Fuori dalle mappe. Per viaggiare anche da casa!

Standard

Mi hanno regalato questo libro per il mio compleanno e pur avendolo a casa da tempo, non avevo mai pensato di proporvelo! Eppure ne vale davvero la pena. Qui non si parla del classico libro di viaggi e non ci sono grandi foto di paesaggi o mete turistiche famose. Come recita sotto al suo titolo:

Citta Invisibili – Luoghi perduti

Stati senza territorio – Isole artificiali

Cimiteri viventi – Aeroporti occupati

Festival edenici – Labirinti sotterranei

Solo questi piccoli indizi posso stuzzicare la fantasia di ciascun appassionato di viaggi. La stagione tra l’altro si sta aprendo e gli spunti per viaggiare si sprecano. Se cercate itinerari precostruiti o tour siete proprio fuori strada. In questo libro troviamo posti conosciuti e non raccontati come libri. Da vivere come storia, singolarità, particolarità.

I suoi capitoli racchiudono piccoli tesori da esplorare e quindi ad esempio: Capitolo SPAZI PERDUTI, possiamo trovare Leningrado o l’antica Mecca. Su quest’ultima oltre l’ubicazione scopriremo l’origine, l’evoluzione, cosa le sta girando attorno e come stia cambiando la stessa città e cultura che la circonda.

Nel capitolo CITTA’ MORTE: troverete ad es. Il parco archeologico dell’incompiuto siciliano, Wittenoom o Prypiat. In quest’ultima si scoprirà dal suo passato ad oggi cosa abbia portato questa città ad essere ciò che è ora. Troverete poi capitoli davvero molto interessanti come:

  • Geografie nascoste
  • Luoghi effimeri
  • Terre di nessuno
  • Spazi di eccezione
  • Isole galleggianti

L’autore è Alastair Bonnet, londinese di nascita è professore di Geografia Sociale all’università di Newcastle. Si divide tra i lavori accademici a libri per il più grande pubblico. Fuori dalle mappe risulta essere la sua produzione più particolare ma per capirne i motivi davvero vale la pena di leggerlo. Immergersi in luoghi, storia, politica, religione, turismo. Un libro che vi farà viaggiare dal divano di casa. Assolutamente consigliato, in tutte le librerie fisiche ed online.

Michele

La cura dello stupore – Michele Marziani

Standard

La cura dello stupore, edito da Ediciclo, racconta la storia del suo autore, Michele Marziani, scrittore, giornalista, da sempre legato ai temi sociali, dell’ambiente, alla valorizzazione dei territori e della cultura enogastonomica italiana. Marziani, a un certo punto della sua vita, decide di trasferirsi dalla città moderna alle zone più isolate della Valsesia, regalandoci un racconto personale di stupori ed esperienze che si mischiano al suo presente e passato.

Le piante, le erbe e il silenzio sono le prime cose che caratterizzano questo cambiamento di vita che avviene proprio in periodo di inizio pandemia. Le restrizioni e il lockdown assumono un significato diverso rispetto alla città. Le informazioni arrivano dalla piccola edicola di paese, sulla carta stampata, niente internet né televisione. L’autore vuole apprezzare il tempo che le parole su carta hanno di depositarsi anche nei pensieri, lasciandosi la possibilità di adattarsi alla vita di un piccolo paese montano, che ha un ritmo differente; nell’isolamento Marziani trova il modo di apprezzare e conoscere le piante e le loro proprietà. La maggior libertà data dalla sua situazione lo fa sentire un privilegiato rispetto ai cittadini. Circondato da libri, la sua vita ha una stretta connessione con questi ultimi e le sue esperienze vengono filtrate dalle letture che ci consiglia durante il suo racconto.

Così mi sono ricordato che quassù in montagna mi avevano spinto i libri. Mi ci aveva portato Henry David Thoreau(…)Mario Rigoni Stern, Dino Buzzati mi avevano detto di venire qua.”

Arrivano così i ricordi del suo passato, la sua famiglia e i numerosi traslochi fatti. Un percorso che lo ha portato fino dove oggi si trova. Un ambiente aperto e puro che gli è congeniale, contrapposto al racconto di uomo di città che per quindici anni non ha mai avuto necessità di un’auto. Questo perché i grandi centri hanno trasporti e amici che ti danno i passaggi. Passare dal non aver mai pensato ad una scadenza di assicurazione, revisione etc. alla consapevolezza di essere in una valle che lo costringe ad avere un’auto per non sentirsi isolato e solo.

