“Lo capisco, hai mai detto ai vostri genitori quello che è successo?”

“No, certo. Lui mi chiese di non dire niente e a me stava bene.”

“In che rapporti sei oggi con tuo fratello?”

“Ottimi, credo che fosse solo la confusione ormonale, la curiosità, non sapeva bene quello che faceva e io certo non me ne rendevo conto. Non ci ha mai più riprovato e non ha mai avuto alcun tipo di approccio se non quello fraterno e anche quello con un certo distacco. Voglio molto bene a mio fratello, abbiamo un bel rapporto, parliamo molto, siamo amici e fratelli.”

“Perchè ce ne parli ora?”

“E’ passato molto tempo, al punto che a volte mi chiedo se sia successo davvero, mi chiedo se sia davvero un ricordo sbiadito o se invece sia solo un brutto sogno.”

“Hai subito altri abusi nel corso del tempo?”

“Sì, ma di questi non voglio ancora parlare.”

“C’è altro che vuoi aggiungere?”

“No, grazie del vostro tempo.”

“A te del tuo contributo”.

Desdemona, è ora una donna forte sulla quarantina, con una vita normale, tuttavia ci chiediamo se cose di questo tipo davvero non ti segnino come vuole farci credere Desdemona.

Genoveffa aveva circa 12 anni quando abusarono di lei, non ci ha concesso una vera e propria intervista, ci ha solo raccontato la sua storia e ci ha chiesto di riportala, senza approfondire e senza fare domande.

“I miei mi lasciarono per un mese a casa di loro amici, una coppia sposata. Quando parlo dei miei, parlo di mio padre e della mia matrignia. Lei aveva un rapporto morboso con il marito di questa sua migliore amica. A volte si toccavano, lui le palpava il seno e lei gli metteva le mani sulle palle, tutto questo sotto gli occhi della moglie, la migliore amica. La prima volta che vidi questa scena, rimasi scioccata e disgustata, la mia matrignia disse che era normale e che erano gesti di affetto, eppure la cosa mi disturbava. Tuttavia quando mi trovai a casa loro per un mese in estate e lui allungava le mani, io stavo in silenzio, facevo finta di bermi la storia dell’affetto, in fondo lui aveva 57 anni e io neanche 12, forse era una forma di affetto per davvero. Ma qualcosa non quadrava, se erano davvero solo segni di affetto perchè aspettava che la moglie non ci fosse per mettermi le mani sul seno e nelle mutandine? Non mi piaceva ed ero sempre tesa, avevo paura di rimanere sola con lui e se la moglie usciva di casa per qualche ragione, io cercavo di andare sempre con lei. Una mattina mi alzai e lei non c’era, era appena uscita e io ero sola in casa con lui, mi fece mettere sulla poltrona e mi fece spogliare. Ero terrorrizzata e pensavo che se lo lascaissi fare avrebbe poi smesso, ma era troppo pesante, non si limitava ad allungare le mani. Gli dissi che dovevo andare in bagno ma che sarei tornata subito, lui mi lasciò andare, credeva davvero che sarei tornata. Mi chiusi a chiave in bagno e ci rimasi fino a quando non tornò la moglie, passò un’ora e mezza. Lui veniva a bussare di tanto in tanto per farmi uscire, ma non mi muovevo. Pochi giorni dopo il mese finì e i miei mi vennero a prendere. Era finita. Non raccontai mai a mio padre cosa successe, sapevo che non mi avrebbe protetta e che mi avrebbe dato la colpa.”

Genoveffa ci confida che teme che questa esperienza l’abbia danneggiata in qaulche modo, ci racconta di aver sempre avuto un atteggiamento di distanza con la sua sessualità e ritiene che la causa siano gli abusi subiti durante quel mese infernale.

Croce e delizia, è una realtà.

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“Croce e delizia”, non si tratta solo di una dimostrazione di quella che piano piano diventa una realtà attuale, ma trovo che rimetta in discussione la scarsa qualità del cinema italiano.

Jasmine Trinca interpreta Penelope figlia di Tony.

Un’interpretazione italiana con una punta hollywoodiana, cinema con una recitazione teatrale, ma per nulla ostentato; intrigante coinvolgente sullo sfondo di una sceneggiatura, diciamocelo, con risvolti tipicamente anglosassoni che trattano di un tema più “ingle-americano” che italiano: omosessualità, dichiarata per giunta.

Cinema italiano, aperto dunque. Recitazione straordinaria concorrenziale agli artisti dei tempi passati che hanno portato il cinema italiano nel mondo, un cinema ora perduto che si ritrova pian piano anche con questa pellicola.

