Primavera a Copenhagen

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La capitale della Danimarca non è forse una delle prime mete che vengono in mente a noi italiani ma vale assolutamente la pena visitarla! Le dimensioni contenute della città permettono di visitarla agevolmente in un fine settimana, ma niente paura se avete più giorni a disposizione: nei dintorni ci sono posti e attività che meritano una “scappata”.

L’aeroporto di Kastrup si trova a pochi km dal centro ed è magnificamente collegato dal treno-metropolitana che consente di raggiungere il centro in circa 20’.

Come albergo consiglio il Motel One Copenhagen: si tratta di una struttura in stile danese ispirata alla moda degli anni ‘50 e ‘60 con un’atmosfera casalinga e arredi di design. E’ in centro, vicino al municipio, e ha delle camere minimal dotate di bagno privato di buone dimensioni (se cercate qualcosa di più economico non posso che consigliarvi il Cabin City, a 5’ a piedi dalla stazione, che però presenta bagni davvero minuscoli).

Per la colazione posso consigliarvi il locale vicino al Motel One (si chiama Downtown Hostel e fa un cappuccino stre-pi-to-so!) o una delle mille panetterie/pasticcerie che si trovano in giro per la città.
Una volta rifocillati e con la valigia al sicuro in albergo, potete partire alla scoperta di Copenhagen: rigorosamente a piedi perché le distanze non sono inaccessibili e si possono fare belle passeggiate nei parchi della città. Nella mia personale top ten non può mancare la sede del Parlamento danese (Palazzo Christiansborg): alcune parti sono ancora oggi utilizzate dalla famiglia reale e si possono visitare solo quando i reali non sono presenti. Il Castello di Rosenborg merita una visita per 2 motivi: potrete ammirare i gioielli della corona danese e passeggiare per un bellissimo e animatissimo parco (sempre che non decidiate di andare in inverno… ma si trovano tutt’intorno delle belle e calde caffetterie).

Se volete vedere un cambio della guardia potete trovarvi alle 12 presso il Palazzo di Amalienborg, residenza ufficiale della famiglia reale (non visitabile).

Non potrete non fermavi per una foto iconica (e uno spuntino in puro stile danese) in Nyhavn: si tratta di un canale attorniato da case dai vivaci colori. Se volete dedicarvi allo shopping potete passeggiate nella pedonale Stroget che inizia dalla Radhuspladsen o Piazza del Municipio, luogo vivace e nodo nevralgico del traffico cittadino.

Vi sembra che manchi qualcosa di importante? Ma certo! Non potete andare nella capitale danese e non vedere la Sirenetta 😊 Dal centro si raggiunge in circa 15’ il Kastellet, antica fortificazione militare a forma di stella; la fortificazione è fatta di terrapieni erbosi anziché mura, ottimo per una passeggiata rigenerante.

Ancora una decina di minuti e la Sirenetta fa bella mostra di sè su uno scoglio mentre si strugge d’amore.

Se la stagione lo consente potreste volervi riposare facendo una bella gita sui canali della città (i tour durano circa un’ora e partono di fronte al Palazzo Christiansborg).

Tra le chiese, 2 soprattutto meritano una visita: la cattedrale, Vor Frue Kirke o Cattedrale di Nostra Signora, di epoca ottocentesca che contiene le sculture del famossissimo Bertel Thorvaldsen, e la Holmens Kirke che si trova vicino al Palazzo Christiansborg. Fu voluta dal re Cristiano IV che fece trasformare la preesistente costruzione, utilizzata quale fucina dai marinai in transito, in chiesa; è del Cinquecento ed è luogo di sepoltura di celebrità danesi.

Infiine, due curiosità che dovete assolutamente visitare: la Rundetaarn, torre circolare dove si trova il più antico (1642) osservatorio astronomico funzionante in Europa, che ha una terrazza panoramica superlativa, e il parco-giardino dei divertimenti Tivoli, che di sera soprattutto è magico con le sue atmosfere cinesi o arabe o esotiche!

Discorso a parte per Christiania: si tratta di un’area non soggetta a tasse e guidata da una legislazione interna che ne fanno un posto che non ha eguali in Europa. Non si possono fare fotografie, per il resto le persone sono cordiali e se volete ascoltare della musica e bere un boccale di birra non c’è posto migliore!

