Fuori dalle mappe. Per viaggiare anche da casa!

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Mi hanno regalato questo libro per il mio compleanno e pur avendolo a casa da tempo, non avevo mai pensato di proporvelo! Eppure ne vale davvero la pena. Qui non si parla del classico libro di viaggi e non ci sono grandi foto di paesaggi o mete turistiche famose. Come recita sotto al suo titolo:

Citta Invisibili – Luoghi perduti

Stati senza territorio – Isole artificiali

Cimiteri viventi – Aeroporti occupati

Festival edenici – Labirinti sotterranei

Solo questi piccoli indizi posso stuzzicare la fantasia di ciascun appassionato di viaggi. La stagione tra l’altro si sta aprendo e gli spunti per viaggiare si sprecano. Se cercate itinerari precostruiti o tour siete proprio fuori strada. In questo libro troviamo posti conosciuti e non raccontati come libri. Da vivere come storia, singolarità, particolarità.

I suoi capitoli racchiudono piccoli tesori da esplorare e quindi ad esempio: Capitolo SPAZI PERDUTI, possiamo trovare Leningrado o l’antica Mecca. Su quest’ultima oltre l’ubicazione scopriremo l’origine, l’evoluzione, cosa le sta girando attorno e come stia cambiando la stessa città e cultura che la circonda.

Nel capitolo CITTA’ MORTE: troverete ad es. Il parco archeologico dell’incompiuto siciliano, Wittenoom o Prypiat. In quest’ultima si scoprirà dal suo passato ad oggi cosa abbia portato questa città ad essere ciò che è ora. Troverete poi capitoli davvero molto interessanti come:

  • Geografie nascoste
  • Luoghi effimeri
  • Terre di nessuno
  • Spazi di eccezione
  • Isole galleggianti

L’autore è Alastair Bonnet, londinese di nascita è professore di Geografia Sociale all’università di Newcastle. Si divide tra i lavori accademici a libri per il più grande pubblico. Fuori dalle mappe risulta essere la sua produzione più particolare ma per capirne i motivi davvero vale la pena di leggerlo. Immergersi in luoghi, storia, politica, religione, turismo. Un libro che vi farà viaggiare dal divano di casa. Assolutamente consigliato, in tutte le librerie fisiche ed online.

Michele

YU HUA, Cronache di un venditore di sangue

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Cronache di un venditore di sangue:

  •  Anno 1195
  • Autore YU HUA
  • Pagine 240
  • Prezzo 9,02 Euro
  • Traduttore M.R.Masci
  • Feltrinelli – Universale Economica

E’ sempre pericoloso leggere due libri di uno stesso autore a distanza ravvicinata (il mio primo incontro con Yu Hua è avvenuto nel giugno di quest’anno con Il settimo giorno, che straconsiglio!)

ma lui ha decisamente superato questo scoglio.

Xu Sanguan, il protagonista, lavora in una fabbrica di seta e proviene da un paese della campagna cinese in cui è tradizione la vendita del sangue per integrare il magro guadagno che frutta il coltivare la terra. Il sangue è un “dono” degli antenati e non può essere venduto per motivi poco importanti (al contrario della mentalità cittadina per cui è quasi “immorale” vendere qualcosa che non è interamente nostro).

Il protagonista nel corso della sua vita lo venderà dieci volte, e sempre per motivi legati alla famiglia: per sposarsi, per la nascita dei figli, per dargli da mangiare durante la crisi economica scatenata dal comunismo, per le malattie dei figli, e per farli tornare in città dal loro periodo di servizio nelle campagne.

La vendita del sangue è sempre seguita dallo stesso rituale: un pranzo nello stesso ristorante a consumare un piatto di fegato di maiale saltato e cento grammi di vino di miglio (caldo!), perché non è un commercio come tutti gli altri e deve essere celebrato degnamente.

Attraverso gli occhi di questo personaggio tragicomico viviamo gli anni e le miserie della Repubblica Popolare Cinese, dalla comune popolare al grande balzo in avanti, al triennio della grande carestia, alla Rivoluzione culturale, fino ai giorni nostri.

Per capire i cambiamenti di questo immenso paese può bastare la visione grottesca, disincantata e commovente di Xu Sanguan? Di sicuro attraversa i decenni con uno sguardo pragmatico, pronto a tutto per salvaguardare e salvare la sua famiglia. I suoi sforzi sono descritti in modo quasi piatto, ed è difficile immedesimarsi in uno dei protagonisti, ma proprio per questo le sue disavventure e il suo compito risuonano così potenti.