Ritorno sulla strada di casa. Sui pensieri attorno al possedere le cose. Ma anche intorno all’abitare. Alla grandezza in metri quadri dei luoghi dove si passa la vita. Ne ho occupati di minuscoli e di immensi.”

Marziani prosegue parlandoci della sua famiglia, dei figli e del suo lavoro, offendo così un viaggio molto introspettivo e personale in cui alcune situazioni private emergono filtrate sempre dal punto di vista dell’autore che si espone con l’uso di libri che lo hanno colpito o affascinato. Non potrebbe essere altrimenti, visto la passione che Marziani mostra per la letteratura e la lettura in generale.

Le cose che più si apprezzano di questo viaggio nella sua vita sono l’uso delle parole e dei riferimenti letterari: le parole perché sono chiaramente ricercate, per suscitare nel lettore una raffigurazione di quanto ci racconta, come volerlo mostrare direttamente dai suoi occhi; i continui riferimenti agli autori e ai libri che lo hanno formato, accompagnato e guidato nelle sue scelte è per molti versi interessante.

Cela però una possibile difficoltà, poiché risulta a volte complicato non perdersi nel filo sottile che lega i ragionamenti alle sue esperienze di vita e dei suoi racconti familiari da quando era un ragazzo sino all’età adulta. Mentre la prima parte del libro appare più concreta, con i paragoni di due vite molto diverse e il racconto di adattamento a una nuova vita più isolata con tutto ciò che ne consegue, la seconda parte è molto più introspettiva e meno reale

La cura dello Stupore è un libro che sa affascinare il lettore per come è scritto e lo trasporta piacevolmente in un mondo di introspezione singolare, che guida anche il lettore a riflessioni personali spesso mai ricercate.

Michele

Alexandre Dumas, Vent’anni dopo

Standard

Aanno pubblicazione: 2009

Cognome autore: Dumas

Nome autore: Alexandre

ISBN: 978-8817029001

Pagine: 868

Prezzo: 12,00 €

Nome traduttore: Giuseppe Aventi

Collana: BUR

I Vent’anni dopo del titolo si riferiscono al tempo passato dalla fine delle avventure narrate ne I tre moschettieri (non è vero: il romanzo, a puntate, fu pubblicato appena pochi mesi dopo, complice l’enorme successo della prima parte!). Il cardinale Richelieu è morto e al suo posto c’è il cardinale italiano Mazzarino; anche Luigi XIII non c’è più e il figlio, Luigi XIV, è ancora un bambino sottoposto all’autorità della madre, la regina Anna d’Austria.

D’Artagnan ha quarant’anni, è tenente nei moschettieri del re (ma non ha fatto la carriera che avrebbe voluto) e non vede i suoi amici da molto tempo.

Dopo un’insurrezione del popolo, Mazarino viene a conoscenza delle imprese passate di D’Artagnan e, convocatolo, gli chiede di riunire i suoi amici per combattere la Fronda che mina l’autorità reale (e promette a D’Artagnan di nominarlo capitano dei moschettieri se avrà successo).

Solo per questo motivo D’Artagnan inizia a cercare i suoi amici. Ma non erano inseparabili? Sì, quando erano giovani uomini con il sangue caldo. Hanno trovato un loro posto nel mondo e hanno abbandonato parte dei loro sogni (anche se alcuni covano ancora sotto la cenere).

Per primo ritrova Aramis (il cavaliere d’Herblay) che è diventato abate e appoggia la Fronda. Poi D’Artagnan va da Porthos, che ha acquistato molte proprietà grazie al denaro della moglie ora deceduta ed è divenuto il signor du Vallon de Bracieux de Pierrefonds. Non ha purtroppo realizzato il suo sogno, quello di essere nobile. D’Artagnan gli promette il titolo di barone se lo aiuterà contro la Fronda e naturalmente Porthos decide di seguirlo.

L’ultimo incontro è quello con la persona più cara, Athos (il conte di La Fère), che abita nella tenuta di Bragelonne ed è il tutore di un ragazzo che gli somiglia e di cui è il padre (anche se la notizia non è nota): Raoul (Visconte di Bragelonne).

