L’erba Cattiva

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Commedia del 2018 girata in Francia, L’Erba Cattiva è uno di quei film che all’apparenza possono sembrare banali o leggeri ma che invece nascondo una trama interessante e una storia non banale da scoprire.

Wael il protagonista è un giovane ragazzo che vive di espedienti di piccola truffa per sopravvivere, la sua complice è Monique, una anziana signora interpretata da una sempre convincente Catherine Deneuve.

Durante una di queste truffe vicino ad un supermercato, Monique si imbatte per caso in un vecchio amico, Victor il quale viene scippato da Wael che però non riesce a sfuggirgli. Victor si fa quindi raccontare da Monique la loro situazione e le offre un posto di lavoro presso una scuola che assiste ragazzi problematici. Inizialmente alla ricerca di un insegnate per i ragazzi, Wael viene coinvolto come sostituto in attesa di assumere un professionista.

Il gioco delle parti inizia quando i ragazzi e Wael dovranno conquistare la fiducia reciproca. Non essendo un vero insegnante, Wael utilizzerà piccoli stratagemmi imparati nella vita di strada per portarli dalla sua parte. Durante lo svolgimento di questa storia principale, ne abbiamo una seconda in uno scenario di guerra con un piccolo bambino ed una suora, che solo alla fine del film potremo comprendere.

Victor inizialmente è deciso a voler trovare un vero insegnante, mentre Monique ha grande fiducia nelle capacità di Wael e pertanto fa di tutto perchè la ricerca di un nuovo insegnante non vada a buon fine. Durante le giornate con i Ragazzi, Wael inizia a comprendere che anche per lui c’è qualcosa di buono e che può diventare determinante per aiutare la vita di questi ragazzi. La commedia non si prende sul serio e si alternano momenti più divertenti e leggeri a momenti seri di contenuto. Questa contrapposizione tra drammatico e divertimento, rende il film accattivante e coinvolgente allo stesso tempo.

Il film è disponibile sulla piattaforma Netflix e ne consiglio la visione per tutte le età, fatemi sapere se vi è piaciuto.

Michele

Yes Day, storia di genitori e figli.

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Questo film si può riassumere con la frase: ” Genitori e figli sono sempre in disaccordo su una cosa; le regole!” Ecco il punto di partenza di questa commedia fresca e divertente adatta per ogni età, famiglie e non

Il film è tratto dall’omonimo romanzo scritto da Amy Rosenthal e Tom Lichtenheld. La protagonista indiscussa è una sempre brava ed eternamente giovane Jennifer Garner, che riesce a destreggiarsi tra ruoli seri, drammatici e le commedie. Allison e Carlos sono due genitori come tanti che crescono tre figli. Ripercorrendo la loro storia, si scoprono essere passati da una fase giovanile in cui tutto era divertente ed eccitante, ad una fase in cui 50 no al giorno sono una costante nella loro famiglia.

Vengono convocati per una riunione a scuola e scoprono che i loro figli li vedono come dei dittatori, incapaci di lasciare una libertà tanto ricercata. Gli parlano del famoso ” Yes Day” ovvero il giorno dei si. Una giornata che in accordo con i propri figli, e soprattutto con delle regole precise, trascorreranno insieme senza poter dire mai un NO. L’accordo è presto fatto e la giornata del SI arriva come previsto.

Così dopo parecchio tempo, la famiglia si trova a trascorrere un’intera giornata programmata dai loro figli, senza telefoni, senza pc, senza distrazioni. I genitori devono tornare a divertirsi coi propri figli, ed i figli posso vedere il lato spensierato e senza responsabilità dei propri genitori. Il film ci accompagna in una serie di situazioni tra il reale e il paradossale. Si parte dal saltare sul letto dei propri genitori tutti insieme, chi non si è mai sentito dire di no alzi la mano! Una colazione speciale dopo essere stati truccai e vestiti per poi andare in un campo di gioco a squadre. Il pomeriggio prosegue ad un parco divertimenti.

In tutto questo ci sono gli adulti che si ritrovano ad essere ragazzini, scoprendo le fragilità e riconsiderando il loro modo di comportarsi quotidiano. il bello di questa commedia è che ogni persona può ritrovare qualche tratto di una famiglia normale, nel rapporto tra fratelli, nelle discussioni quotidiane, nel modo di approcciare l’educazione dei figli e delle preoccupazioni. Ovviamente non vuole insegnarci come fare o come comportarsi, ma di lasciarsi andare e mettersi nei panni gli uni degli altri. Di fare qualcosa insieme come famiglia senza pensare troppo al dovere e non dovere, al godersi le cose belle che ci sono e saperne trarre gli aspetti migliori.