Nessun consiglio mangereccio perché ovunque si trovano localini con tutte le cucine possibili e immaginabili… ma fate attenzione ai prezzi e al cambio, Copenhagen è una città cara!

Come scrivevo all’inizio, se avete più giorni di vacanza da spendere (beati voi!) potrete andare alla scoperta di alcune autentiche chicche. Giusto per citare i luoghi più famosi, e lasciamo a voi il compito di scoprirli (anche grazie all’ottimo sito di www.visitdenmark.it/):

  • Castello di Amleto a Helsingør (Kronborg)… perché c’è del marcio in Danimarca 😉
  • Roskilde ed il Museo delle Navi Vichinghe (l’antica capitale)
  • Malmö e Lund (per respirare anche un po’ di atmosfere svedesi)

Tutte queste destinazioni sono facilmente raggiungibili in treno e una giornata è sufficiente. La LEGO House invece si trova a circa 3 ore di auto/treno dalla capitale, il che significa impegnare 2 giorni, ma siamo sicuri che non resterete delusi!

Sabrina.

Alex and Eve

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Commedia Australiana del 2016 Alex and Eve è un film estremamente attuale e interessante. lo trovate distribuito su Prime video, è basata su un’opera teatrale di grandissimo successo. Ci troviamo in Australia ed entrambi i nostri protagonisti sono provenienti da famiglie immigrate. Alex è un insegnate di scuola, ha religione greca ortodossa, mentre Eve è un’avvocatessa mussulmana che arriva dal Libano. una volta tanto l’attenzione si sposta su due religioni che proprio non ci riguardano ma come sempre i comportamenti e le avventure familiari sono davvero molto simili ed identificabili.

Alex viene spesso preso in giro dai suoi studenti, che scherzosamente gli danno del Gay, perchè è sempre single. Di carattere timido e impacciato Alex è in attesa della ragazza greca giusta che la sua famiglia vorrebbe per lui e per una futura famiglia. Eve è parte di una famiglia integralista mussulmana che sembra averla già sistemata con un conoscente. I due si incontrano ad una festa e subito nasce una bella sintonia. Nessuno dei due inizialmente sembra pensare alle differenze religiose ma solo alla conoscenza.

Per capire meglio la cultura di Eve, Alex organizza una gita scolastica alla locale Moschea. Ovviamente smascherato subito dai suoi stessi studenti che molto più svegli di lui, hanno capito lo scopo e lo spronano a darsi da fare con Eve. Proprio alla moschea, Alex conoscerà senza saperlo proprio il padre di Eve. In alcuni aspetti, questo film mi ha ricordato “il mio grosso grasso matrimonio greco” per la questione della cultura greca che viene esposta. I due ragazzi decidono quindi di presentarsi alle rispettive famiglie.

Inutile dirvi quelli che sono i risvolti e le contraddizioni che i ragazzi si trovano ad affrontare. Nessuna delle due famiglie sopporta la cultura dell’altra, mettendo in evidenza i paradossi e i reciproci difetti dalla storia sino ad oggi. Attenzione però che non parliamo di un film drammatico, tutt’altro! Leggero divertente e piacevole, ci porta al centro di una questione culturale razziale che come sempre a distanza si dissolve nel nulla. Il paradosso di immigrati di etnie diverse che si scontrano assurdamente e in maniera esilarate in un terzo paese che a sua volta discrimina entrambe le parti.

Un a piccola perla cinematografica per esplorare due culture diverse ma non poi così tanto, per superare il pregiudizio e capire il rispetto reciproco, perchè alla fine le cose importanti della vita come sempre sono altre. Una bellissima colonna sonora accompagna questo film, vi consiglio quindi una serata spassosa in compagnia di Alex and Eve

Michele

Torta Pasqualina

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La torta pasqualina è una delle torte salate tipica della tradizione ligure e, come il nome lascia immaginare, un tempo si cucinava esclusivamente per Pasqua (essendo buona calda… ma ancora più buona fredda è l’ideale per la scampagnata di Pasquetta… o per i mesi estivi).