E’ proprio Raoul che incontra per primo il cattivo di questo libro che altri non è che il figlio di Milady, Mordaunt, che vuole vendicare l’uccisione della madre a opera del boia di Béthune, lo zio Lord Winter e i quattro moschettieri.

Nel frattempo Athos e Aramis, fedeli a Enrichetta Maria, sorella di Luigi XIII e moglie del re d’Inghilterra, Carlo I, vanno in Inghilterra in soccorso del re che è stato attaccato dalle truppe di Cromwell. Anche D’Artagnan e Porthos vanno in Inghilterra per ordine di Mazzarino per portare una lettera allo stesso Cromwell.

Qui i quattro amici si ritrovano e decidono di servire Carlo I, dapprima cercando di farlo fuggire, quindi cercando di impedire che venga ucciso a Londra: come sappiamo dalla Storia, non avranno successo… e il motivo è sempre Mordaunt che sembra un essere mandato dall’Inferno più che un giovane uomo. La resa dei conti avviene su una barca, quando i nostri eroi lasciano l’Inghilterra per rientrare a Parigi: la barca viene imbottita di esplosivo, ma sono i sicari di Cromwell a saltare in aria, mentre gli ex moschettieri si salvano su una scialuppa. Mordaunt cerca di farsi salvare da loro e quasi ci riesce: Athos prova pena per lui e questo senso di colpa quasi lo perderà perché Mordaunt tenterà di affogarlo insieme a lui… ma Athos riesce ad accoltellarlo e nulla si frappone al rientro dei quattro amici in patria.

Dopo una serie di altre vicissitudini, che intrecciano fatti inventati con accadimenti storici, i quattro protagonisti ottengono quanto da loro desiderato… e si ridividono, tornando ognuno alle sue faccende. Ma sarà vero? Cosa succederà nella terza parte?

Sappiamo che sono ancora amici, ancora i loro cuori battono: “tutti per uno, e uno per tutti” e le loro avventure fuori dalla Francia sono state ancora più coinvolgenti di quelle del volume precedente.
Insomma, un saaaaaacco di pagine, a cui forse siamo meno abituati, ma ne vale sicuramente la pena!

Sabrina

ALEXANDRE DUMAS, I TRE MOSCHETTIERI

Standard

Anno pubblicazione: 2003

cognome autore: Dumas

nome autore: Alexandre

ISBN: 978-8817106979

pagine: 721

prezzo : 10,00 €

nome traduttore: Giuseppe Aventi

collana: BUR

Chi non conosce la trama de “I tre moschettieri”? Nella Parigi di inizio ‘600 (per essere precisi: nel 1625) arriva D’Artagnan, giovane guascone che vuole diventare moschettiere al servizio di Luigi XIII.

All’inizio le cose non sembrano prendere la giusta piega: smarrisce la lettera di raccomandazione che il padre aveva scritto per il Signor de Tréville (capo del summenzionato corpo) e riesce ad attaccare briga con i 3 più famosi e forti moschettieri di Francia (Athos, Porthos e Aramis… i nomi vi ricordano qualcosa?). Complice il comune nemico, ovvero le guardie del cardinale Richelieu che li attaccano prima che il duello abbia inizio, prende avvio l’amicizia che renderà il quartetto ancora più famoso.

Non potrebbe trattarsi di un romanzo di avventura se non ci fossero intrighi, spie, rancori, e una spruzzata di personaggi malvagi… e quindi i nostri eroi vengono mandati a Londra per recuperare alcuni gioielli di diamanti incautamente regalati dalla regina Anna d’Austria al Duca di Buckingham. E’ proprio il nostro cadetto a raggiungere sano e salvo Londra e a tornare giusto in tempo a Parigi perché la regina indossi i gioielli e il suo onore sia salvo. Facciamo in questa occasione la conoscenza con la cattiva del romanzo (che sarà presente indirettamente anche nel “sequel”): la migliore delle spie del cardinale, la bellissima Milady de Winter.

Questa donna dall’oscuro passato è stata parte importante della vita di Athos, l’amico che incarna quasi una figura paterna per D’Artagnan, anche se dopo la confessione segue la smentita (come sempre in questi casi si tratta di un fatto avvenuto “a un mio amico”!).

