Le Nuotatrici

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Ho visto questo film come novità di fine 2022 sul portale di Netflix. Una storia dura ma reale che vale la pena di vedere e conoscere. La storia è quelle di due sorelle inseparabili Yusra e Sara Mardini, con la passione per il nuoto che gli viene trasmessa dal padre, ex atleta agonistico. La loro sfortuna è di vivere in Siria, un paese perennemente in guerra. La loro vita quotidiana è scandita dagli allenamenti in piscina grazie alla nazionale siriana. I tumulti e i soprusi quotidiani di controlli di militari sono il contorno delle loro giornate. Tutto cambia quando durante un allenamento avviene un bombardamento.

Il centro sportivo dove si allenano viene attaccato e distrutto. Fortunatamente le ragazze sopravvivono ma è subito chiaro che il loro futuro a Damasco non è più possibile. Convincono quindi il padre a lasciarle scappare verso la Germania per trovare un futuro di atlete. Il viaggio parte in aereo verso la Turchia ma appare subito evidente che le difficoltà sono appena iniziate…

Assieme ad un cugino che viene affiancato dalla famiglia per la loro protezione, il viaggio appare subito disperato per le condizioni da affrontare. La prima tappa è la Grecia, affrontano così il mar Egeo su di un gommone insieme ad altri 18 profughi provenienti da diversi stati in varie condizioni. Uomini e donne, una madre un neonato che scappano da zone di guerra ancora peggiori. Il gommone è sovraffollato e dopo aver pagato molti soldi per poter affrontare quel viaggio le sorelle decidono di buttarsi in acqua per salvare il gommone che con il peso di troppe persone continua ad imbarcare acqua. Arrivati a Lesbo vengono accolti ormai stremati, da associazioni di aiuto.

Il viaggio che doveva essere veloce si trasforma in una traversata estrema, dove i giovani vengono truffati, derubati e sfruttati per la loro paura e disperazione da molte persone lungo il cammino. Le ragazze attraversano la Serbia, l’Ungheria, l’Austria sino ad arrivare in Germania che era il loro obiettivo. Sempre guardate male e attraverso il pregiudizio le sorelle cercano di farsi accettare come rifugiati. Una volta a Berlino Yusra e Sara vanno in piscina per riprendere gli allenamenti e incontrano un allenatore a cui chiedono disperatamente aiuto.

Nel 2016 il comitato olimpico vista la situazione di molti paesi, decide di comporre una squadra di soli rifugiati, mentre Yusra si impegna al massimo per entrare a farne parte, Sara decide di dedicarsi all’aiuto dei profughi per l’esperienza che hanno vissuto. Questa storia, raccontata anni dopo dalle stesse protagoniste, ci da uno spaccato reale di come possono accadere le cose e di come questi profughi si trovino in situazioni di fuga da paesi in balia di tumulti i e guerre. Ben lontani dall’immagine di profughi che spesso ci viene descritta dai media. Un film che consiglio caldamente di vedere per capire davvero anche il punto di vista di persone che cercano solo di avere un futuro ed una vita che non sarebbe possibile nel paese di origine.

Se per Yusra e Sara l’epilogo di questa storia è stato positivo perchè arrivati a destinazione, nel vedere questo film si comprende quanti muoiono in questi viaggi della speranza per poter dare un futuro a se stessi o ai propri figli.

Buona visione

Michele

The Takeover

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Ho da poco guardato questo film prodotto da Netflix in zona nord Europa, considerato che si può quindi godere di produzioni non sempre americane, ho pensato di proporvelo.

Mel è una giovane ragazza che sin da piccola sarebbe stata definita Haker, per la sua attitudine ad intrufolarsi in sistemi di aziende private. Una volta scoperta dalle forze dell’ordine viene ingaggiata per aiutarli nella lotta ai suoi simili. Mel viene quindi chiamata a certificare il software di una grande azienda di trasporti olandese, che sta per lanciare i suoi primi bus a guida totalmente autonoma senza autisti.

Mentre Mel si trova nell’azienda si accorge di una falla nel sistema, una fuga di dati della società, non avendo tempo per bloccarla decide di inserire un virus momentaneo per fermare l’uscita dei dati e tornare poi con calma. Il vero problema è che questo virus disturba l’attività di tanti che quindi iniziano a cercarla. Ancora ignara del pericolo che corre, Mel continua la sua vista andando ad un appuntamento la sera stessa coinvolgendo così un ragazzo innocente in tutta questa storia che sta per complicarsi.