Novità che si affianca al tema trito e ritrito delle differenti e molto lontane stratificazioni sociali. Alto borghesi e proletari si scontrano, per non parlare della loro componente socioculturale. Da un lato abbiamo la famiglia di Tony (Fabrizio Bentivoglio), personaggio raffinato che per professione fa il mercante d’arte, dall’altra vi è Carlo (Alessandero Gassman) di origini decisamente più umili ed una formazione molto più semplice all’opposto di una cultura artistica. Eppure se nel caso di Tony il concetto di famiglia assume un significato molto ampio che si discosta totalmente dalla famiglia tradizionale – non certo per l’orientamento sessuale di Tony – ove l’unità e l’amore famigliare sono sconosciuti, nel caso di Carlo la famiglia è tutto, vuoi per il lutto materno che l’ha profondamente segnata e messa in condizioni di stringersi tra loro, vuoi per la sua tradizionalità radicata.

La famiglia di Tony accetta facilmente l’annuncio del suo matrimonio con Carlo, ma non tutti. Penelope la primogenita, non riesce a farsene una ragione e decide di “far zompà er matrimonio” e cerca di coinvolgere in questo piano il figlio di Carlo. Qui Italia e America si scontrano e si fondono, perchè il fatto di boicottare il matrimonio è tipico di una sceneggiatura americana ma quello di opporsi a questa machiavellica idea come fa Sandro di fronte alla richiesta di Penelope di aiutarla, è più tipicamente italiano.

Alla scoperta della omosessualità di Carlo il quale non solo si dichiara gay ma addirittura sta per sposare un uomo, la sua famiglia è decisamente meno aperta.Tutti sono sconvolti, chi si sente male, che è disgustato, chi non ci capisce niente.

Recitazione, produzione americana, temi più o meno attuali, ma è necessario portare l’attenzione ad un’aspetto importante di questo film: sebbene le famiglie siano di astrazione sociale molto diversa, si completano e si uniscono. La famiglia di Tony elitaria e raffinata, è più aperta al tema dell’omosessualità riuscendo ad ammorbidire anche la famiglia di Carlo in tale frangente; all’opposto la famiglia di Carlo ha le sue fondamenta nel valore della famiglia in senso stretto: unione, sostegno reciproco, si radicano in una famiglia ove l’indifferenza e “ognuno fa da sè”, avevano regnato fino a poco prima. Questo il centro della trama, il fulcro attorno al quale tutto ruota. Non soffermatevi alla trasgressività dei baci fra due uomini, non lasciate che il pregiudizio precluda la visione di questo film, c’è da imparare da questa storia. Potente nei valori e la loro tradizionalità ma aperta su temi forti e diffcili, non si lascia intimorire da questi e la loro contravvenzione.

Lasciatevi travolgere da questo film, siate svegli e sottili e alternerete le risate allo stupore.

Famiglia, omossessualità, chi l’ha detto che il sacro e il profano non possano andare d’amore e d’accordo?

Me before you

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Per caso capitai su questo film.

La trama è semplice: un ragazzo, William (Sam Claflin),

abituato a vivere alla stregua dell’alta adrenalina, un lavoro altamente remunerativo, di famiglia ricca,subisce un incidente che lo costringe su una sedia a rotelle con l’uso di un solo dito. Un bel cambiamento non c’è che dire, il ragazzo diventa insopportabile e rende la vita di chi lo circonda, un vero inferno. Lei, Louisa, (Emilia Clarke)

ragazza semplice, di semplice famiglia, bisognosa di lavorare, accetta il lavoro di badante per William senza pensarci troppo. I due arrivano presto allo scontro, il quale si rivela catartico perchè da questo momento in avanti Will avrà più rispetto per Louisa. Prevedibilmente i due passano dall’odiarsi all’amarsi, ma c’è un segreto che Louisa viene a scoprire, il tempo di durata del contratto come badante coincide con il periodo che Will ha concesso ai suoi genitori per rimanere ancora in vita, dopo il quale, praticherà l’eutanasia presso una clinica svizzera.

Louisa, decide a tutti i costi di fargli assaporare di nuovo la gioia di vivere, vanno alle corse di cavalli, a concerti di musica classica, fanno addirittura un viaggio, e lui sembra essere felice, sembra aver riacquistato la voglia di vivere.

Tuttavia, come ci aspettavamo, è prorpio in virtù di questo amore che Will, lascia andare Louisa, la quale, innamorata di lui, non vuole accettare la decisione di Will, reagendo con rabbia violenta dettata dal dolore.

E tutto si compie. Il film termina come ci aspettiamo che finisca, e non come speravamo.