Facciamo la conoscenza di Constance Bonacieux, guardarobiera della regina di cui D’Artagnan è innamorato, che viene fatta rapire da Milady per vendicarsi dell’affronto subito: per una donna come lei non è pensabile essere battuta da un ragazzetto di provincia… e infatti nel corso del romanzo questa donna diabolica riesce a ingannare, tradire, uccidere, fino a quando non viene fermata (a fatica, e al prezzo di perdite personali) dai 4 moschettieri, finalmente riuniti.

Dopo questa avventura che segna i nostri protagonisti (far uccidere una donna, sebbene così empia, non è stato facile nemmeno per loro), il cardinale Richelieu riconosce le capacità di D’Artagnan e lo nomina luogotenente dei moschettieri del re.

I quattro amici non possono che separarsi: il nostro guascone prende possesso del proprio grado; Porthos sposa la signora Coquenard, anziana e ricca vedova (e spera così di iniziare la sua scalata sociale), Aramis prende l’abito sacerdotale in un convento di Nancy (ma siamo sicuri che riuscirà a stare lontano dalle avventure galanti?!?) e Athos ottiene una piccola eredità nel Rossiglione (ed è l’unico per cui proviamo viva preoccupazione: ama troppo il vino, ha perso per sempre la donna che lo aveva fatto innamorare, come potrà reagire?).

Non so cosa mi aspettassi avvicinandomi a questo pilastro della letteratura ma ho trovato divertimento e una piacevolezza che va oltre i difetti (che pure esistono). Fino a un certo punto le immagini sulla carta si sono sovrapposte a quelle di uno dei film più riusciti, poi i veri personaggi (quelli di carta) si sono liberati e mi sono trovata di colpo su uno sloop durante una tempesta per raggiungere l’Inghilterra 😉

Insomma, un numero di pagine importanti, che forse non siamo più abituati a leggere e a “trasportare” (e infatti ho usato il mio fidato Kindle), ma ne vale sicuramente la pena!

Sabrina

La Svolta di Nina

Standard
Bardi. Manuela Fulgoni autrice del libro La svolta di Nina. Manuela ha conseguito la laurea in Psicologia Clinica e possiede uno studio a Fornovo. Come molti, approfitta del lockdown più agguerrito per scrivere questo romanzo  in seguito alla propria autoanalisi ed un certo avvicinamento del mondo spirituale. L’approccio per il lettore è quello del self help dove il genere femminile può immedesimarsi, rispecchiarsi e magari trarre suggerimenti per sentirsi meglio ma non solo, esso può rivelarsi un efficace strumento introspettivo allo scopo discoprire meglio i nostri reali bisogni che non sempre vanno di pari passo con i nostri desideri.
Il romanzo appare scorrevole e per nulla difficile teso ad una comunicazione semplice ed immediata.
La trama è riflesso di vita quotidiana dove la protagonista si trova incastrata in rapporti difficili e complessi mettendo in gioco la propria personalità, alla ricerca dell’amore rischiando di perdere sè stessa, impegnandosi profondamente e con dedizione in relazioni che sembrano consumarla. Nina compirà dunque, un importante percorso culturale e spirituale  che la porterà ad accettarsi e a ritrovare sé stessa.
Romanzo sincero ed autobiografico», in quanto in  La svolta di Nina  si svolgono varie storie ed esperienze di persone reali più orientate verso il gentil sesso che verso galantuomini ma non temete teneri maschietti perchè «Sicuramente l’immedesimazione è più facile per l’universo femminile ma vi sono tante curiosità che agli uomini potrebbero interessare, sia per capire come approcciarsi al mondo femminile, ma anche per comprendere il punto di vista delle donne».

Gli Aerostati, Amelie Nothomb

Standard
  • – Anno Pubblicazione 2021
  • – ISBN 978-8862434171
  • – Pagine 128
  • – Prezzo 16 euro
  • – Traduzione Federica di Lella
  • – Collana Voland

“Gli aerostati” è l’ultimo romanzo della nota scrittrice belga, giunta alla sua ventinovesima “fatica”.

Ambientato a Bruxelles (alquanto insolito per la Nothomb che ci ha abituati ad atmosfere più “esotiche”) vede protagonista Ange d’Aulnoy, solitaria studentessa di filologia di 19 anni che risponde a un annuncio per dare ripetizioni e raggranellare qualche soldo in più. Si trova davanti Grégoire Roussaire che la assume per aiutare con lo studio suo figlio Pie, un sedicenne apparentemente dislessico che ha un debole per la matematica, per le armi e per gli aerostati, e che rischia di non superare gli esami di fine anno a causa della sua riluttanza verso la letteratura.