– Sabrina –

San Gimignano, un borgo da vistare

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Siamo in piena state e vista l’attuale situazione poco favorevole ai grandi viaggi, ho pensato di proporvi una meta italiana molto interessante. Una cittadina che seppur conosciuta, non viene spesso menzionata come tante altre.

San Gimignano è una piccola cittadina ricca di storia e si trova proprio in cima ad un colle. Per raggiungerla vi consiglio la macchina per comodità. Per chi arriva da Firenze, l’uscita è quella di Firenze Impruneta, mentre per chi arriva da direzione Siena l’uscita è Poggibonsi Nord. Città dalle chiare influenze medievali, spicca sulla punta di un colle con le sue caratteristiche torri. Vi avviso che in città non ci sono parcheggi, pertanto dovete lasciare la macchina in uno dei parcheggi a pagamento predisposti al di fuori del centro. In massimo 10 minuti a piedi si arriva all’entrata delle mura.

A dispetto di quanto ci si possa aspettare, la città è moderatamente vuota. Pochi turisti rispetto al normale, anche se ci si sente un po’ vip! L’atmosfera calma e rilassata accompagna la nostra visita. Il centro si apre in una via circondata da vari negozi di artigianato, turismo e marchi famosi. San Gimignano come vi dicevo è famosa per le sue torri, oggi se ne contano 14 ( una volta erano di più), fatte costruire dalle famiglie bene dell’epoca.

Lasciando la via principale prima di arrivare alle grandi piazze, si ha l’impressione di visitare borghi antichi che danno sulla campagna senese con panorami davvero bellissimi. A misura d’uomo, la città permette comodamente di essere percorsa a piedi. Anche in questi borghi troviamo piccoli negozi di arte e artisti locali, piccolo artigianato e tantissimi locali che offrono le specialità toscane da assaggiare .

Piazza della cisterna è la prima che troviamo, completamente lastricata, offre un ampio spazio e circondata sia da abitazioni, hotel e vecchie torri. In questa piazza trovate anche una gelateria che merita davvero una fermata per i più golosi. Le persone del posto sono gentili e cortesi, probabilmente abituate a ben altri flussi turistici.

Arriviamo poi a piazza Duomo, dove i turisti presenti si siedono sulla grande scalinata per godersi la tranquillità del posto e prendere una piccola pausa per continuare lungo le vie. Gli spunti per una foto o per visitare Duomo e palazzi sono innumerevoli. Proseguiamo poi sino all’altro lato della città dove ci fermiamo a mangiare in una piccola trattoria, si chiama Osteria le Catene. Di solito non faccio pubblicità, ma se vi capita la consiglio. Mi sono trovato molto bene e i prezzi sono onesti.

Se avete un weekend vi consiglio di visitare questo bellissimo borgo con un paio di comode scarpe da ginnastica o da camminata. Inoltre visto il periodo, andate nel tardo pomeriggio, luce e temperature saranno più accoglienti.

– Michele –

Algeria un paese sottovalutato

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Questa primavera volevo fare un viaggio diverso dal solito, al tempo stesso non volevo andare troppo lontano per non affrontare un viaggio pesante. Mentre curiosavo sul sito di Avventure nel Mondo, sono stato attirato da ” Timgad e oltre”.

Benvenuti quindi in Algeria. Uno stato che da poco più di due anni ha ricominciato ad accogliere il turismo. Oltre quindi ad Algeri ( la capitale) che come si può immaginare è oramai una grande metropoli, la parte più interessante per me è quella storica !

L’impero romano chiamava questa zona il “granaio” dell’impero. Se amate la storia, queste zone saranno per voi estremamente affascinanti. Ben conservate e soprattutto, da come vedete con pochissimo turismo! Sembra quasi di avere un sito a completa disposizione. Le guide vi faranno rivivere gli antichi fasti di un tempo.

Questa è Timgad uno dei siti più importanti da cui prende il nome anche il nostro viaggio. I resti sono rimasti ben conservati grazie al fatto che sono in zone dove non c’è stata colonizzazione ed esplosione demografica, lasciandoli quindi ai margini e quasi dimenticati. Il turismo sta riscoprendo ora queste bellissime zone, che al contrario di quanto si pensi, sono sicure e tranquille.

