Stay Close

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Di questa serie britannica, si possono dare molte definizioni. Solo 8 episodi che al loro interno hanno: dramma, suspense, il giallo e il poliziesco. Frutto del lavoro tra Netflix e lo scrittore Harlan Coben, questra trasposizione è densa di avvenimenti e di una storia molto intricata. La storia prende inizio dalla sua protagonista Megan (bravissima anche in The Good Wife), una donna felice con un fidanzato borghese, 3 figli e una bella casa che tutti potrebbero invidiare.

Sappiamo tutti che la perfezione non esiste miei cari, infatti Megan nasconde un grande segreto del suo passato. Una lettera a nome di “Cassie” viene lasciata sulla sua porta e da quel momento tutto inizierà a cambiare per lei e per chi le sta intorno. Sparizioni, omicidi e tanto altro si mischiano in un giallo sempre più forte. Il passato di Megan irrompe nel suo presente e come sappiamo, nulla si seppellisce veramente.

I nostri fidanzati hanno in programma di spossarsi, ma anche se si amano nessuno dei due è stato sincero con l’altro. Il passato ed il presente continuano a mischiarsi per complicare una storia di segreti e sparizioni misteriose. Man mano che emergono i fatti, lo spettatore assiste a una sorta di auto difesa dei personaggi che cercano di salvare una immagine che di fatto non esiste più.

Gli ingredienti del disastro ci sono tutti; un detective divorziato che intreccia una relazione con una donna che è fortemente legata a Cassie, una indagine per la sparizione di uomini sempre alla stessa data a distanza di anni che girano tutti attorno a un locale notturno. Si cerca di ricostruire un passato frammentato che in tanti vorrebbero dimenticare.

C’è poi l’ex fidanzato che rimasto abbandonato non ha mai dimenticato la donna di cui era innamorato e, credendola morta, non è mai riuscito a rifarsi una vita. Questo sino a quando se la ritrova davanti in carne e ossa. Il confronto sarà inevitabile, così come i risvolti drammatici di questa serie. Abbiamo poi infine la coppia di sicari più strana al mondo

Non sarà immediato capire le loro motivazioni, lo scopo e il progetto che stanno realizzando e per chi. Come avrete capito, questa serie ha un trama piuttosto intrecciata. Va quindi seguita passo passo per ricostruire i frammenti di un passato che hanno delle conseguenze nel presente della storia e che vi darà il famoso ” colpo di scena ” nel finale per spiazzare tutti.

Gli attori sono molto bravi e ben mixati per ricostruire una storia da romanzo molto accattivante. La sigla iniziale è ” You don’t own me” molto famosa ed evocativa nella storia. Vi consiglio quindi la visione per godervi un giallo intricato che spinge alla visione di ogni episodio per arrivare alla fine.

Michele

Bodyguard, la nuova serie BBC ad alta tensione.

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Mi capita spesso di vedere nuove serie o mini serie, con la speranza di trovare qualcosa di originale o particolare da proporvi. Bodyguard mi ha piacevolmente sorpreso. Ammetto che il biglietto da visita, produzione BBC, era un’ottima partenza.

In molti riconosceranno il protagonista Richard Madden, reso famoso dalla serie ” Il trono di Spade”. Qui interpreta l’agente David Budd, ex veterano di guerra che una volta tornato riporta traumi personali ancora evidenti. Ormai divorziato l’agente Budd fatica a trovare un suo posto nella nuova società inglese molto cambiata. Viene così assegnato come guardia del corpo al ministro dell’interno Julia.

L’incarico arriva dopo essere stato coinvolto in un attentato su di un treno, David tra mille difficoltà riesce a trovare la persona coinvolta e neutralizzarla. Non vi svelo molto per non rovinarvi la sorpresa. La serie, infatti, è sempre ricca si colpi di scena e intrighi. Appena avuto l’incarico, comprende che le stesse persone che l’anno assunto per proteggere Julia, sono i medesimi che vogliono farla “fuori” dalla politica in quanto le sue idee sono scomode a molti. Si trova quindi in una situazione in cui gli viene richiesto di essere spia a sua volta.