La ricetta classica prevede le bietole, ma vi sono varianti con carciofi, spinaci, radicchio e tante altre verdure di stagione.

Ingredienti:

  • 500 gr di Bietole o spinaci
  • 250 gr di ricotta
  • 80 gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 6 uova
  • pasta sfoglia già pronta rotonda
  • noce moscata qb
  • sale e pepe qb
  • olio EVO

Procedimento

Lavate accuratamente e sbollentate le bietole (o gli spinaci) in una pentola con il coperchio per 10 minuti in acqua leggermente salata. Poi scolatele, lasciatele intiepidire e strizzatele. Quindi tritatele e fatele saltare in una padella con un po’ di olio di oliva. In una ciotola amalgamate la ricotta con 2 uova, il parmigiano, la noce moscata e aggiustate di sale e di pepe.

Una volta che gli ingredienti saranno amalgamati incorporate le bietole tritate al composto. Prendete uno stampo circolare di circa 24 cm di diametro, ungetelo o foderatelo con la carta forno e posizionate il primo rotolo di pasta sfoglia. Versate il ripieno sopra di esso e livellatelo. Fate 4 piccoli incavi nel ripieno e inserite in ciascuno di esso 1 uovo intero, in modo che diventi sodo durante la cottura.

Mettete il secondo rotolo di pasta sfoglia sul ripieno chiudendolo delicatamente. Ungete la superficie con acqua e olio e forate la parte superiore con i rebbi di una forchetta. A questo punto non resta che scatenare la vostra fantasia decorando la torta con la pasta sfoglia eventualmente avanzata (dopo che avrete sigillato la torta).

Infornate a 180° per circa 50 minuti, mettendo un foglio di carta d’alluminio se la superficie dovesse scurirsi troppo durante la cottura.

Variante: se volete una torta più leggera potete non inserire le 4 uova all’interno dell’impasto e, eventualmente, lasciare la torta salata “a vista”, evitando il rotolo di pasta sfoglia a copertura.

Ottima con un contorno di verdure per un piatto unico estivo sano e leggero o per una pausa pranzo veloce (in questo caso basta preparare la torta la sera prima, si manterrà in frigo un paio di giorni) 😊

Sabrina

Il colore delle Magnolie

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La serie tv di cui vi parlo oggi è tratta da una serie di ben 11 libri dell’autrice Sherryl Woods. Decisamente più famosa in America rispetto al mercato europeo, Netflix ha deciso di trarne una serie. Vi avviso subiro che questa serie è riservata per lo più ad un pubblico femminile o prettamente familiare.

Le tre protagoniste assolute sono tre amiche per la pelle: ( da sinistra nella nostra foto) Dena Sue, Helen e Maddie. Ciascuna di loro alle prese con i problemi personali. Dena Sue sta crescendo una figlia adolescente da sola, è uscita da un matrimonio non facile e sta cercando di tenere il suo ristorante come capo chef.

Interpretata da Brooke Elliot, divenuta famosa grazie alla serie Drop Dead Diva ( vedi articolo legal drama) e soprattutto lontana dallo stereotipo dell’attrice perfetta come lo sono le altre due.

Helen ha fatto carriera ed è un avvocato di successo, segue le amiche che conosce da una vita ma si occupa anche dei problemi della città. Se il lato professionale va bene, quello privato stenta a decollare e seppur fortemente voluta, una relazione stabile pare non essere in arrivo.

Ovviamente qualche possibilità non tarderà ad arrivare… proprio mentre Helen è occupata in uno dei suoi casi in cui cerca di trarre il meglio per la sua comunità.

Infine abbiamo Maddie, su cui si concentrano maggiormente le vicissitudini. Lasciata da un marito medico e conosciuto per una ragazza molto più giovane di lei e rimasta incinta. Inoltre ha 2 ragazzi a cui badare uno dei quali gioca molto bene a Baseball. Mentre Helen cerca di essere la madre perfetta in balia tra un pettegolezzo e un problema familiare si innamora proprio del coach del figlio.