Esistono poi ancora le città dove si vive come una volta. Dove le tradizioni sono tutt’ora rispettate e si vive in un intreccio di famiglie e caste. Per quanto strano possa sembrarvi, per loro è questa la normalità!

Come in tutti i paesi ad alta percentuale mussulmana, le moschee sono tra le costruzioni più sorprendenti. A volte per la loro architettura, a volte semplicemente per i colori accesi che colpiscono appena si arriva.

Se vi lasciate i pregiudizi alle spalle, questo paese potrà offrirvi tanto da vedere, da imparare e da raccontare. Un viaggio che sicuramente vi consiglio. Senza particolari difficoltà ed adatto a tutte le età!

– Michele –

“Video killed the radio star”: La nascita di MTV

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Mtv è un canale televisivo statunitense con sede a New York lanciato nel 1° Agosto 1981. L’intento principale del canale era quello di trasmettere una notevole quantità di video musicali, introdotti da diverse personalità che hanno preso col tempo il nome di VJ A partire dagli anni 2000 ha iniziato a trasmettere molti reality show, nonché serie televisive indirizzate soprattutto al target adolescenziale e ai giovani adulti.
Mtv fu fondata come un’operazione della Warner-Amex Satellite Entertainment, in seguito, nel 1985, fu acquistata dalla Viacom Inc. La prima trasmissione si aprì con le parole di John Lack “Ladies and gentleman, rock and roll” e le immagini dell’intera preparazione al lancio dello Space Shuttle Columbia, avvenuto nell’aprile di quell’anno. A queste parole fece seguito il tema musicale originale di MTV, un brano rock composto da Jonathan Elias e John Petersen, mentre il video mostrava lo sbarco del primo uomo sulla luna con in mano una bandiera col logo di MTV, che cambiava velocemente colore, tema e design. Il primo video musicale ad essere trasmesso fu ironicamente “Video Killed the Radio Star” dei The Buggles, il secondo fu invece “You Better Run” di Pat Benatar.
In tutta Europa, MTV approda via satellite in edizione localizzata il 1º agosto 1987. Tra il 1987 e il 1988 l’edizione europea di MTV viene prodotta ad Amsterdam, mentre dal 1988 la sede principale viene spostata a Londra.

logo

Mentre in altri Paesi europei era possibile riceverla anche via cavo, in Italia (dove la diffusione delle trasmissioni televisive via cavo era praticamente nulla) l’edizione europea di MTV era visibile solamente tramite il satellite Astra. In Italia nei primissimi anni novanta, poiché differentemente da altri Paesi europei la televisione satellitare era ancora poco diffusa, diverse emittenti regionali iniziarono a trasmettere il segnale di MTV Europe per 6 ore al giorno.
I PRIMI VJ
Nel 1984 la rete produce i suoi primi MTV Video Music Awards, conosciuti anche con l’acronimo di VMAs. Visti come misura di auto-indulgenza tramite una rete principiante, i “VMAs” furono creati come una sorta di antidoto per i Grammy Awards. La prima edizione dello show del 1984, è soprattutto ricordata dai media per la frizzante esibizione di “Like a Virgin” di Madonna. Furono i Nirvana a dare una svolta nella programmazione di MTV con il loro sound alternative rock nel 1991 attraverso il video di “Smells Like Teen Spirit”. Mtv iniziò a far vedere sempre più videoclip di questo genere con gli areosmith, Pearl Jam, Tom Petty, The Cranberries, Radiohead, Rage against The machine fino ad arrivare ai Green Day, No Doubt, Sublime, Alanis Morisette.

nirvana

Dal 1997, MTV pose particolare attenzione verso la musica elettronica, introducendo nella sua rotazione sempre più videoclip di tale genere. Gli artisti presenti nella playlist della rete furono The Prodigy, The Chemical Brothers, Moby, Aphex Twin, Daft Punk, The Crystal Method, e Fatboy Slim.

duft punk

Verso la fine dell’anno, l’attenzione di MTV si spostò invece verso la musica pop, tra il 1998 e il 1999, la programmazione di MTV era principalmente basata sulla messa in onda di video dei Backstreet Boys e ‘N Sync, Britney Spears, Christina Aguilera e Jessica Simpson.