Julia dal canto suo, non alle prime armi, è ben consapevole di non potersi completamente fidare di lui. La situazione si gioca quindi su doppi giochi e mezze verità. Lo spettatore non sa bene se ciò che vede sia la versione ufficiale o meno.

La vera svolta si ha quando lo stesso Budd, capisce di essere lui stesso parte di un piano, ma uscirne e far emergere la realtà non sarà così semplice. Di chi si può fidare? come farsi credere? E se lui stesso fosse dalla parte sbagliata?

Alcune domande che si pongono in questa intricata sceneggiatura di grande complessità ma ben scritta. In patria è già un successo con oltre 10 milioni di telespettatori. Fresca di nomina agli Emmy Award, questa serie di pochi episodi si è già assicurata una seconda stagione che verrà presto realizzata. Vi consiglio quindi di vedere questa serie ad alta tensione e come sempre con alcuni svolti romantici come da grande classico dell’azione che si rispetti.

– Michele –

Seven Seconds

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cover

Il racconto di questa serie si svolge inversamente rispetto a ciò che classicamente accade. Brenton Butler è un teenager di colore che sta girando in un parco del New Jersei con la sua bici. E’ inverno e tutto è coperto da neve. Improvvisamente viene investito da un’auto blu. A bordo c’è un poliziotto bianco che sta andando dalla moglie che è in ospedale per il parto del loro primo figlio. Non riusciamo nemmeno a vedere il ragazzo che viene sbalzato, ciò che rimane è l’enorme lago di sangue sulla neve. Ovviamente il requisito razziale sarà determinante in questa storia.

colleghi

Badate bene che non sto facendo spoiler, ma tutto questo è proprio l’inizio della serie. Infatti sappiamo da subito chi sia il colpevole. Il poliziotto chiama così i suoi amici. Gli dicono che il ragazzo è già morto e non vale la pena chiamare l’ambulanza. Così tutto viene insabbiato. Il problema è che Brenton non è morto sul colpo ma dopo svariate ore di agonia. Il caso passa per un’assistente del procuratore con qualche problema di alcolismo. Sembra un caso semplicissimo… ma forse no

procuratrice

L’assistente Harper rimane molto coinvolta da come è morto il ragazzo e dalle circostanze poco chiare. Non sarà per niente facile capire cosa è accaduto e quante persone siano coinvolte. Come succede sempre in questi drammi sono le reazioni delle persone coinvolte che più ci spiazzano e ci rendono quasi increduli.

madre

La seconda presenza femminile forte della serie è la madre Latrice. Quella che non si arrende, che passa per pazza, per quella che non vuole mai rassegnarsi. Quella che insieme all’assistente Harper capirà l’accaduto. Ma come farlo ammettere? Come provarlo? Fino a che punto le persone coinvolte sono disposte a commettere illeciti pur di coprirsi? Queste sono le vere domande a cui dare una risposta. Parliamo non solo della normale corruzione. Coprire significa incolpare altri, commettere atti illeciti, rendersi complici e ancora non assumersi le proprie responsabilità.

epilogo

Riusciranno la procuratrice Harper e l’investigatore degli interni a portare alla luce questa brutta storia? Riusciranno a superare il muro del dipartimento di polizia per fare giustizia alla famiglia Butler? Per scoprirlo dovrete vedere i 10 episodi di questa bella serie tra thriller e poliziesco da vedere tutta d’un fiato.

