Valentino Straser e il coraggio di un’idea

Standard

 

“I miei studi nascono nel 1985 per curiosità. La scienza è curiosità e grazie a questa si investiga. Insieme alla curiosità servono idee, ipotesi che si cerca pian piano di verificare”.

Così Il professor Straser ci parla della sua scienza.

Il professor Straser usa il paradigma indiziario, e ce lo spiega con estrema chiarezza. Non potendo simulare fenomeni replicabili in laboratorio come ad esempio nell’ambito dell’astrofisica, della relativistica, della cosmologia e della geofisica, occorre introdurre un nuovo concetto nell’investigazione scientifica: il metodo indiziario, proposto per la prima volta dallo storico C. Ginzburg.

Ad esempio il terremoto allo scopo di studiarlo, per capire quali sono i meccanismi scatenanti di innesco e, soprattutto, analizzare potenziali segnali precursori, occorre considerare quelli che sono i segnali premonitori, gli indizi che portano allo scatenarsi dell’evento.

Immaginiamo quindi un terremoto, per liberare tanta energia ha bisogno di una fase preparatoria, questa si manifesta attraverso elementi fisici e/o chimici, e ci avverte che qualcosa sta arrivando. Fra i vari elementi che potevano essere oggetto di studio in questo ambito, il Prof. Straser si concentra sulle onde elettromagnetiche. “E’ sempre più accettato dalla comunità scientifica che grandi eventi geofisici come appunto un terremoto o un’eruzione vulcanica, a causa dello stress che subiscono i minerali, questi emettono segnali elettrici o elettromagnetici. Monitorando e interpretando questi segnali mi sono spinto su questo tipo di analisi e di interpretazione.

Ma l’applicazione delle onde elettromagnetiche per interpretare i fenomeni naturali non si sono limitati agli eventi geofisici, ma sono stati estesi anche alla biologia.

Un recente studio del professor Straser, presentato a una prestigiosa conferenza negli USA, si è ispirato a un’idea proposta dal premio Nobel Luc Montagnier. Lui era riuscito a provare, con la collaborazione di fisici e biologi, “l’interazione fra il DNA e segnali elettromagnetici i quali si manifestano con particolari frequenze, le quali a loro volta accompagnano la replicazione dello stesso DNA, secondo nuovi meccanismi fino a poco tempo fa ignorati dalla comunità scientifica.

Facendo il ragionamento inverso, prosegue Straser, cioè se il DNA è sensibile a certe frequenze, andando a monte ed investigando sulle onde elettromagnetiche si possono comprendere i meccanismi del DNA che lo aiuta nella replicazione”. Il DNA usato da Montagnier era di un batterio, questo ci spiega quanto preziosi siano metodo e ricerca per saperne di più sull’HIV.

IL prof. Straser è partito da questa idea e ha applicato questo metodo per cercare tracce della vita su Marte. La ricerca è dunque in corso: per formulare delle ipotesi occorre essere totalmente indipendenti, ma per riuscire a cogliere un successo è necessario un team, la voglia di fare, di mettersi in gioco e accettare la sfida.

Questo è il punto del nostro articolo in un simile contesto di “coraggio”, il prof. Straser ha raggiunto risultati importanti con scarse risorse strumentali ed economiche ma con preziose intuizioni, determinazione, entusiasmo, “una teoria, un’intuizione, portata avanti con tanta passione, sacrificio e curiosità, che è fondamentale perché senza curiosità non si può investigare, non c’è interesse”. Coraggio, dunque nel nutrire una ricerca nata dalla curiosità e portata avanti dalla determinazione.  A questo aggiungiamo il coraggio di esplorare l’ignoto, addentrarsi in un terreno sconosciuto pur di verificare questa intuizione. Coraggio nel proporre una teoria nuova alla comunità scientifica, “coraggio o sfrontatezza” dice il professor Straser, il coraggio di essere sfrontati, diciamo noi.

C’è un rischio in questo accattivante percorso e cioè quello di innamorarsi della propria teoria, questo genera dei limiti perché è necessario avere il coraggio di riconoscere che la propria teoria potrebbe essere sbagliata, e continuare a difenderla a spada tratta limita i risultati della ricerca  stessa perché conduce a un accanimento nel  tentativo di dimostrare una  teoria che in realtà non funziona, riconoscere invece che una teoria non funziona, aiuta a cercare un’altra strada che magari potrebbe rivelarsi quella corretta.

Schopenhauer affermava che “una persona che coglie migliaia di volte sempre lo stesso bersaglio, da varie posizioni e distanze e lo centra sempre, quello è un uomo di talento, mentre è un genio colui che mostra un bersaglio che gli altri non riescono a vedere e che non necessariamente riesce a centrare”.

Scienziato, insegnante, scrittore e compositore, ma modesto e umile in questa completezza: il professor Valentino Straser.

C’è da imparare.

Isa