b boys

La messa in onda di videoclip rock, electronica, e alternative venne poi bruscamente ridotta. La musica hip-hop invece continuò ad essere regolarmente trasmessa, attraverso i video di Puff Daddy, Master P, DMX,Busta Rhymes, Jay Z, Missy Elliott, Eminem, Ja Rule. R&B venne invece maggiormente rappresentato dai brandi delle Destiny’s Child e di Brandy. Dalla fine del 1997 ci fu un calo del ROCK, MA IL ROCK NON ERA MORTO QUINDI Nell’autunno del 1999 MTV annunciò l’arrivo di uno speciale per il fine settimana intitolato Return of the Rock,  in cui vennero trasmessi diversi video rock di band di tutti i tempi, come System of a Down, , Green Day, Incubus, Papa Roach, Slipknot, Kittie, e Static X.

pop star

Dal 2000, alle band precedentemente elencate, vennero aggiunte quelle dei Sum 41, Linkin Park, Jimmy Eat World, Alien Ant Farm. Contestualmente, MTV lanciò il canale digitale via cavo MTVX, dedito alla trasmissione di videoclip rock, esperimento che durò fino al 2002. >Dal 2010 la scena musicale di MTV è stata caratterizzata da Katy Perry, Adele, Lady Gaga, Foo fighters, Usher, justin Bieber attraverso vari programmi musicali e ha trasmesso vari special in seguito alla morte di Michael Jackson, Whitney Houston e quella di Adam Yauch.

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CURIOSITA’
Durante i suoi primi anni di trasmissioni, solo pochi artisti neri comparivano nella rotazione dei video musicali del canale. Tra questi figuravano i nomi di Eddy Grant, Tina Turner, Donna Summer, Musical Youth, Herbie Hancock, Grace Jones, e Prince. David Bowie contestò questa mancanza.
Prima del 1983 anche Michael Jackson faticò per entrare nella playlist.
I Beatles usarono la nuova moda dei videoclip e MTV come rilancio di alcuni loro pezzi.
MTV ha modificato il montaggio di diversi video musicali per rimuovere qualsiasi riferimento a droghe, sesso, violenza, armi da fuoco, razzismo, omofobia, o pubblicità. Molti video venivano trasmessi solo in ore notturne.

Attualmente sul digitale terrestre il marchio MTV è sparito. Al suo posto compare VH1, un nuovo canale che pone maggior attenzione ai grandi eventi live, alle ricorrenze più che ai videoclip. Ciò ci fa capire che siamo passati dall’era in cui la musica era cultura e comunicazione fino ad arrivare ad oggi che serve solo per celebrare un’artista vivo o morto, non ha importanza. Con l’avvento dei social media la musica è diventata accessibile a tutti su qualsiasi dispositivo e facilmente scaricabile da qualsiasi sito. Quindi trasmettere video musicali in tv quando si possono vedere sul palmo di una mano è diventato inutile, triste ma vero.

– Barbara –

Agatha Christie, a 40 anni dalla scomparsa del mito

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Miss Agatha Mary Clarissa Miller, nasce a Torquay il 15/07/1890 in Inghilterra. Ho deciso di parlarvi di questa incredibile scrittrice, in quanto proprio quest’anno ricorrono i quarant’anni dalla sua morte. Quasi tutti la conosciamo solo come scrittrice, ma anche la sua vita potrebbe essere degna di un libro. Così ripercorriamo insieme la storia di un mito.

Durante la sua adolescenza, Agatha viene istruita direttamente dalla madre in casa, frequentando una società borghese e benestante. All’età di soli 11 anni perde il padre, l’americano Fred Miller agente di cambio, pare con un piccolo vizio di carte. A quindici anni si trasferisce con la madre a Parigi. Questa nuova vita è dovuta alla grande passione di Agatha per il canto lirico, tanto che si sente spinta a voler diventare una professionista. Le sue doti però come sappiamo oggi, non le consentiranno di proseguire questa strada e decideranno di tornare in Inghilterra, dove conoscerà il suo primo marito. Il colonnello Archibald Christie ( di cui prenderà il cognome) è un pilota della Flying Royal Corps. In questi anni Agatha inizia a lavorare come biografa romanziera con scarso successo. In pochi anni arriva la prima guerra mondiale e la nostra signora inizia a lavorare all’ospedale di Torquay, proprio qui impara moltissime cose su veleni e medicinali. L’esperienza in ospedale le da l’ispirazione per scrivere la sua prima storia di gialli “ Poirot a Styles court”. Il romanzo non viene però pubblicato immediatamente ma bensì alcuni anni dopo nel 1920. Il personaggio le viene in mente in quanto appassionata lei stessa di Conan Doyle, cerca quindi di differenziare il più possibile da Sherlock il suo Poirot.