Se ancora siete poco convinti questo trailer vi toglierà ogni dubbio

– Michele –

La Mante

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Continuo a raccontarvi le serie di produzione europea che riusciamo a vedere grazie a Netflix. Vi ho parlato in articoli precedenti di La casa di Carta, Rita e Marseille. Questa volta si tratta di una miniserie di soli 6 episodi ad alta tensione. La Mante, ovvero la Mantide, è un thriller francese che mi ha conquistato.

cover

Jean Deber è conosciuta con il nome de ” La Mantide” una serial killer che ben 25 anni prima aveva terrorizzato la francia con efferati omicidi verso diversi uomini. Jeane è detenuta in un carcere di massima sicurezza, ma al di fuori un copycat sta emulando i suoi omicidi uno per uno e lei è collegata in qualche modo. La polizia le chiede quindi di aiutarli nell’identificazione del nuovo killer.

figlio

Le richieste di Jean sono ben precise, vuole che il figlio che non vede più da 25 anni si occupi del caso. Damien Carrot nel frattempo ha lavorato in polizia sotto copertura cambiando nome per non essere sempre associato a quella madre scomoda. Sta cercando di avere una vita sua con la compagna ed il figlio di lei. Inoltre richiede di essere trattenuta al di fuori del carcere.

prigione

Da questa sua “Prigione dorata” Jean segue passo passo le indagini della squadra assegnata al caso. Nessuno sa del legame tra Damien e Jean se non il capo della polizia ed il questore. Lei sembra essere impassibile ed insensibile ad ogni tipo scambio con il serial killer. Presto tutti si renderanno conto che dietro a questi omicidi c’è molto di più. Sia Jean che Damien e la sua famiglia ne sono coinvolti direttamente. Non vi dico di più anche per non togliervi la sorpresa.

indagini

Con il complicarsi delle indagini e i pochi passi avanti della squadra, Jean viene scortata in alcuni posti dove sono avvenuti gli omicidi per poter capire e cogliere indizi che nessun altro riesce a scorgere. La serie è scritta benissimo ed è un’escalations di scoperte e nuovi indizi. I rapporti tra il killer e la famiglia si fanno sempre più stretti sino alla scoperta finale.

Lo stesso Stephen King ha mostrato l’apprezzamento per questa miniserie sulla sua pagina FB ufficiale. Sono certo che anche voi sarete risucchiati in un vortice di sospetto e curiosità per questa storia bellissima che vi consiglio caldamente. Come sempre potete lasciare un commento se lo desiderate.

Vi lascio al trailer in lingua originale

– Michele –

CANDICE RENOIR, il nuovo poliziesco francese.

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Ancora una volta, una serie poliziesca di successo arriva dalla Francia. Ero già grande fan di “Profiling”, quindi vedevo con un po’ di sospetto un secondo poliziesco sul genere. E, invece, mi sbagliavo! Questa nuova (per noi) serie, è completamente basata sul personaggio di Candice: comandante di polizia che rientra al lavoro dopo ben dieci anni di assenza. La serie è in onda su France 2 dal 2012, qui da noi arriva in esclusiva per Foxcrime.

Candice ( interpretata da Cècile Bois), è a capo della squadra omicidi. Da subito, si scontra con Antoine Dumas (Raphael Lenglet), il capitano della squadra che era ormai convinto di diventare comandante. Quest’ultimo non nasconde, in alcun modo, la sua ostilità al comandante Renoir e nemmeno il resto della squadra che lo sostiene. Il commissario Yasmine, a sua volta, non vede l’ora di rimuovere Candice dal suo incarico. La ritengono inadeguata e superata. Il motivo è semplice: la nostra protagonista non solo è assente dal lavoro da molti anni, è separata dal marito, ma è anche madre di ben 4 figli!

I ragazzi la assorbono completamente e Candice fatica a coniugare lavoro e vita privata. Due gemelli sempre pronti a mettersi nei guai e due adolescenti che cercano di mantenere la situazione sotto controllo. Inizialmente è il caos a farla da padrone, ma Candice è una madre esperta e un’ottima professionista. In breve tempo sarà in grado di mostrare ai suoi colleghi che è ancora competente ed in grado di chiudere dei casi. La solitudine iniziale, sia al lavoro, sia a casa , dove non riesce sempre a gestire le situazioni, fanno dubitare delle sue capacità. Candice si sente molto sola e conosce il suo vicino di casa.