I due ragazzi si trovano al centro di una cospirazione non ben chiara. Chi stava rubando le informazioni della società di trasporti? Per quale uso? Ma soprattutto: a chi venivano poi inviate? Tutte domande che troveranno poi una risposta. Mel decide quindi di usare i suoi contatti per capire che cosa stia accadendo e di rivolgersi inizialmente anche alla polizia. Come nelle migliori tradizioni cinematografiche però, non sai mai di chi ti puoi fidare o meno.

Scoprono ben presto di essere nel mirino di qualcuno che li vuole eliminare per sistemare il blocco che Mel ha messo nel software della compagnia. Seppur non completamente originale come trama, questo film ci porta elementi della società attuale in cui non sappiamo mai che fine fanno i nostri dati, come questi vengano usati, o a chi siano venduti. Il film ci da una versione plausibile di mal utilizzo di questi dati che possono portare alla distruzione della vita delle persone. Per una serata piacevole, un pò di suspense e un classico intrigo da risolvere

Michele

Love Life

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Ammetto sin da subito che ho guardato questa serie per la sua protagonista Anna Kendrick ( famosa più per il cinema che per le serie). In soli 10 episodi, questa serie cerca di spiegarci l’amore nelle sue forme e soprattuto, l’amore per sè stessi che è la cosa più difficile da trovare. Gli episodi esplorano la vita personale di Darby seguendola per ben 15 anni della sua vita, relazioni, amicizie e tutto quanto ne consegue.

Vediamo i suoi primi amori come Augie, che sembra essere la persona perfetta per lei. Come in ogni vita di ciascuno di noi, anche Darby è piena di dubbi e di domande. I suoi obiettivi amorosi e lavorativi vanno avanti di pari passo. Nei vari episodi farà esperienza su come distinguere una cotta da un vero amore, a come non immischiarsi in relazioni amorose nel lavoro o di come non fidarsi di certi soggetti che appaiono sin troppo equilibrati.

Ci sono poi le amiche, quelle sempre presenti, quelle che ti accompagnano nella vita, quelle un pò alla “Sex and the city”, che però a volte sono ancora più fragili e mettono a rischio una grande amicizia e il tuo mondo si capovolge perchè non sai come affrontare le cose. La vita di Darby trova punti in comuni con tutti noi, perchè i suoi amori, la sua famiglia e i suoi amici, sono quelli di tutti noi.

La sua vita amorosa va di pari passo con i fallimenti professionali, sino a quando Darby si ferma e cerca di capire la cosa più importante. Chi è e che cosa vuole fare, indipendentemente da tutti gli altri, famiglia, amici, compagno e vita professionale. A questo punto quando inizia a capire i suoi bisogni e le sue aspirazioni, ciò che le si muove intorno inizia ad avere un senso e la sua vita si ricompone. Essere felici non è avere qualcosa di specifico o raggiungere i propri obiettivi, ma trovare un buon ecquilibrio con sè stessi.

Ecco perchè vi consigliamo la visione di questa miniserie che racconta un pò la storia di chiunque. Non si pone come un manuale da seguire ma rende i problemi sentimentali e non comuni a tante persone con gli stessi dubbi, frammi, gragilità e da una speranza concreta.

Michele.

Ero una Popstar

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Questo film Netflix uscito proprio in questo mese, mi ha molto incuriosito. Vince il protagonista di questa storia, quando era solo un ragazzino, era la star di una boy band che faceva tour mondiali all’apice del successo. Una storia inventata certo, ma che in effetti potrebbe essere molto plausibile. Nel suo periodo famoso veniva chiamato Vinnie D e la sua carriera è in grandissima ascesa. Il film ci riporta a 20 anni dopo quando Vince di popolare non ha più nulla.

Passato dal successo planetario ad una carriera solista mai decollata, Vince sembra ancora incollato ad un passato che non riesce a scrollarsi di dosso. Un fallimento che lo perseguita ancora oggi, lo vede come adulto che vive nei ricordi di gloria, senza una carriera e ancora accanito nel portare ai piccoli locali i propri demo suonando per strada. Proprio qua incontra per caso un batterista di soli 18 anni, si tratta di Stevie un ragazzino autistico ma con un grande talento. I due iniziano a suonare insieme e Vince sembra ritrovare l’ispirazione di un tempo per comporre finalmente qualcosa di decente.