Nel 1923 assieme al marito compie un lungo viaggio che la porta in diversi stati, e firma un contratto con un editore per 12 storie con protagonista proprio Poirot. Nel 1926 il Colonnello Christie le chiede il divorzio e per Agatha è un colpo fortissimo! Scompare poco dopo dando il via alla più grande ricerca in Inghilterra. Viene così ritrovata alcuni giorni dopo in un hotel di Harrogate sotto lo pseudonimo dell’amante del marito. Agatha ha sempre dichiarato di non ricordare nulla e di aver perso al memoria di quel periodo ma ancora oggi non sappiamo bene come siano andate le cose.

Durante uno dei suoi viaggi verso l’oriente rimane ispirata dal suo percorso in treno e le viene l’ispirazione per “ Assassinio sull’Orient Express” tratta famosissima che si concludeva ad Istanbul. Un successo commerciale immenso per la scrittrice. Durante il suo viaggio incontra il suo secondo marito molto più giovane di lei Max Mallowan che sposa nel 1930. Il romanzo successivo è “ Morte nel Villaggio” dove per la prima volta compare un personaggio che diventerà una icona, Miss Marple. Una tranquilla vecchietta dalle spiccate doti intuitive ed investigative.

Nel 1947 gode di fama mondiale e la regina Mary le chiede di scrivere qualcosa per i suoi 80 anni, nasce cosi “ Tre topolini ciechi”.

Agatha viene tradotta in oltre 100 lingue e la conoscono in tutto il mondo. Nel 1975 con il romanzo “ Sipario” decide di far morire il celebre personaggio di Poirot, pensate che la notizia fu data addirittura sul Times.

Agatha Christie si spegne il 12 gennaio 1976 per cause naturali, aveva un patrimonio di oltre 20 milioni di sterline e rimane oggi una delle scrittrici i cui romanzi continuano a vendere nel mondo. Una vita che potrebbe diventare uno sceneggiato e tanti piccoli misteri ancora non ben chiariti, fanno della scrittrice inglese uno dei principali personaggi del 900 che ho voluto ricordare assieme a voi!

Vi lascio qui sotto la sua bibliografia:

  • 1920 Poirot a Styles Court
  • 1922 Avversario segreto
  • 1923 Aiuto Poirot!
  • 1924 L’uomo vestito di marrone
  • 1925 Il segreto di Chimneys
  • 1926 L’assassinio di ROger Ackroyd
  • 1927 Poirot e i quattro
  • 1928 Il mistero del treno azzurro
  • 1929 I sette quadranti
  • 1930 La morte nel villaggio
  • 1931 Un messaggio dagli spiriti
  • 1932 Il pericolo senza nome
  • 1933 Se morisse mio marito
  • 1934 Assassinio sill’Orient-express / Perchè non l’hanno chiesto a Evans?
  • 1935 Tragedia in tre atti / Delitto in cielo
  • 1936 La serie infernale / Non c’è più scampo / carte in tavola
  • 1937 Due mesi dopo / Poirot sul Nilo
  • 1938 La domatrice / Il Natale di Poirot /E’ troppo facile / Dieci piccoli indiani
  • 1940 La parola alla difesa /Poirot non sbaglia
  • 1941 Corpi al sole /Quinta colonna
  • 1942 C’è un cadavere in biblioteca / Il ritratto di Elsa Greer / il terrore viene per posta
  • 1944 Verso l’ora zero / C’era una volta
  • 1945 Giorno dei morti
  • 1946 Poirot e la salma
  • 1948 Alla deriva
  • 1949 E’ un problema / Un delitto avrà luogo
  • 1951 Il mondo è in pericolo
  • 1952 Fermate il boia / Miss Marple: giochi di prestigio
  • 1953 Dopo le esequie / Polvere negli occhi
  • 1954 Destinazione ignota
  • 1955 Poirot si annoia
  • 1956 La sagra del delitto
  • 1957 Istantanea di un delitto
  • 1958 Le due verità
  • 1959 Macabro quiz
  • 1961 Un cavallo per la strega
  • 1962 Assassinio allo specchio
  • 1963 Sfida a Poirot
  • 1964 Miss Marple nei Caraibi
  • 1965 Miss Marple al Bertram Hotel
  • 1966 Sono un’assassina?
  • 1967 Nella mia fine è il principio
  • 1968 Sento i pollici che prudono
  • 1969 Poirot e la strage degli innocenti
  • 1970 Passeggero per Francoforte
  • 1972 Gli elefanti hanno buona memoria
  • 1973 Le porte di Damasco
  • 1975 Sipario
  • 1976 Addio Miss Marple

– Michele –

L’ONDA, la società che non impara dal passato.