 

Grazie alla relazione che inizia tra i due, Candice comincia a ritrovare una sorta di equilibrio tra lavoro e famiglia. I casi della omicidi che affronta sono classiche storie di gialli alla vecchia maniera. La narrazione è molto semplice, fluida e anche coinvolgente. Le carte si scoprono man mano e non mancano le classiche piste false. E’ il personaggio di Candice che riesce a dare una svolta alle indagini. Grazie al suo vissuto personale, il comandante Renoir riesce, sempre, ad avere una visione nuova o a pensare fuori dagli schemi. Questo le permette di comprendere meglio i fatti o sostenere le ipotesi che i suoi colleghi tendono a scartare. Spesso si trova sola nelle decisioni, dovendo imporre il proprio grado quando è sicura di ciò che vuole ottenere.

 

Sicuramente non convenzionale nel modo di esprimersi e svilupparsi, Candice Renoir è certamente una serie di valore nel panorama del “crime” attuale. Niente effetti speciali, solo casi molto reali, raccontati da una sceneggiatura fluida e particolareggiata. Sono i dettagli a darle importanza, un po’ come una volta “ La signora in giallo” risolveva i suoi crimini. Il confronto con Profilig viene naturale, vi dico però che le storie e la struttura sono differenti. Qui c’è meno psicologia e più indagine sulle persone e sule situazioni. Sicuramente ancora una volta, abbiamo molto da imparare sulle produzioni dei paesi vicini, non solo come qualità ma sicuramente come recitazione e produzione.

A voi è piaciuta?

 

– Michele –

 

Sherlock del 21th secolo a confronto.

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Avrete probabilmente notato come, negli ultimi anni, il famoso personaggio di Sherlock Holmes sia tornato in auge. La prima spolverata è stata data dal Blockbuster con Robert Downy jr., da qui anche il mondo delle serie pare aver riscoperto la vecchia gallina dalle uova d’oro.

Inizialmente è la BBC che ci propone “Sherlock”, rivisitato nei modi e nei tempi. Il nostro investigatore si trova nella classica Londra, ma quella dei nostri giorni. Indagini nuove, tecnologiche e fresche. Qui Mr. Watson è un giovane reduce di guerra. Un enorme successo commerciale per la BBC, che adotta un nuovo format. Solo 3 episodi a serie in stile lungometraggio.

La risposta americana non tarda ad arrivare, CBS decide infatti di produrre una nuova versione. Nasce così “Elementary”, anch’esso ambientato ai giorni nostri, ma ancor più differenziato. Sherlock ha la sua base a Manhattan, è in terapia post riabilitativa da abuso di alcool e droghe. La novità più assoluta sinora è che Watson qui è, in realtà, una terapista post riabilitativa donna!

Più classica la struttura, gli episodi sono standard, stagioni dalle classiche 22 puntate da 40 minuti circa.

Nonostante le grandi differenze tra ambientazioni, e protagonisti, i due investigatori sono in realtà molto simili caratterialmente. Narcisisti, egocentrici e molto difficili da trattare. Solo i rispettivi Watson paiono avere un influsso positivo su di loro. Ne colgono gli aspetti di debolezza e riescono a potenziarne le capacità.

Personalmente sono sempre stato grande fan di questo personaggio! Ho tutti i libri di Sir Arthur Conan Doyle e non mi sono mai perso un film. Certo queste due trasposizioni sono molto diverse tra di loro, ed ugualmente originali a mio parere. Non saprei scegliere tra le 2 versioni che vi propongo in quanto le seguo entrambe. Posso solo dire che della versione BBC ho acquistato i dvd. Sono però molto interessato alla vostra opinione a riguardo. Cosa preferite di queste serie? E per quale motivo?? Rimango in attesa

– Michele –

The Mentalist, il bene e il male

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imagesThe Mentalist, per chi non lo sapesse si tratta di una serie televisiva statunitense, il cui protagonista, Patrick Jane, interpretato da Simon Baker, collabora con il C.B.I. nelle indagini poliziesche. Il suo unico scopo è usare le indagini per sgominare un serial Killer, John il rosso che anni orsono massacrò la moglie e la figlia di Patrick. Lui vuole catturarlo e ucciderlo per vendicare la sua famiglia.