Ecco perchè vi consigliamo la visione di questo film, sia che siate genitori, figli, fratelli o amici. Un film che non si prende sul serio che ha come unico scopo quello di divertire pur trovando gli spunti comuni a tante famiglie. In un periodo come questo, un pò di spensieratezza vale oro.

Buona visione.

– Michele –

Autorità, cercasi

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Big little lies è una serie televisiva del 2017 creata da David E. Kelley e basata sul romanzo Piccole grandi bugie di Liane Moriarty.

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Il cast è eccezionale, Alan Scoot, Niocole Kidman, solo per citarne alcuni.

Non ero affatto interessata a questo genere, ma una mia amica mi ha praticamente messo nelle mani il dvd e ho dovuto guardarlo. Il tema è terribilmente attuale, i genitori che si insinuano nella scuola minandone la sua autorità, creando odio e attriti al punto da generare un omicidio, almeno apparentemente.

Tutto comincia con un bambino, parliamo delle scuole elementari, che sembra abbia cercato di strangolare una sua compagna, l’episodio non ha avuto conseguenze fisiche, ma trasmetteva violenza e la vittima si è sentita intimorita. La cosa è stata ingigantita dalla mamma della vittima al punto di creare odio profondo tra la mamma della bambina aggredita e la mamma dell’aggressore, sfociando in episodi di violenza tra i genitori non solo fisica ma psicologiaca nei confronti dei figli.

Ora, la trama è molto più complessa di così. La serie comincia con l’ascolto delle varie testimonianze delle persone presenti alla festa durante la quale si è consumato l’omicidio, attraverso i loro racconti vi sono flasback, che porteranno poi all’epilogo della trama.

Il punto non è parlavi di questa serie caldamente consigliata a chiunque sia o non sia genitore, ma il fatto che questa serie non fa altro che portare sullo schermo un tema attuale e terribilmente inquietante, ossia i genitori che un tempo esercitavano la loro autorità nell’educazione dei figli e lasciavano che a sua volta la scuola applicasse la sua senza interferire ma collaborando, per capirci: ai miei tempi se arrivavi a casa con una nota per non aver fatto i compiti, la mamma ti metteva in castigo non solo per la nota ma soprattutto per esserti sottratto ai tuoi doveri. Ora le mamme vanno a scuola esigendo di parlare con l’insegnante contestandole il provvedimento disciplinare preso nei confronti del figlio. Il risultato? Ragazzi incapaci di riconoscere quando davvero hanno fatto uno sbaglio, incapaci di adattarsi alle situazioni e soprattutto crescendo nell’ottica del “tutto è dovuto”, ovattati in un mondo fittizio ove il duro lavoro non esiste come non esiste il conseguente guadagno tanto c’è mamma e papà e credetemi che non sto parlando in senso stretto economico, ma anche solo la soddisfazione di fare qualcosa da soli come una costruzione o una torta, o un bel voto a scuola.

Generazioni inette, presuntuose, maleducate, veri bulli. E’ preoccupante per il futuro, forse era meglio negli anni ’80, quando era il tuo compleanno e portavi a scuola una sana e ricca crostata fatta con le uova del contadino vicino casa, il burro del caseificio e la marmellata della mamma, senza la paura di scaturire allergie e intolleranze. Anni in cui genitori e figli facevano sacrifici per pagare la casa senza ricorre al mutuo all’80% o anche solo per mettere via qualcosa per le evenienze o gli studi. Era meglio quando eri libero di esibire un simbolo religioso senza il timore di offendere qualche tuo compagno di religione diversa, assaporare la gioia di una recita scolastica natalizia, ma persino queste stanno scomparendo perchè qualcuno si potrebbe offendere, oppure (e questa è forte) portare a scuola una scatola di caramelle il giorno del compleanno del figlio, caramelle da regalare a tutti i suo compagni, ma hanno proibito anche quello, sapete, qualche genitore si è lamentato perchè mette in imbarazzo il genitore che non può comprare le caramelle.

Domani vado alla Caritas a vedere se mi danno qualche vestito, non vorrei che se mia figlia indossasse i leggins a 3,95 che ho comprato l’altro giorno offendessero qualcuno.

Forse era meglio quando si stava peggio.

Kenya, difficile da credere

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Di recente sono stata in Kenya, vacanza in famiglia sulla costa kenyota, e un paio di giorni di Safari.