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  • Attori: Jurgen Vogel, Frederick Lau, Jennifer Ulrich, Max Riemelt, Christiane Paul
  • Regista: Dennis Gansel
  • Formato: DVD, PAL, Schermo panoramico
  • Audio: Italian (Dolby Digital 5.1), German (Dolby Digital 5.1)
  • Sottotitoli: Italiano
  • Regione: Tutte le regioni
  • Formato immagine: 16:9
  • Numero di dischi: 1
  • Studio: Bim
  • Data versione DVD: 20 mar. 2013

In questi giorni mi è capitato di rivedere alcuni film di qualche anno fa (2010). Immediatamente mi sono ricordato di quanto mi avesse colpito uno di questi, così ho deciso di raccontarvelo. Tratto dal libro “L’onda. La storia non è un gioco”.

Questa storia inizia in un istituto superiore tedesco, dove si è deciso di organizzare una settimana a tema. Il professor Rainer, tipicamente vicino ai ragazzi, vorrebbe che gli assegnassero il tema dell’anarchia a lui più congeniale. Si trova, invece, a dover far lezione sull’autocrazia, qualcosa che non ha mai sopportato. Sin dalla prima lezione i ragazzi si dimostrano completamente disinteressati, convinti che, al giorno d’oggi, non si possano ripetere gli errori del passato come quelli di una dittatura.

Rainer decide di portare in classe un esperimento reale, convinto di poter dimostrare quanto le persone siano influenzabili. Il primo passo è quello di trovare un leader. Non riuscendo ad accordarsi i ragazzi eleggono proprio Rainer, che accettando volentieri l’incarico, darà forza al suo esperimento. Il secondo passo è quello di obbligare i ragazzi ad alzarsi in piedi ogni volta che vogliono parlare e di farlo ad alta voce. Questo per dare forza a quello che viene detto che per far si che le persone siano convinte. Successivamente viene rivista la disposizione dei banchi: gli studenti più svogliati vengono messi vicini ai più bravi e, in coppia, finiscono anche quelli che non si possono sopportare. Lo scopo di questo è creare unità nel gruppo. Rimangono solo due cose da fare: uniformare e assegnarsi un nome.

Così una camicia bianca ed un paio di jeans, divengono l’uniforme ufficiale del gruppo. Mentre viene scelto un nome importante: “L’onda”, qualcosa che è difficile da fermare. Nei primi giorni dell’esperimento i benefici non tardano ad arrivare: i ragazzi sono più sicuri, si sentono coinvolti e responsabilizzati, insomma migliorano continuamente. La preside si complimenta con Rainer per i suoi risultati. Al tempo stesso però si iniziano a vedere le conseguenze. Chi non si adatta o non indossa l’uniforme, viene escluso e deriso. Si aiutano solo i membri del gruppo e si cerca di fare proselitismo in tutta la scuola spingendo sul fatto che L’Onda è l’unico gruppo importante. Nella città alcuni ragazzi mettono il logo del gruppo dappertutto con adesivi e vernici spray. Per i ragazzi più deboli il gruppo diventa una vera e propria filosofia di vita; proprio grazie al gruppo, ricevono uno status sociale che prima non avevano mai ottenuto. Lo stesso Rainer, che soffriva sempre di un complesso di inferiorità rispetto agli altri professori, trova motivo di orgoglio nel gruppo che ha fondato.

Alla fine della settimana gli episodi di violenza tra i gruppi di ragazzi divengono sempre più frequenti. Rainer viene informato di fatti che non credeva possibili e convoca tutti i membri nell’Aula Magna della scuola. Una sala gremita di ragazzi assistono increduli al suo discorso. L’onda verrà sciolta! Un amaro risveglio toccherà ogni ragazzo che ha fatto del male ad un suo compagno in quanto non voleva uniformarsi. Mentre la gran parte di loro si rende conto di ciò che inconsapevolmente ha contribuito a creare, altri non sopportano l’idea di tornare indietro…

La tragedia è dietro l’angolo. Ormai fuori controllo, il professore non potrà fare a meno che assistere a ciò che sta per succedere. Sconvolto come gli altri ragazzi, sarà all’uscita della scuola che vedrà gli sguardi degli insegnanti, alunni, e genitori: il segno di un fallimento totalmente incontrollato. La cosa più preoccupante è che, tutto ciò prende lo spunto da un esperimento sociale realmente accaduto. Per questo non si dovrebbe dare per scontato che il passato non possa ripetersi.