Patrick è un personaggio davvero originale ed interessante, e la serie ha attirato il mio interesse proprio grazie a questo bizzarro tipo. Lui ha un grande spirito di osservazione che sfrutta per ricavare informazioni utili alle indagini, inoltre “legge le persone”, capisce se stanno mentendo, il loro reale stato d’animo e per quanto si sforzi di affermare che non è affatto un sensitivo, molti lo definiscono come tale proprio per l’incredibile capacità di intuire informazioni che a chiunque non sarebbe possibile accedere.

Patrick sfrutta questa sua caratteristica unica a scopi benefici, aiuta a catturare colpevoli, trova le parole di giusto conforto per chi ne ha bisogno, potrebbe arricchirsi quanto vuole con semplici partite a poker, avendo la capacità di capire quando i suoi avversari bluffano, ma non lo fa, al contrario vive nell’umiltà e nella semplicità. La sua intuitività sovrannaturale gli permette di capire le persone al volo e con domande mirate intrinseche a capacità osservative fuori dalla norma, potrebbe manipolare a suo piacimento chiunque. Pochi gli danno filo da torcere e alla fine ha sempre vinto lui.

download John il roso, non ha un volto fino quasi alla sesta stagione, è un serial killer senza precedenti e firma i suoi omicidi con il sangue delle vittime disegnando una faccetta sorridente sulle pareti dove è avvenuto l’assassinio. Con lo scorrere delle stagioni Patrick si avvicina sempre più a John il rosso e parallelamente ci si fa un’idea del tipo di persona oltre il killer, e risulta piuttosto simile a Patrick. E’ sempre un passo avanti a lui, non solo grazie all’acutezza mentale, ma anche perché è a capo di una organizzazione corrotta che prolifera all’interno del sistema investigativo del CBI, FBI ecc. John è furbo, intuitivo quanto Patrick, con lo stesso spirito di osservazione ma a differenza di Patrick lui usa queste sue qualità a scopo personale e potete ben capire quanto questi siano orribili. John manipola le persone al punto da spingerle a collaborare con lui o addirittura al suicidio.

Ma come da copione, alla fine vincerà il bene.

Patrick e John sono due facce della stessa medaglia, il bene e il male.

PROFILING (la serialità francese fa concorrenza agli usa)