Inizialmente per Stevie, la loro frequentazione significa semplicemante aver trovato finalmente un amico che lo porti fuori dalla sua solitudine, mentre per Vince, il ragazzino è la sua opportunità di riscatto. Due scopi molto diversi che però sembrano inizialmente andare nella stessa direzione. Durante il film vediamo alcuni flashback della vecchia vita di Vinnie D il ragazzo famoso che aveva tutto ma era solo e sfruttato da un’etichetta che da lui non voleva altro che soldi. Nel mezzo anche il suo dramma familiare che inciderà non poco anche sul suo futuro.

Il bello di questo film è capire come Vince riuscirà a rispettare l’amicizia di Stevie, rimettere insieme la sua famiglia disastrata, capire che cosa sia davvero importante e scegliere tra un lavoro vero e una carriera musicale che continua ad inseguire. Una sorta di morale che spunta; per chiedersi quali siano le cose importanti e per cui vale la pena battersi e darsi da fare. Nel complessoil film è piacevole, una colonna sonora orecchiabile e un protagonista con cui avere empatia per arrivare a capire il suo futuro.

Buona visione

Michele

Tenet, di nuovo Nolan

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Uscito a fine 2020 questo film di Nolan non smentisce la sua creatività e il suo filone di trame assai intricate e al limite del reale e fantascienza. Una pioggia di premi per questo film che si è preso un Premio Oscar (2 candidature), Critics choice award ed un BAFTA.

La storia è parecchio complessa, per come lo sono le trame di Nolan. Il tutto inizia durante un attentato in un grande teatro in Ucraina, dove un operativo della CIA viene mandato a sventare questo attacco. Proprio qui, il nostro protagonista, viene a contatto con altri militari che si muovo a ritroso rispetto a lui. Le loro pallottole partono dal terreno e ritornano in canna.

Il film di grande azione vede come partner principale Robert Pattinsion che accompagna e aiuta il nostro protagonista durante tutta la sua avventura. Ovviamente non sarà facile capire di chi fidarsi e lo scopo stesso della missione. Se il film è una classica spy story, il cattivo di turno è il bravissimo Kenneth Branagh il cui personaggio esercita un potere assoluto sulla moglie che diverrà il punto debole del nostro protagonista.

La distorsione dello scorrere del tempo rende la storia molto complessa. Cerchiamo di spiegarci: in diverse scene ci sono attori e veicoli che vanno a ritroso, ovvero in senso contrario al moto comune. Questa distorsione temporale è alla base della strategia del cattivo che la utilizza per prevedere le reazioni dei buoni. Vediamo quindi alcune scene anche nel senso temporale inverso ma in un momento differente del film che dovrebbe aiutarci a capirne la trama.

Se ancora non vi è molto chiara la trama, non dovete preoccuparvi, osservate con attenzione il film e godetevi una serata di azione, spionaggio, thriller e suspense assicurata. Vi farete meglio un’idea di ciò che vi raccontavo. Ottimi attori e una trama un pò complessa sono il bello di questo film. Vi lascio al trailer e se avete impressioni scrivete nei commenti.

Michele

Stay Close

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Di questa serie britannica, si possono dare molte definizioni. Solo 8 episodi che al loro interno hanno: dramma, suspense, il giallo e il poliziesco. Frutto del lavoro tra Netflix e lo scrittore Harlan Coben, questra trasposizione è densa di avvenimenti e di una storia molto intricata. La storia prende inizio dalla sua protagonista Megan (bravissima anche in The Good Wife), una donna felice con un fidanzato borghese, 3 figli e una bella casa che tutti potrebbero invidiare.

Sappiamo tutti che la perfezione non esiste miei cari, infatti Megan nasconde un grande segreto del suo passato. Una lettera a nome di “Cassie” viene lasciata sulla sua porta e da quel momento tutto inizierà a cambiare per lei e per chi le sta intorno. Sparizioni, omicidi e tanto altro si mischiano in un giallo sempre più forte. Il passato di Megan irrompe nel suo presente e come sappiamo, nulla si seppellisce veramente.

I nostri fidanzati hanno in programma di spossarsi, ma anche se si amano nessuno dei due è stato sincero con l’altro. Il passato ed il presente continuano a mischiarsi per complicare una storia di segreti e sparizioni misteriose. Man mano che emergono i fatti, lo spettatore assiste a una sorta di auto difesa dei personaggi che cercano di salvare una immagine che di fatto non esiste più.