 

Come sempre vi lascio al trailer:

– Michele –

OMAN : 5 GIORNI VISSUTI INTENSAMENTE

Galleria

Reportage in Oman, un paese magnifico, raccontato da Stefano. Amico e grande viaggiatore…

Soltanto 5 giorni, ma pieni ed intensi. Rubando tempo al sonno per visitare il più possibile.
In Oman ho trascorso il mio primo Capodanno all’estero e si è trattato di una vacanza fantastica.
A partire dal giorno dell’arrivo, il 31 dicembre.
Atterrato all’alba, subito pronti e via a visitare Muscat, la capitale, tranquillamente adagiata tra il blu del mare e l’ocra delle colline circostanti.
In città si notano i segni di un recente e veloce ammodernamento ma senza eccedere.
In alcuni quartieri si assapora ancora l’atmosfera di un tempo come nel vecchio quartiere di Mutrah con il suo suq ed il suo pittoresco lungomare chiamato Corniche dove omaniti e turisti si mescolano a passeggio.

Prima tappa la Grande Moschea Sultan Qaboos, che fortunatamente è visitabile anche dai non musulmani.
Al centro di una vasta area, tra giardini fioriti e portici finemente decorati secondo l’architettura araba moderna, si erge la moschea, in un trionfo di marmi bianchi. L’interno lascia incantati.
A terra il più grande tappeto persiano al mondo : più di 4 mila m² realizzato a mano da oltre 600 donne.
Poi quando si alzano gli occhi si scopre l’altra meraviglia: dalla cupola pende uno splendido lampadario di cristallo alto ben 14 metri.

Moschea 1

Moschea 2

Moschea 3

Il sultanato dell’Oman occupa l’angolo sud-orientale della penisola arabica ed è un paese arabo moderato.
Qui per fortuna non arriva l’eco di quanto succede a poca distanza, nel vicino Yemen, paese bellissimo ma pericoloso e precluso ai turisti.
L’Oman è una monarchia assoluta ma il sultano sembra ben voluto, forse perché con il suo operato ha portato modernità e prosperità. Di recente, durante la primavera araba, ci sono state concessioni democratiche.
Anche il turista si sente ben voluto. La gente è cordiale e gentile : più di una volta è capitato di chiedere informazioni stradali ad altri automobilisti che non solo si sono limitati ad indicare ma hanno fatto strada con le loro auto fino a dove non era più possibile perdersi. In un’altra occasione, durante una sosta ai margini del deserto per fotografare splendidi bambini, gli adulti hanno con spontaneità invitato all’interno della loro casa.
Le case omanite fuori città hanno cortili protetti da mura esterne, probabilmente per proteggere la privacy delle donne. All’interno vi sono stanze arredate da pochi mobile e coperte da tappeti e cuscini.

Omanite

Interno Casa

 

Gli omaniti mangiano per terra seduti sui tappeti ; il cibo viene posto al centro e viene preso con le mani.
Le donne omanite portano il velo, nel rispetto delle tradizioni musulmane, ma sembrano godere di una condizione migliore rispetto a quella delle vicine saudite : possono guidare, lavorare, votare ed essere votate.
Come in altri paesi arabi ricchi, forte è la presenza di manovalanza dell’area indiana che ha influenzato fortemente anche parte della ristorazione.
Il clima a Capodanno è splendido, come durante la nostra primavera.

Esperienza diversa dal solito è stata la notte di Capodanno : a Muscat neanche l’ombra di un botto o di un cenone. Finalmente un ultimo dell’anno senza l’ansia di dover festeggiare a tutti i costi ma solo un brindisi con lo spumante comprato in aeroporto dai prudenti compagni di viaggio.

Da non perdere una visita mattutina al mercato del pesce di Muscat o di Barka .
In quest’ultimo ho assistito all’asta del pesce dove un serio battitore dirigeva le operazioni.
Chissà da quanti secoli prosegue immutata questa antica tradizione.
La pesca è da sempre una delle ricchezze del paese.
Le barche dei pescatori arrivano la mattina presto e attraccano proprio di fronte al mercato.
Sui banchi pesci colorati e grandissimi. Tra i tonni e le numerose altre specie che non ho riconosciuto, anche una murena ed un pesce martello.