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Siamo verso la fine dell’inverno 2010, quando il canale satellitare Fox Crime promuove la prima serie di Profilig (in originale Profilage). Una serie francese che debutta nel nostro paese. Sin dal promo si intuisce che non è la solita fiction all’italiana (grazie al cielo!), ma di chiaro stampo seriale usa. Trasmesso in Francia per la prima volta nel 2009 dal canale TF1, la principale rete privata, ha avuto immediatamente un gran successo. La storia di per se può sembrare semplice. Chloe Saint Loran è una criminologa che viene assegnata alla polizia di Parigi come consulente per i casi di omicidio più complessi. Il capo della squadra è l’ispettore Perac, uno dei migliori investigatori della città. Il resto della squadra si compone dell’esperto informatico, il simpatico e competente Hyppolite e il tenente Fred Cancel sempre pronta all’azione e a difendere la sua squadra. Chloe viene chiamata dal commissario Lamark a cui fa capo il distretto parigino per gli omicidi, ma sin dai primi momenti si capisce che non è la classica criminologa. Dotata di notevole empatia, Chloe si accorge immediatamente che entrare in una squadra affiatata non sarà per nulla facile. I suoi metodi proprio non convincono l’ispettore Perac, il quale dal canto suo, non riesce a capire le motivazioni del commissario Lamark di questa nuova entrata. Chloe vive in un mondo tutto suo, fatto di ragionamenti e ipotesi tratte dall’osservazioni dei cadaveri e delle scene del crimine. Nella sua testa scorrono le immagini delle sue teorie, tanto da non accorgersi di ciò che le accade intorno. Spesso fonte di imbarazzo per la squadra che non riesce a capire i suoi metodi, il suo personaggio è il centro focale di tutta la serie. Chloe non è la classica eroina , bella , senza incertezze o infallibile, ma è una persona che fatica nella vita di tutti i giorni. La sua grande competenza professionale stride con la sua vita privata totalmente sregolata. Vive sola in un piccolo appartamento del centro città, non ha amici per via del suo impegno sul lavoro, non ha alcun tipo di relazione sentimentale forse anche dovuto ai problemi emotivi che la accompagnano. Nasconde un segreto nel suo passato. Della sua famiglia non sappiamo praticamente nulla e la sola persona che pare conoscere i suoi segreti è il commissario Lamark che la sostiene fortemente. Odile Vuillemin (l’attrice che interpreta Chloe) ha studiato sociologia e psicologia, materie importanti che le hanno dato così la possibilità di apportare un valore aggiunto alla creazione del suo personaggio. La sua forza è quella di mostrare tutte le sue fragilità senza paura, tentando disperatamente di crearsi una sua vita personale. Questo la rende estremamente umana e fa si che lo spettatore si senta parte delle sue storie e dei suoi problemi quotidiani. Certo essere Chloe non è proprio semplice, spicca infatti per il suo modo eccentrico di vestire. Indossa colori spesso molto accesi, delle calze viola, borse dai colori sgargianti e strani cappotti. La forte caratterizzazione del suo personaggio ha influenzato il pubblico, tanto che in Francia sono nati veri e propri blog di moda sulle sue mise. Gli spettatori sono quindi coinvolti in quella che è una vera e propria ricostruzione del suo privato e del suo passato, ed al tempo stesso, nelle indagini dei casi che affronta. A piccoli passi cerca di far parte della squadra che a volte sembra poter essere una famiglia.