Gli ingredienti del disastro ci sono tutti; un detective divorziato che intreccia una relazione con una donna che è fortemente legata a Cassie, una indagine per la sparizione di uomini sempre alla stessa data a distanza di anni che girano tutti attorno a un locale notturno. Si cerca di ricostruire un passato frammentato che in tanti vorrebbero dimenticare.

C’è poi l’ex fidanzato che rimasto abbandonato non ha mai dimenticato la donna di cui era innamorato e, credendola morta, non è mai riuscito a rifarsi una vita. Questo sino a quando se la ritrova davanti in carne e ossa. Il confronto sarà inevitabile, così come i risvolti drammatici di questa serie. Abbiamo poi infine la coppia di sicari più strana al mondo

Non sarà immediato capire le loro motivazioni, lo scopo e il progetto che stanno realizzando e per chi. Come avrete capito, questa serie ha un trama piuttosto intrecciata. Va quindi seguita passo passo per ricostruire i frammenti di un passato che hanno delle conseguenze nel presente della storia e che vi darà il famoso ” colpo di scena ” nel finale per spiazzare tutti.

Gli attori sono molto bravi e ben mixati per ricostruire una storia da romanzo molto accattivante. La sigla iniziale è ” You don’t own me” molto famosa ed evocativa nella storia. Vi consiglio quindi la visione per godervi un giallo intricato che spinge alla visione di ogni episodio per arrivare alla fine.

Michele

La Giudice

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Serie coreana di grande successo “La Giudice” è un legal drama come ce ne sono molti nell’attuale tv, che sa però distinguersi per la trama e le sue storie. Questa miniserie regge sulla sua protagonista Sim Eun Seok, che viene trasferita come giudice, al tribunale di stato minorile. Il giudice Sim appare glaciale e imperturbabile, la legge va applicata e tutto deve essere giudicato mettendola in pratica efficacemente. In apparenza spietata e senza cuore, si impegna anima e corpo nei suoi casi.

I crimini commessi dai minori, sono particolarmente crudi ed efferati. Sotto accusa c’è la legge Coreana sui minori, in cui è scritto che sotto i 14 anni non si può essere puntiti. La giudice rappresenta la legge ed il suo volto quasi completamente inespressivo ne è un’estensione. Caso dopo caso però, vediamo anche un volto più umano di Sim, che non è volto esclusivamente alla punizione ma a capire le cause e circostanze dei delitti per porvi un rimedio usando la legge.

Accade quindi che lo spettatore inizi ad entrare in empatia con questa giudice e il suo modo di lavorare. La serie riporta quelle che sono le criticità della cultura coreana, dove spesso i valori familiari sono trascurati e si ribaltano nei comportamenti di ragazzi sempre più violenti e incapaci di controllarsi. La povertà e il grande divario tra ricchi e nullatenenti è sempre più accentuata. Una critica al modo di vivere delle ultime generazioni e il tentativo di usare la legge e il rispetto per essa, come arma di difesa.

Particolare attenzione viene anche dato al rapporto che viene tenuto dai capi verso i propri sottoposti. Il tribunale è una gerarchia e il capo non può mai essere contraddetto, nemmeno quando è in torto. In questo ambiente difficile, emerge anche la storia personale di Sim. Una storia dura e drammatica che l’ha resa quella che è, una giudice che ” disprezza i minori” che infrangono la legge. Questo mix di fiction e spaccato di società reale, ha reso questa serie particolarmente apprezzata decretando anche il suo successo internazionale. L’attrice protagonista, molto famosa in patria, ha questo volto così freddo da non far nemmeno trasparire i suoi 51 anni di età.

Ascensione

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Il film di cui vi voglio parlare oggi è una commedia francese. Mi preme sottolineare che il film si ispira ad una storia realmente accaduta, anche se ovviamente nel film i fatti sono più romanzati. Il giovane Samy vive in un quartiere popolare della cittadina di Le Corneuve, la periferia di Parigi. La sua vita sino a questo momento è stata per così dire, costellata di pochi successi. Samy è disoccupato e non è mai riuscito a raggiungere i suoi obiettivi. Vive ancora in casa con i suoi genitori e da sempre è innamorato della vicina Nadia, che fa la commessa nel supermercato del quartiere.