L’aspetto naturalistico di questo luogo mi ha molto colpito, si passa dalle spiagge bianche e zuccherine alla natura incontaminata e selvaggia della savana, ma ciò che rimane impresso di questi luoghi è la povertà.

E’ da quando  sono nata che mi parlano della povertà in Africa ma quando ti ci scontri le cose cambiano. Mentre percorrevamo la strada che portava al parco principale i bambini rincorrevano la nostra jeep con le mani tese nella speranza che saltasse fuori qualcosa da mangiare. Abbiamo visitato una scuola ( per rispetto non metterò le immagini), questa era fatta di fango e non avevano quaderni di nessun tipo, solo la speranza di una maestra capace e la conquista quotidiana della conoscenza.

In molte zone non c’è acqua e non puoi coltivare perchè la terra è arida e se anche non lo  fosse l’altissima presenza di formiche impedisce a qualsiasi seme di piantar radice, eppure la popolazione in queste zone che sembrano dimenticate da Dio, è superiore alle aspettative, così chiesi alla guida: perchè metter al mondo figli se non puoi sfamarli? Lui rispose solo: dovresti cambiare la testa della gente. E così ho capito che il problema non è solo un’economia difficile ma una mentalità chiusa ed ignorante che favorisce il non sviluppo e la povertà. Devi cambiare la gene, mi hanno dettoma la vedo dura, e così l’Africa sarà sempre l’Africa, povera ma ricca e sfruttata per rimanere in povertà con gente incapace di evolversi, il meglio che possiamo fare è dare comunque una mano, magari mandando qualche libro e qualche quaderno in quelle scuole fatte di fango e speranza così che magari, piano piano, la testa della gente cambi e si erudisca.

Veniamo ora ad un’altro aspetto di questo viaggio, il suo scopo. Chi va per riposarsi spaparanzato al sole otto ore al giorno, come fanno lo sanno solo loro, ma chi te lo fa fare di fare undici ore di volo in economica per stare ad arrostirti al sole? Tanto vale stare in Liguria. Chi va per vedere un posto nuovo e farsi coccolare in un resort di lusso ad un costo la metà di una vacanza in Sardegna con spiagge altrettanto belle se non di più, e chi come noi vuole andare per stare insieme, godersi la famiglia, e ritrovarsi senza il pensiero del lavoro, anche se questo è riuscito a seguirmi anche là;  poi chi magari ci va per salvare la vita di coppia. Ma ho visto anche coppie delle quali non ho ben capito a che sopo fossero lì, temo solo perchè lei ha trascinato lui. In particolare una coppia di anziani dove lei l’avrei gettata dall’aereo. Maltrattava il marito ad ogni occasione, anche solo se lui chiedeva che ore erano, non sto scherzando, lui ha chiesto alla moglie che ore erano e lei: che ore vuoi che siano?! SIamo appena partiti! Per non parlare del fatto che quando lui l’ha fatta alzare per passare e andare in bagno lei glielo ha concesso ma solo per quella volta, non sarebbe più dovuto andare in bagno fino a quando non fossero atterrati, e vi giuro che ha mantenuto la parola.

Ora mi chiedo, ma che diavolo succede ad una coppia almeno trentennale, per arrivare a trattarsi così? Lei è davvero un’arpia acida o è la sua vendetta per qualcosa che ha fatto lui?

Provate a rispondere voi perchè io una ragione non la vedo.

Rita, vento fresco dalla Danimarca

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cover

Le nuove piattaforme per fruire le serie tv, ogni tanto ci portano cose nuove ed originali. Rita è proprio il caso di una serie originale, che altrimenti molto difficilmente sarebbe stata distribuita qui in Italia. La sua storia principale è molto semplice; Rita è un’insegnante divorziata, con tre figli. Ricco, il secondo figlio, si sta per sposare e lascia la casa della famiglia, Molly è appena stata scaricata ed è in cerca di se stessa e del suo futuro. Infine Yeppe, il più piccolo che appena a 15 anni si dichiara gay.

bagno

L’unica vera protagonista di questa serie è la stessa Rita, non la sua famiglia, non la scuola o i suoi studenti. Ogni giorno Rita arriva a scuola si siede nel bagno e legge le scritte che gli studenti lasciano. Proprio attraverso i loro pensieri e le cose che vengono trattate in classe, trova spunti per la sua vita incasinata. Rita ha una relazione con il preside della scuola, ma solo per sesso. Dice sempre quello che pensa, tratta i bambini come se fossero adulti e i genitori come fossero ragazzi. Anticonformista e apparentemente sempre sicura di se.