Il primo che vede in lei una persona di cui fidarsi è Hyppolite l’informatico. Il suo personaggio è estremamente positivo e funge da collante tra i protagonisti. Ha sempre la battuta pronta per smorzare i momenti di tensione, mentre per la sua grande capacità professionale è colui su cui tutti fanno affidamento per scoprire informazioni e il passato delle vittime dei crimini su cui indagano. Grazie a lui anche la cinica Fred comincia ad accettare la nuova collega, in realtà inizialmente lo fa solo per fare un favore ad Hyppolite, ma deve poi riconoscere che i metodi di Chloe sono effettivamente efficaci, tanto che grazie a lei riusciranno a salvare molte vite. Fred è la classica poliziotta che agisce, sempre diretta e dice quello che pensa con fermezza. Il suo lato femminile viene inizialmente messo da parte, lo si vede dal modo di vestire e dai suoi comportamenti, ma credo che il suo personaggio sia quello che si impara ad apprezzare interamente negli episodi. Infine abbiamo l’ispettore Perac, padre di una bambina piccola, sembra avere la perfetta vita matrimoniale. Una moglie che capisce il lavoro che fa, e quindi le sue continue assenze. E’ il più diffidente verso la nuova arrivata, inizierà una piccola crociata personale indagando sempre più a fondo sul passato di Chloe cercando di scoprire i suoi segreti ad ogni costo, ma quando arriverà ad un passo dalla verità si dovrà domandare se questa vale la perdita della collega, che nei suoi confronti ha sempre dimostrato rispetto e stima. Fondamentale è anche il personaggio del commissario Lamark su cui però non posso rivelarvi molto in quanto estremamente legato al passato di Chloe e quindi ai suoi segreti. L’impronta americana della serie si vede e fa pieno centro. La sceneggiatura sempre brillante e mai ripetitiva, la pone come una delle serie di punta europee nel panorama internazionale, caratterizzato soprattutto negli ultimi anni, da tagli e interruzioni seriali per mancanza di ascolti. Senza contare poi, che proprio la produzione ha dichiarato si essersi spesso ispirata a casi realmente accaduti in Francia negli anni passati. Da notare assolutamente anche l’assenza quasi totale di effetti speciali, seppur moderna infatti la serie non si presenta come una C.S.I ma basata sui dialoghi, il ragionamento e l’indagine. La storia di ogni episodio si compone man mano, grazie alle teorie che vengono formulate in base agli interrogatori della polizia e alle capacità di analisi di Chloe. Questa struttura guida lo spettatore nell’indagine aiutandolo a raggiungere la soluzione insieme alla squadra investigativa. Altra protagonista della serie è la città di Parigi, così come lo era stata NY a suo tempo per Sex and the City. Ci mostra le parti più belle di una grande capitale proprio a pochi passi ,che in larga parte il pubblico europeo conosce, o ha visto tramite televisione altre volte. Persino io un paio di anni fa mentre visitavo Notre Dame, sono riuscito a vedere l’edificio che nella serie viene usato come distretto della polizia che si trova proprio alle spalle della cattedrale a lato del fiume. Le riprese della città sono filtrate con luci calde, dal giallo all’arancione. Lo scopo è quello di dare un’idea di città vicina, confortevole un pò come dire “potrebbe essere una qualunque grande città, anche la vostra”. Abituati ormai a vedere sempre di più set ricostruiti, o serie girate negli studios a Los Angeles anche se poi sono ambientate in altre città come New York, Chicago ecc, il fatto di usare una città europea, aiuta proprio per la bellezza e la storia dei suoi quartieri e monumenti. Gli esterni sono tutti girati nei quartieri della città , senza ricostruzioni e questo si vede e si apprezza decisamente. Il ritmo della serie è serrato, alternando però alle indagini le vite private dei protagonisti, una formula vincente che trattiene sino alla fine dell’episodio. Mentre i casi di omicidio sono conclusivi nei 50 minuti circa, le vicende personali dei protagonisti seguono una linea temporale più ampia che si conclude con la serie. Sono state girate sino ad oggi 4 stagioni di Profiling, il cui numero di episodi è di molto inferiore rispetto alle serie tv a cui siamo abituati. Si va infatti dagli 8 della prima ai 12 della seconda. In gran parte dovuto al fattore economico, infatti non ci sono studi di produzione americani alle spalle. La risonanza di questa serie è dimostrata dal fatto che quest’anno ha partecipato al Courmayer noir festival. L’attrice Odile Vuillemin ha presentato la quarta serie che è stata trasmessa in prima mondiale proprio in Italia… a quanto pare ogni tanto riusciamo a battere i nostri colleghi d’oltralpe. Apro una parentesi per mostrare come nel panorama italiano non esista un prodotto seriale che possa essere comparato per qualità. Le nostre serie risultano troppo spesso finte e artefatte, poco reali. Gli attori scelti per la gran parte non sono in grado di fornire interpretazioni di buon livello. La Francia nell’ultimo triennio ha esportato grandi successi sia dal punto di vista seriale, che dal mondo cinematografico anche qui in Italia (uno su tutti cito “Quasi Amici”). Credo che sia in atto una nuova tendenza nella produzione delle serie tv in europa. Si pensi al primo tentativo con Missing che aveva come protagonisti Giannini e A. Judd, anche se poi concluso con poco successo, o al nuovissimo Crossing Lines che pare invece abbia catturato il pubblico internazionale.

Profiling è arrivato alla quarta stagione con un progressivo miglioramento, sia nella struttura, sia nell’immagine. E’ proprio questo continuo e visibile miglioramento che mostra quanta attenzione ci sia in questa produzione. Per coloro che non hanno il satellite, segnalo che è possibile vedere la serie anche sul canale Cielo del digitale terrestre. In attesa della quinta stagione di cui sono appena terminate le riprese in Francia, vedremo quali saranno gli sviluppi futuri di questa serie.

-Michele-