E proprio alla letteratura, e a Omero, viene riservato un posto d’onore nel romanzo, una sorta di atto d’amore: quando Ange capisce che non esiste un reale problema di apprendimento e che Pie non ha mai letto un libro, gli “prescrive”, quasi fosse una medicina in grado di guarirlo, la lettura dell’Iliade.

Cura che funziona, tanto è vero che lo studente lo divora in una sola notte e porta alla sua insegnante una prospettiva insolita e interessante. Dove fallisce Stendhal, arriva l’aedo cieco che negli ultimi anni ha ispirato numerosi scrittori in tutta Europa (per citare solo i nostri conterranei, Omero, Iliade di Alessandro Baricco e Achille piè veloce di Stefano Benni tra gli altri), come a dire che tanta della nostra letteratura è debitrice delle imprese degli eroi dell’Iliade.

Nel frattempo Pie si invaghisce di Ange e, contemporaneamente, si va esasperando in lui l’odio per i genitori: questi sono i tipici rappresentanti di un milieu sociale in cui non si fa nulla che non sia improntato al riconoscimento sociale, e anche questo permeato da quell’apatia che si appiccica su tutto quello che fanno (la madre colleziona oggetti che compra e ammira su Internet e che non ha mai tenuto in mano per evitare di avere a che fare con oggetti reali).

E’ Pie con il suo sentimento verso Ange che muta profondamente la ragazza, rendendola meno “Angelo” e più essere di carne. Lei inizia a vedere gli altri con occhi diversi e sé stessa con occhi nuovi. Il rapporto di Ange con il suo professore è in questo senso “dimenticabile”, e risente dalla concentrazione in poche pagine di una storia forte e di numerose sottotrame: questa serve esclusivamente a far riflettere Ange sulla vita terrena che tutti conosciamo, e poco altro. La duplice relazione maestro e allievo è uno dei temi trattati, come anche la mancanza di comunicazione e sulla solitudine che si affronta ad ogni età.

Ma principalmente si tratta della celebrazione della lettura e della giovinezza, con una sfumatura noir che immancabile spiazzerà i lettori nelle ultime 10 pagine, come del resto sono/siamo abituati da quando, nel 1992, Amélie ha iniziato a muovere i primi sfolgoranti passi nel mondo della letteratura.
E adesso non ci resta che aspettare impazientemente il trentesimo libro…

Sabrina

Dietro i suoi occhi

Standard

Per gli appassionati di serie tv, questo titolo è sicuramente familiare, mentre per gli altri potrebbe essere una interessante novità. Dietro i suoi occhi è una mini serie di soli 6 episodi che viene realizzata dal best seller omonimo di Sarah Pinborough ( che trovate in tutte le librerie). Ho seguito questa storia e ne sono rimasto un pò perplesso. Vi propongo quindi, quelli che sono per me i punti forti e deboli, come sempre lascio a voi la decisione se vederlo o meno.

La storia si svolge a Londra e per quanto scontata inizialmente vi possa sembrare, per fortuna c’è più di quanto appare. Adele e David ( i primi due a sinistra della copertina) sono una coppia sposata che da poco si è trasferita a Londra. Louise è invece una madre single che lavora come segretaria nello studio medico dove David arriva ( come psichiatra). Tra Louise e David scatta subito la scintilla, lei è una ragazza madre con un figlio non ancora adolescente.

Inizialmente Louise non sa nemmeno che David sia sposato, e la cosa ancora più strana è che lei e Adele si conoscono e iniziano a frequentarsi. Fino a questo punto la storia parrebbe scontata. La parte interessante è il fatto che si capisce subito che Adele ha un suo piano in mente. Sa molto più di quanto dice ma ancora non ne comprendiamo lo scopo. Tra lei ed il marito David c’è un rapporto malsano di dipendenza. Non c’è amore tra loro eppure qualcosa li lega fortemente. La storia di Adele è molto complicata, vediamo vari flashback della sua vita da ragazza in cui è rinchiusa in un istituto psichiatrico dove è proprio David il suo dottore.