Nadia è attratta da Samy ma non lo prende sul serio a causa del suo carattere arrendevole e rinunciatario. Durante una delle loro discussioni, Nadia accetta di uscire e dare un bacio a Samy se lui riuscirà a scalare l’Everest. Inizia una crociata di Samy per compiere la missione impossibile. Si allena fisicamente e nel frattempo cerca un piccolo sponsor locale di abbigliamento che accetta di finanziare parte della sua spedizione. Persino una radio locale decide di seguire Samy in una impresa che appare appunto impossibile… contro ogni pronostico Samy parte.

Appare immediatamente chiaro che Samy è totalmente impreparato ed inesperto, sia agli occhi degli uomini della spedizione, sia alla sua guida. Spesso deriso e non integrato nel gruppo, il viaggio lo mette di fronte a molteplici difficoltà. Samy si appoggia ad uno sherpa di nome Johnny che diventerà il suo punto di riferimento e amicizia per capire come andare avanti.

Grazie a Johnny, il nostro protagonista inizia a capire le difficoltà non solo del suo viaggio, ma delle tante cose che aveva dato per scontato nella sua vita, spingendolo a riflettere sui rapporti con gli altri e con la sua famiglia. Durante il viaggio e la copertura della radio che lo segue, Samy ottiene una grande risonanza senza nemmeno saperlo. Mentre la salita si fa sempre più dura sarà chiaro che non tutti arriveranno in cima, eppure Samy che versa in condizioni fisiche sempre più complicate, non accenna a cedere.

Qui vediamo il Samy del film e quello reale. Il film viene girato in parte in location vere del Nepal, Ascensione infatti è il primo film che ha girato sul campo base dell’Everest. Altre riprese invece sono nel versante francese del Monte Bianco.

Quando Samy fa ritorno a casa è una persona diversa, più consapevole e più fiduciosa non solo di sè stesso, ma anche della sua famiglia e delle persone che gli vogliono bene. La pellicola è spesso comica e piacevole, adatto alle famiglie e ad ogni età. Un film per trascorrere una bella serata dando spazio anche a riflessioni più serie.

Michele

L’Unica (Irreplaceable you)

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Questo è uno di quei film con alto, anzi altissimo, tasso di drammaticità. Ora che siete avvisati, ve ne voglio parlare. Uscito sulla piattaforma di Netflix nel 2018, il film si apre con la voce fuori campo della protagonista Abbie, e di un bel lungo campo su di un cimitero che contiene la sua lapide. Vi avviso che non faccio spoiler, sono i primi 2 minuti del film. Da qui parte il racconto della sua vita.

Abbie e Sam sono sempre stati amici sin da quando erano alle elementari, da li la loro storia ovviamente si è evoluta e si sono innamorati. Lo so che pensate ” è proprio una storia da film”, in effetti sembra così, ma a qualcuo evidentemente succede. Una volta divenuti adulti, Sam è un insegnante mentre Abbie lavora in una libreria.

La loro vita è apparentemente perfetta e come ogni altra coppia pensano al matrimonio, anche se Sam non si è ancora proposto. L’evento scatenante pare essere la gravidanza di Abbie, forse inaspettata ma non certo temuta dalla coppia. Affrontano quindi insieme dalla ginecologa la nuova avventura; se non chè… dall’ecografia emerge che non c’è nessun bambino ma bensì una massa che si rivelerà essere un tumore.

La notizia destabilizza la coppia comprensibilmente, che cerca però di affrontare la situazione in maniera positiva e con Humor. Abbie deve iniziare una terapia che non sa dove porterà e per fare questo si iscrive anche ad un gruppo di sostegno (anche questo tipico da film). In questo nuovo ambiente conosce Myron, un uomo anziano e malato da parecchio tempo, con cui instaura un feeling per sfogarsi. I pensieri della nuova situazione la portano a pensare di dover sistemare Sam prima della sua scomparsa.

Abbie è convinta che Sam non possa cavarsela con altre donne, dopotutto aveva avuto solo lei e quindi non può avere esperienza di ciò che potrebbe essere il mondo amoroso là fuori. Apre un profilo social a nome di Sam e spacciandosi per una segretaria, inizia ad incontrare le potenziali partner del suo fidanzato. Mentre inizialmente per Abbie questa cosa pare essere anche un motivo di elaborazione di ciò che gli sta accandendo, con Sam le cose iniziano ad andare in crisi. Più Abbie si intestardisce in questa ricerca, e più il loro rapporto ne risente.