Ora che vi ho illustrato un po’ la trama, vi chiederete cosa ha di speciale questa serie. In effetti se pur prevedibile e spesso banale nella storia, spicca per la buona recitazione delle tre protagoniste. Le storie che vengono affrontate sono quelle della vita vera, ma più edulcorate per le famiglie e i valori che cerca di portare. Amicizia, amore, famiglia, lealtà. Il ” fare la cosa giusta paga”. Direi parecchio buonista. Eppure ogni tanto un po’ di positività ci vuole.

Una storia di amicizia in cui i drammi non sono troppo calcati ed in cui c’è sempre al tuo fianco una persona che può darti una mano. Insomma un prodotto leggero e che potrebbe farvi trascorrere qualche ora spensierata. Di questi tempi mi son detto… perché no?

Se avete un’opinione a riguardo vi ricordo che sulla nostra omonima pagina Facebook potete scriverci!

Il pubblico della nota piattaforma streaming sembra averlo apprezzato ed è quindi stata confermata una seconda stagione.

– Michele –

Un giro in Garfagnana

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Durante questa estate particolare abbiamo cercato di mostrarvi piccole zone del nostro paese dove si possono fare escursioni e vedere cose curiose ma interessanti. Oggi vi propongo l’itinerario che ho fatto in Garfagnana in giornata.

Siamo partiti da Borgo Mozzano, famoso per il ponte della Maddalena, conosciuto con nome ponte del Diavolo. Una architettura romanica che attraversa il fiume Serchio. In antichità il ponte veniva usato dai pellegrini che facevano la via francigena in arrivo dalla zona di Pontremoli, ovviamente diretti a Roma

Originariamente il ponte era si soli 3 archi il quarto è stato fatto per la modifica sulla viabilità necessaria a garantire la stabilità del ponte.

Proseguiamo verso Gallicano in direzione grotta del vento, qui troviamo un piccolo santuario L’eremo di Calomini. Bisogna salire parecchio su una stradina abbastanza stretta, ma il panorama che si ammira vale la pena.

La particolarità di questo santuario è di essere scavato direttamente dentro la roccia. L’interno è visitabile solamente al sabato e alla domenica quando ci sono le messe e le famiglie vanno anche li per pranzare.

Sono riuscito a rubare una foto dell’interno grazie ad una piccola finestra aperta. Sul fianco del santuario verso il ristorante c’è una stradina sterrata da fare a piedi che passa per un presepe sempre allestito sulla montagna. Sicuramente molto caratteristico vale una passeggiata.

Proseguiamo verso Barga una città a base medievale a cui si accede da una grande porta medievale, il paese si arrocca su una collina ripida sino al culmine dove si trova il duomo della città.

Salendo a piedi con qualche piccola pausa, si può ammirare il centro storico di un paese che sembra essersi fermato nel passato

Girando tutto intorno a Duomo sarà possibile ammirare il panorama con tutta la città ai suoi piedi. Le numerose osterie e negozietti vi faranno assaggiare le specialità del posto e anche vedere l’artigianato ancora parte di queste zone.

Si conclude a Barga la nostra giornata, un giro che in un solo giorno vi darà la possibilità di vedere tanti posti interessanti darvi la sensazione di trovarvi in altri tempi!

– Michele –

 

Cobra Kay, l’avventura continua

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Correva l’anno 1984 quando un film per teenager divenne un classico. Parliamo di Karate Kid, immagino che molti di voi negli anni l’avranno certamente visto. Dal grande successo arrivarono successivamente altri 3 film sequel, alcuni dei quali con dubbio successo. Rimane il fatto che la trama del primo film era davvero accattivante. Un ragazzo si trasferisce in una nuova città ed è bullizzato da un gruppo di ragazzi appartenenti ad un dojo di Karate. Troverà un maestro che oltre ad insegnargli a difendersi, gli darà dei valori per la vita di tutti i giorni.

Da qui riparte la nostra storia, Daniel Larusso e Johnny Lawrence erano gli eterni rivali. Cobra Kai ci racconta la storia di Daniel e Johnny 34 anni dopo l’avventura del primo Karate Kid. Con il tempo Daniel ha raggiunto il successo, ha una concessionaria di macchine molto famosa in città con diversi dipendenti, stimato nella comunità ha una famiglia con moglie e figli. Tutto sembra essere perfetto, Daniel porta nel suo lavoro i vecchi principi che il suo Sensei glia aveva insegnato da giovane.