studenti

Rita è sempre presente per i suoi studenti, dando loro domande e spunti su cui ragionare che spesso si riflettono nella sua complicata vita. Il figlio Ricco si fidanza con una ragazza il cui padre è proprio un ex di Rita. Riesce persino ad avere una relazione con il padre di una alunna… non volontariamente, lo rimorchia in un bar senza nemmeno riconoscerlo. Per questa ragione viene anche sospesa. Rita è però sempre presente per i suoi figli in caso di bisogno e pronta a sostenerli e difenderli.

yeppe

Spesso criticata da colleghi e genitori, riesce a conquistare i suoi studenti. Questa serie è molto diversa da quello che siamo abituati a vedere. Ve la consiglio, il ritmo è veloce, divertente e sarcastico. Il lato negativo è sicuramente lo scadente doppiaggio che hanno fatto. Le voci dei ragazzi sono orrende, si sente che sono fatte da adulti. Se superate questo scoglio vedrete che anche voi presto vi appassionerete a Rita e alla sua vita.

Iniziato nel 2012 in Danimarca è arrivato alla quinta stagione, tutte disponibili in Italia nel 2016 sulla piattaforma Netflix, che contribuisce alla produzione. La serie attualmente è conclusa

– Michele –

FREEDOM WRITERS, la forza delle storie vere

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  • Attori: Hilary Swank. Scott Glenn, Imelda Staunton, Patrick Dempsey
  • Regista: Richard LaGravanese
  • Formato:DVD, PAL, Schermo panoramico
  • Audio:Italian (Dolby Digital 5.1), English (Dolby Digital 5.1)
  • Regione:Regione 2
  • Formato immagine:1.78:1
  • Numero di dischi:1
  • Studio:Paramount
  • Data versione DVD:15 ott. 2007
  • Durata:118 minuti

Come forse avrete notato, ho una certa predilezione per i film che raccontano storie vere, soprattutto se sono ben fatti come questo. Passato un po’ sotto silenzio in Italia, questo film racconta la vera storia di Erin Gruwell: insegnante al suo primo incarico in una delle scuole più “difficili”, nell’ambito di un programma di integrazione razziale. Si lo so, qui in Italia, non è certo un problema così sentito come lo era, già anni fa, negli Usa.

Potete bene immaginare gli ostacoli da affrontare e il livello in cui si trova a dover insegnare la protagonista. Nessuna credibilità. Il suo costante impegno le consente di far breccia nell’interesse dei suoi studenti, introducendo quello che l’olocausto aveva fatto in Europa rispetto al razzismo. Così, con grandi sforzi, Erin si impegna in altri due lavori, per poter pagare le entrate ai musei di ragazzi e far conoscere loro la storia del Nazismo. Importanti reduci racconteranno loro cosa accadeva, segnando profondamente l’immaginario dei ragazzi.

Conquistata la fiducia dei suoi studenti, Erin si trova contro la scuola, gli insegnati e persino suo marito. Il sistema, infatti, non è fatto per i cambiamenti e gli insegnanti adorano ancor meno chi riesce in ciò che nessuno, con più esperienza, era riuscito a fare prima. La svolta arriva con l’assegnazione della lettura del Diario di Anna Frank. Questo libro colpisce profondamente gli studenti che decidono di invitare a scuola la donna che nascose Anna nella sua casa. Prende avvio una serie di attività di raccolta fondi e di pubblicità sull’istituto che è sempre contrario a tali iniziative.

Infine l’idea che ha cambiato tutto: mettere per iscritto i diari delle vite dei suoi ragazzi, i “ Freedom writers” appunto, che diventerà un libro best seller negli Stati Uniti. Così Erin, forte della sua determinazione e dei suoi risultati, riuscirà, contro ogni ostacolo del suo istituto, ad essere autorizzata a seguire i ragazzi della sua aula per tutti gli anni a seguire, ma soprattutto ad ispirare il modello della sua aula in tante scuole americane, che cercheranno quindi di replicare le modalità di un successo scolastico.

Questa è la vera classe di Erin Gruwell. Consiglio a tutti voi la visione di questo film, perchè vi darà veramente molti spunti di riflessione. Ho trovato, poi, davvero brava la giovane Hilary Swank (ormai premio Oscar) che si è sempre trovata a suo agio nei ruoli più difficili e drammatici.

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– Michele –

L’ONDA, la società che non impara dal passato.