Pescatore

Asta Pesce

Nei giorni seguenti parte l’esplorazione del paese a bordo di fuoristrada 4×4.
Si punta alle montagne alle spalle di Muscat e subito si incontrano  i wadi.
Un wadi è il letto tortuoso di un torrente ;  torrente che nel corso degli anni si è fatto spazio tra due strette pareti di roccia, levigandole e creando di fatto un canyon.
Desta sorpresa trovare corsi d’acqua, seppur modesti, in un paese prevalentemente desertico ed è piacevole risalirne alcuni tratti camminando a volte a fianco dell’acqua, altre immergendosi o addirittura nuotando.
Come al Wadi Shab, dove dopo avere camminato per una mezz’ora si è costretti ad abbandonare zainetti, vestiti e macchine fotografiche per proseguire a nuoto. Piano a piano le pareti si stringono, così tanto che nell’ultimo tratto, per una quindicina di metri, rimane un pertugio nel quale passa solo la testa.
Non si tocca, la roccia ai lati è liscia e bianca e la luce che filtra rende l’acqua di un verde smeraldo così intenso da togliere il fiato. Passati oltre, le rocce formano una cupola nella quale da un lato scende una cascatella e dall’altro filtra la poca luce tra le fenditure del soffitto. Veramente emozionante, peccato non aver fatto foto.

Arabi Wadi

Wadi

Pozza Wadi

 

Poi si visitano i forti, come quelli di Nakhal, circondato da palmeti lussureggianti e dai brulli rilievi montuosi.
Ed i castelli come quello di Jabrin.
Per il loro colore, forti e castelli visti da lontano sembrano costruzioni di sabbia.
Nelle stanze rimodernate e coperte da tappeti si gusta la semplicità ed i dettagli dell’architettura araba.

Forte Nakhal

Stanza Interna

Esterno del Forte

A Nizwa si visita il trafficato suq facendo acquisti nei negozi di artigianato locale.
Obbligatorio imparare a contrattare sul prezzo.

Suq Nizwa

Negozio

Poi Wahiba Sands, il deserto.
La guida locale accompagna fino al termine della strada asfaltata. Qui si sgonfiano le gomme dei 4×4 ed inizia il divertimento : da soli si guida per 25 km sulla pista tracciata tra le dune.
Certo, la pista è ben tracciata ma è strana la sensazione di essere liberi nel deserto.
Si balla su e giù tra le dune come sopra una giostra : bisogna tenere alti i giri del motore e spingere sull’acceleratore per non insabbiarsi, ma non troppo, per non rischiare danni o ribaltamenti.
E ci si alterna alla guida perché tutti vogliono provare. Alla fine si arriva al Desert Camp dove si gode il contatto con la natura e con i suoi fenomeni, ai quali chi vive in città non è più abituato. Emozionano i colori del tramonto, il camminare a piedi nudi nella sabbia color rame, il ritrovarsi dopo cena sotto una tenda beduina a fumare il narghilè, il silenzio totale della notte, l’assenza di luce artificiale e di radio e televisione, la miriade di stelle, l’attesa dell’alba nel freddo della notte e finalmente il sorgere del sole all’orizzonte con i suoi raggi e il suo calore.

Deserto

Alba Deserto

La tappa successiva riporta al mare e all’incontro notturno con le tartarughe di Ras Al Hadd.
Se, come a me, vi piace guardare documentari, avrete sicuramente visto in tv le grandi tartarughe uscire dal mare di notte guidate dall’istinto, risalire faticosamente la spiaggia in cerca del posto migliore, fare spazio con le zampe e poi scavare nella sabbia un buco profondo dove depositare centinaia di uova grandi come palline da ping pong, per poi ricoprire il tutto e riprendere la strada degli abissi.
Ci si tiene leggermente a distanza e non viene consentito scattare foto ( se disturbate infatti rientrano in mare senza deporre ).
Ma vi assicuro che vedere il tutto di persona è magico.

Arriva il momento del ritorno. L’ultima emozione la vive il portafogli al momento di pagare il pieno ai fuoristrada prima della riconsegna (la benzina costa circa 25 centesimi al litro).
Rimane solo il rammarico di non avere avuto il tempo di una giornata di mare. Arrivederci Oman.
– Stefano –