Di contro Johnny ha un matrimonio fallito alle spalle, un figlio che non gli parla e vive alla giornata cercando di portare a casa qualche soldo con piccoli lavori. Ogni giorno vede le insegne e gli spot di Daniel che gli ricordano il suo fallimento. Eppure Johnny non è più il bullo di una volta ed il Karate è ancora la sua passione proprio come per Daniel.

Mentre è ancora in cerca di capire come smuovere la sua vita Johnny incontra Miguel, un ragazzino con problemi di inserimento. Proprio questo incontro, risveglia in Johnny l’idea di riportare in vita il Cobra Kai, il dojo dove aveva imparato il Karate anche se in maniera differente. Daniel vede in questa idea una minaccia, quella riportare in vita uno stile di insegnamento che cresce ragazzi violenti. Tra i due è subito scontro.

Più Johnny cerca d realizzare il suo intento e più Daniel gli metterà i bastoni tra le ruote. L’idea vincente di questa serie è stata quella di recuperare gli stessi protagonisti del film originale. Questo per dare credibilità e continuità alla storia. Inoltre il sapiente montaggio ci fa rivivere alcuni dei falsh back con le immagini originali del film. Recuperando la magia di quel film anni 80 che ha fatto sognare moltissimi ragazzi. Uscito proprio nel periodo del lockdown, Netflix che ha creato l serie ha preferito attendere la distribuzione, abbiamo così ora 2 serie complete a disposizione e una terza in produzione ( visto il grande successo di pubblico).

Chi di voi ha visto il film originale? Cosa ne pensate della serie? Nonostante la storia sia a tratti prevedibile e in alcune situazioni gli attori sembrino un po’ impacciati, devo dire che ho molto apprezzato questo tipo di revival.

– Michele –

YU HUA, Cronache di un venditore di sangue

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Cronache di un venditore di sangue:

  •  Anno 1195
  • Autore YU HUA
  • Pagine 240
  • Prezzo 9,02 Euro
  • Traduttore M.R.Masci
  • Feltrinelli – Universale Economica

E’ sempre pericoloso leggere due libri di uno stesso autore a distanza ravvicinata (il mio primo incontro con Yu Hua è avvenuto nel giugno di quest’anno con Il settimo giorno, che straconsiglio!)

ma lui ha decisamente superato questo scoglio.

Xu Sanguan, il protagonista, lavora in una fabbrica di seta e proviene da un paese della campagna cinese in cui è tradizione la vendita del sangue per integrare il magro guadagno che frutta il coltivare la terra. Il sangue è un “dono” degli antenati e non può essere venduto per motivi poco importanti (al contrario della mentalità cittadina per cui è quasi “immorale” vendere qualcosa che non è interamente nostro).

Il protagonista nel corso della sua vita lo venderà dieci volte, e sempre per motivi legati alla famiglia: per sposarsi, per la nascita dei figli, per dargli da mangiare durante la crisi economica scatenata dal comunismo, per le malattie dei figli, e per farli tornare in città dal loro periodo di servizio nelle campagne.

La vendita del sangue è sempre seguita dallo stesso rituale: un pranzo nello stesso ristorante a consumare un piatto di fegato di maiale saltato e cento grammi di vino di miglio (caldo!), perché non è un commercio come tutti gli altri e deve essere celebrato degnamente.

Attraverso gli occhi di questo personaggio tragicomico viviamo gli anni e le miserie della Repubblica Popolare Cinese, dalla comune popolare al grande balzo in avanti, al triennio della grande carestia, alla Rivoluzione culturale, fino ai giorni nostri.

Per capire i cambiamenti di questo immenso paese può bastare la visione grottesca, disincantata e commovente di Xu Sanguan? Di sicuro attraversa i decenni con uno sguardo pragmatico, pronto a tutto per salvaguardare e salvare la sua famiglia. I suoi sforzi sono descritti in modo quasi piatto, ed è difficile immedesimarsi in uno dei protagonisti, ma proprio per questo le sue disavventure e il suo compito risuonano così potenti.

– Sabrina –