Del suo periodo di ricovero non sappiamo molto. Strettamente legata ad un altro paziente, Rob, con il quale condivide tutto anche la sua attrazione per David. I due ragazzi insieme sperimentano delle tecniche di rilassamento in cui le anime della persone possono uscire dal proprio corpo per viaggiare nello spazio, spostarsi e vedere ciò che accade intorno a loro. La parte soprannaturale della serie non è preponderante ma assolutamente fondamentale nella storia.

Non posso svelarvi molto della serie, altrimenti poi non varrebbe più nemmeno la pena di seguirla. Gli ingredienti di questa serie sono: mistero, thriller, erotismo e un pizzico di soprannaturale. Come in ogni ricetta però, anche se gli ingredienti sono ottimi non sempre il risultato è completamente gradevole. Questo a mio parere ne è il caso.

Fatemi sapere sulla nostra pagina Facebook che cosa ne pensate se lo avete visto e lasciateci un commento…

Vi lascio al trailer per qualche spunto.

  • – Michele –

Michel Robert, La bocca delle Carpe

Standard

La bocca delle carpe. Conversazioni con Amélie Nothomb

  • Anno pubblicazione 2019
  • Autore: Michel Robert
  • Pagine 128
  • Prezzo 15 euro
  • Edito Voland
  • Tradotto da Sara Manuela Cacioppo

       

Premessa intellettualmente onesta: io adoro Amélie Nothomb.

Quando era ancora possibile partecipare alle presentazioni dei libri io ero sempre in fila per andarla ad ascoltare e farmi firmare il suo ultimo romanzo… diciamo l’intera verità: se me lo chiedesse mollerei tutto e tutti e scapperei con lei.

La mia è però una di quelle passioni che si nutre di quello che scrive la persona, e non della sua vita privata, (di cui sapevo quello che si legge in quarta di copertina). Mi sono incuriosita quando sono venuta a conoscenza di questo libro, che in Italia è pubblicato dall’editore di tutti i romanzi della Nothomb, mentre in Francia da un editore meno conosciuto di Albin Michel, e ho deciso di acquistarlo.

I numeri di questa artista sono impressionanti: 27 romanzi all’attivo, tradotta in 45 lingue, e la cifra strabiliante di 16 milioni di copie vendute.

Michel Robert, scrittore e artista visivo, ha raccolto in questo volume le conversazioni che ha avuto in anni diversi con Amélie.

Devo ammettere che non ho sempre apprezzato le domande di Robert: si ha a volte l’impressione che voglia fare sfoggio della sua conoscenza delle opere della scrittrice per fare “bella figura”, piuttosto che per analizzare più nel dettaglio alcuni temi, ma ha sicuramente il pregio di aver coperto tutta la gamma delle domande possibili.

Si spazia così dall’infanzia di Amélie fino alla vita adulta, dalla consapevolezza delle sue fragilità e del suo dono (che lei definisce l’unica cosa che sappia fare) ai suoi pensieri sulla politica, la letteratura e il rapporto con i suoi ammiratori e con le critiche, anche feroci, di cui è stata ed è oggetto. Si fa anche un accenno alla sua famiglia, il rapporto con l’amore… insomma, il ritratto a 360 gradi di una donna sicuramente fuori dal comune, dotata di una straordinaria sensibilità e di una sconfinata dose di gentilezza e ironia.

A proposito: perché è stato scelto questo titolo? Perché per la nostra artista nulla è più dégoûtant della bocca di questi animali, ed è stato per causa loro che, a 4 anni, la Nothomb ha tentato per la prima e ultima volta il suicidio… come non ammettere che si trattava di una bimba dal temperamento volitivo?

Lettura imperdibile per chi non vede l’ora di leggere la sua nuova opera.

– Sabrina –

Il colore delle Magnolie

Standard

La serie tv di cui vi parlo oggi è tratta da una serie di ben 11 libri dell’autrice Sherryl Woods. Decisamente più famosa in America rispetto al mercato europeo, Netflix ha deciso di trarne una serie. Vi avviso subiro che questa serie è riservata per lo più ad un pubblico femminile o prettamente familiare.

Le tre protagoniste assolute sono tre amiche per la pelle: ( da sinistra nella nostra foto) Dena Sue, Helen e Maddie. Ciascuna di loro alle prese con i problemi personali. Dena Sue sta crescendo una figlia adolescente da sola, è uscita da un matrimonio non facile e sta cercando di tenere il suo ristorante come capo chef.