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  • Attori: Jurgen Vogel, Frederick Lau, Jennifer Ulrich, Max Riemelt, Christiane Paul
  • Regista: Dennis Gansel
  • Formato: DVD, PAL, Schermo panoramico
  • Audio: Italian (Dolby Digital 5.1), German (Dolby Digital 5.1)
  • Sottotitoli: Italiano
  • Regione: Tutte le regioni
  • Formato immagine: 16:9
  • Numero di dischi: 1
  • Studio: Bim
  • Data versione DVD: 20 mar. 2013

In questi giorni mi è capitato di rivedere alcuni film di qualche anno fa (2010). Immediatamente mi sono ricordato di quanto mi avesse colpito uno di questi, così ho deciso di raccontarvelo. Tratto dal libro “L’onda. La storia non è un gioco”.

Questa storia inizia in un istituto superiore tedesco, dove si è deciso di organizzare una settimana a tema. Il professor Rainer, tipicamente vicino ai ragazzi, vorrebbe che gli assegnassero il tema dell’anarchia a lui più congeniale. Si trova, invece, a dover far lezione sull’autocrazia, qualcosa che non ha mai sopportato. Sin dalla prima lezione i ragazzi si dimostrano completamente disinteressati, convinti che, al giorno d’oggi, non si possano ripetere gli errori del passato come quelli di una dittatura.

Rainer decide di portare in classe un esperimento reale, convinto di poter dimostrare quanto le persone siano influenzabili. Il primo passo è quello di trovare un leader. Non riuscendo ad accordarsi i ragazzi eleggono proprio Rainer, che accettando volentieri l’incarico, darà forza al suo esperimento. Il secondo passo è quello di obbligare i ragazzi ad alzarsi in piedi ogni volta che vogliono parlare e di farlo ad alta voce. Questo per dare forza a quello che viene detto che per far si che le persone siano convinte. Successivamente viene rivista la disposizione dei banchi: gli studenti più svogliati vengono messi vicini ai più bravi e, in coppia, finiscono anche quelli che non si possono sopportare. Lo scopo di questo è creare unità nel gruppo. Rimangono solo due cose da fare: uniformare e assegnarsi un nome.

Così una camicia bianca ed un paio di jeans, divengono l’uniforme ufficiale del gruppo. Mentre viene scelto un nome importante: “L’onda”, qualcosa che è difficile da fermare. Nei primi giorni dell’esperimento i benefici non tardano ad arrivare: i ragazzi sono più sicuri, si sentono coinvolti e responsabilizzati, insomma migliorano continuamente. La preside si complimenta con Rainer per i suoi risultati. Al tempo stesso però si iniziano a vedere le conseguenze. Chi non si adatta o non indossa l’uniforme, viene escluso e deriso. Si aiutano solo i membri del gruppo e si cerca di fare proselitismo in tutta la scuola spingendo sul fatto che L’Onda è l’unico gruppo importante. Nella città alcuni ragazzi mettono il logo del gruppo dappertutto con adesivi e vernici spray. Per i ragazzi più deboli il gruppo diventa una vera e propria filosofia di vita; proprio grazie al gruppo, ricevono uno status sociale che prima non avevano mai ottenuto. Lo stesso Rainer, che soffriva sempre di un complesso di inferiorità rispetto agli altri professori, trova motivo di orgoglio nel gruppo che ha fondato.

Alla fine della settimana gli episodi di violenza tra i gruppi di ragazzi divengono sempre più frequenti. Rainer viene informato di fatti che non credeva possibili e convoca tutti i membri nell’Aula Magna della scuola. Una sala gremita di ragazzi assistono increduli al suo discorso. L’onda verrà sciolta! Un amaro risveglio toccherà ogni ragazzo che ha fatto del male ad un suo compagno in quanto non voleva uniformarsi. Mentre la gran parte di loro si rende conto di ciò che inconsapevolmente ha contribuito a creare, altri non sopportano l’idea di tornare indietro…

La tragedia è dietro l’angolo. Ormai fuori controllo, il professore non potrà fare a meno che assistere a ciò che sta per succedere. Sconvolto come gli altri ragazzi, sarà all’uscita della scuola che vedrà gli sguardi degli insegnanti, alunni, e genitori: il segno di un fallimento totalmente incontrollato. La cosa più preoccupante è che, tutto ciò prende lo spunto da un esperimento sociale realmente accaduto. Per questo non si dovrebbe dare per scontato che il passato non possa ripetersi.

 

Come sempre vi lascio al trailer:

– Michele –