Sebbene privo di colpi di scena, trama classicamente drammatico-romantica, lento e un pò noioso, invito comunque a vederlo, perché? Emilia Clarke è eccezionale nell’interpretare un personaggio altrettanto eccezionale: una ragazza con gusti eccentricamente vintage, pettinatura alla Pippi calzelunghe, di animo puro, è proprio il caso di dire che porta colore nella vita di Will, e parlo di colori nettamente vivaci.

Me before you

Essa ci emoziona grazie a quelle sue espressioni enfatizzate da una mimica forte che gira intorno alla dinamicità delle sue sopracciglia, incapace di mentire, e non parlo in senso verbale, incapace di mascherare le emozioni, viva e spontanea; ma se pensate che il senso della questione sia lei che fa riscoprire la gioia di vivere a lui, personaggio fisicamente limitato, dispotico e iracondo, vi sbagliate. Sebbene per poco ha vissuto, anche se brevemente ha riassaporato quella vitalità, ed è questo che vuole trasmettere alla sua Louisa, e glielo scrive chiaro e netto su carta ingiallita, vissuta. Vivere, non accontentarsi, impegnarsi, porsi un obiettivo e raggiungerlo, poi porne un altro ancora più oltre e raggiungerlo. Non sappiamo se Louisa lo farà davvero ma preoccupiamoci di provarci noi.

Emilia Clarke, ci aveva già sorpreso interpretando un un personaggio molto contraddittorio nel “Trono di Spade”, personaggio che alterna pietà e crudeltà, con Louisa ci conferma la sua versatilità interpretativa, e talento.

In questa pellicola, non c’è solo una brava attrice e lacrime, si possono scorgere tratti di quella comicità tipicamente inglese, che spezzano la calma del film. Alterniamo risate a fazzolletti, dunque. Facciamo tesoro della gioia di vivere, e del coraggio di vivere.

“Black mirror”, prototipo di interattività ma non novità.

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Di recente su Netflix, è uscito ” balck mirror”. Nato come serie telivisia, “black mirror” è ora diventato il primo film interattivo della storia.

Può sembrare una novità, ma in raltà motli si chiedono come mai nessuno ci aveva pensato prima.

Da prima nell’editoria e poi nei videogame, la possibilità di dare scelta all’utente di come far evolvere la storia, era già stata sperimentata, mancava solo il cinema, ed ecco “black mirror”. Ambientato negli anni 80, dove un adolescente programma videgiochi, trae ispirazione da un libro intitolato” Bandersnatch” ove mano a mano che la storia si sviluppa, l’utente ha la possibilità di scegliere come far progredire la storia e a seconda della scelta, il libro lo dirotta sulla pagina conseguente e da lì un’altra scelta e così via.

Nel film è più o meno lo stesso procedimento, la scena si pone al telespettatore con due opzioni riguardo a cosa far succedere, e attraverso il telcomando si fa la propria scelta.

Tuttavia, non sempre la scelta che si decide di intraprendere porta ad uno sviluppo della storia. A volte riporta indietro e si è costretti a scegliere diversamente . Questo è un primo limite: non garantire uno sviluppo della storia a prescindere dalla scelta che è stata fatta, pilotando la scelta del telespettatore.

Altro tentativo che porta ad una manipolazione della scelta, è non rispettare la stessa, mi spiego meglio, con il seguente esempio: al ragazzo viene posta la scelta se accettare o meno la droga che gli viene offerta, la scelta cade sul no, ma questa vine messa di nascosto nel bicchere del ragazzo il quale la assume inconsapevolmente. Se alla fine la storia si è sviluppata all’opposto della nostra decisione, a cosa è servito?

Tutto sommato non vedo tutta questa libertà di scegliere la trama, il percorso principale appare comunque tracciato.

Ciò che invece ho apprezzato e nella quale vedo davvero una forma di interattività, è il fatto che ad un certo punto il ragazzo sente in qualche modo di essere manipolato, non capisce bene se è una forma divina o il destino, ed è a questo punto che sullo schermo del pc appaiono scritte, qualcuno che cerca di comunicare. Al ragazzo viene detto che qualcuno dal futuro sta scegliendo per lui, che lui crede di avere il controllo ma non è così, gli viene spigato chiaramente che da Netflix, una piattaforma a tematica cinematografica, qualcuno sta guardando il film e decide lo sviluppo della storia. Siamo noi dentro la storia, questa la ritengo un’ottima forma di inserimento dell’utente all’interno del film.

Vedo in “balck mirror” una qualche forma di indagine di mercato su quelle che sono le preferenze del cliente, oltrutto molto ben ingengnata, attraverso le scelte fatte si può comprendere cosa piaccia di più e creare sulla base di quelle scelte, se violente oppure ragionate, ovvie o meno esposte. A parte questo lo ritengo niente di più si un prototipo sul quale c’è ancora molto da lavorare.