Sarà proprio l’esperienza del gruppo e di Myron che aiuteranno Abbie a capire che sta sprecando il tempo che rimane per qualcosa di inutile e dannoso. Decide così di cercare di vivere appieno insieme a Sam il tempo rimasto e a fare persino qualche progetto, quel matrimonio a cui tanto avevano pensato ma mai organizzato. Questo film è già chiaro dall’inizio perchè è proprio la Abbie morta che ci racconta la sua storia, ma nel mentre ci fa comunque quasi pensare ad un epilogo magari differente. Un’ ottima recitazione dei suoi protagonisti ma anche dei personaggi minori di contorno che sono nel suo gruppo di sostegno. La storia per quanto scontata in alcuni punti, rimane interessante e alterna momenti leggeri a momenti di forte drammaticità. Se siete quindi sensibili a questo tipo di film, forse dovete evitare, se invece i film strappa lacrime (alla Nicholas Sparks per capirci), vi attirano come una calamita… bè avete trovato pane per i vostri denti!

Michele

Il truffatore di Tinder, l’altro punto di vista.

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“Il truffatore di Tinder”, alias Simon Leviev, truffe per un totale nell’ordine di milioni di dollari, in effetti non si può dire che sia architettata male, tuttavia bisogna essere ingenue per cascarci.

Brevemente: Simon – ovviamente non è il suo vero nome – faccia pulita e da bravo ragazzo dai lineamenti docili e occhi piangenti, afferma di essere il figlio di un magnate dell’industria di diamanti tempestando il suo profilo su Tinder – noto sito di incontri – con foto che lo ritraggono come figura di classe in contesti lussuosi. Contatta diverse donne e figurarsi, chi dice di no? Bello, ricco e dalle conversazioni emerge pure che è un bravo ragazzo e padre premuroso.

Ed ecco il primo dubbio che mi mettere sulla retta del “ti blocco, banno, e vai all’inferno”, ma com’è possibile che simile personaggio abbia bisogno di Tinder per cercare l’anima gemella? Ma andiamo!

Ecco il primo consiglio: giovani ragazze in cerca dell’amore perfetto, uno così non ha bisogno di Tinder, anzi non ha proprio bisogno di andare a cercare l’anima gemella, sarà lei a trovare lui, mi spiego?

Tuttavia qualcuna ci cade accecata da voli su jet privati, e hotel di lusso, i due si frequentano lui si muove come il compagno perfetto e lei si innamora, ma ad un certo punto Simon viene aggredito e chiede aiuto alla malcapitata, dice che non può usare i suoi conti perché controllati e gli servono contanti, mica si parla di poche migliaia qui sono in ballo le decine se non le centinaia. Ma possibile che non puoi usare la carta del paparino? Ma com’è possibile che controllino i conti correnti? Il fatto è che le poverine nella rete, spesso non avevano soldi e per aiutarlo si indebitavano a loro volta. “Non ti preoccupare, ti farò il bonifico appena possibile per risanare il debito che hai acceso per me”. Appunto, ma se i tuoi nemici hanno tanto sotto controllo il tuo conto corrente, come puoi farmi un bonifico?

Secondo consiglio: non si prestano soldi a chi dichiara e dimostra pure di essere ricco, che senso ha?

Le poverette, ingannate dal giovane avvenente multimilionario, si creano un debito dietro l’altro, qualcuna è più sveglia e limita i danni alt ne avranno di rate da pagare, mentre Simon non risponde più alle chiamate e non si fa più trovare. Sai che si fa? Lo aspetto sotto casa e lo faccio pentire di essere nato ma ops, pare che Siamon giri parecchio per lavoro e non abbia fissa dimora, almeno non  nello stato delle donne ingannate.

Terzo consiglio: diffidate da chiunque non vi abbia fatto conoscere il posto in cui vive, non si prestano soldi a nessuno che non si possa andare a prendere per le orecchie.

Quarto e ultimo consiglio: credete nell’amore vero, quello umile non glitterato. Quello fatto di piccole attenzioni quotidiane e non di hotel di lusso e abiti griffati, quello che ti fa sentire al sicuro in un abbraccio e non con un diamante, quello che si ode con lo schianto della tua anima con la sua, quello che fa esplodere la tua femminilità e non il mero desiderio e ti spinge al divieto ai minori e quando parlo di divieto ai minori non mi riferisco ai debiti in banca.

Tutto chiaro?