Interpretata da Brooke Elliot, divenuta famosa grazie alla serie Drop Dead Diva ( vedi articolo legal drama) e soprattutto lontana dallo stereotipo dell’attrice perfetta come lo sono le altre due.

Helen ha fatto carriera ed è un avvocato di successo, segue le amiche che conosce da una vita ma si occupa anche dei problemi della città. Se il lato professionale va bene, quello privato stenta a decollare e seppur fortemente voluta, una relazione stabile pare non essere in arrivo.

Ovviamente qualche possibilità non tarderà ad arrivare… proprio mentre Helen è occupata in uno dei suoi casi in cui cerca di trarre il meglio per la sua comunità.

Infine abbiamo Maddie, su cui si concentrano maggiormente le vicissitudini. Lasciata da un marito medico e conosciuto per una ragazza molto più giovane di lei e rimasta incinta. Inoltre ha 2 ragazzi a cui badare uno dei quali gioca molto bene a Baseball. Mentre Helen cerca di essere la madre perfetta in balia tra un pettegolezzo e un problema familiare si innamora proprio del coach del figlio.

Ora che vi ho illustrato un po’ la trama, vi chiederete cosa ha di speciale questa serie. In effetti se pur prevedibile e spesso banale nella storia, spicca per la buona recitazione delle tre protagoniste. Le storie che vengono affrontate sono quelle della vita vera, ma più edulcorate per le famiglie e i valori che cerca di portare. Amicizia, amore, famiglia, lealtà. Il ” fare la cosa giusta paga”. Direi parecchio buonista. Eppure ogni tanto un po’ di positività ci vuole.

Una storia di amicizia in cui i drammi non sono troppo calcati ed in cui c’è sempre al tuo fianco una persona che può darti una mano. Insomma un prodotto leggero e che potrebbe farvi trascorrere qualche ora spensierata. Di questi tempi mi son detto… perché no?

Se avete un’opinione a riguardo vi ricordo che sulla nostra omonima pagina Facebook potete scriverci!

Il pubblico della nota piattaforma streaming sembra averlo apprezzato ed è quindi stata confermata una seconda stagione.

– Michele –

YU HUA, Cronache di un venditore di sangue

Standard

Cronache di un venditore di sangue:

  •  Anno 1195
  • Autore YU HUA
  • Pagine 240
  • Prezzo 9,02 Euro
  • Traduttore M.R.Masci
  • Feltrinelli – Universale Economica

E’ sempre pericoloso leggere due libri di uno stesso autore a distanza ravvicinata (il mio primo incontro con Yu Hua è avvenuto nel giugno di quest’anno con Il settimo giorno, che straconsiglio!)

ma lui ha decisamente superato questo scoglio.

Xu Sanguan, il protagonista, lavora in una fabbrica di seta e proviene da un paese della campagna cinese in cui è tradizione la vendita del sangue per integrare il magro guadagno che frutta il coltivare la terra. Il sangue è un “dono” degli antenati e non può essere venduto per motivi poco importanti (al contrario della mentalità cittadina per cui è quasi “immorale” vendere qualcosa che non è interamente nostro).

Il protagonista nel corso della sua vita lo venderà dieci volte, e sempre per motivi legati alla famiglia: per sposarsi, per la nascita dei figli, per dargli da mangiare durante la crisi economica scatenata dal comunismo, per le malattie dei figli, e per farli tornare in città dal loro periodo di servizio nelle campagne.

La vendita del sangue è sempre seguita dallo stesso rituale: un pranzo nello stesso ristorante a consumare un piatto di fegato di maiale saltato e cento grammi di vino di miglio (caldo!), perché non è un commercio come tutti gli altri e deve essere celebrato degnamente.

Attraverso gli occhi di questo personaggio tragicomico viviamo gli anni e le miserie della Repubblica Popolare Cinese, dalla comune popolare al grande balzo in avanti, al triennio della grande carestia, alla Rivoluzione culturale, fino ai giorni nostri.

Per capire i cambiamenti di questo immenso paese può bastare la visione grottesca, disincantata e commovente di Xu Sanguan? Di sicuro attraversa i decenni con uno sguardo pragmatico, pronto a tutto per salvaguardare e salvare la sua famiglia. I suoi sforzi sono descritti in modo quasi piatto, ed è difficile immedesimarsi in uno dei protagonisti, ma proprio per questo le sue disavventure e il suo compito risuonano così potenti.

– Sabrina –