Lo scorso mese di Aprile, ho partecipato alla prima sessione internazionale a Dynamo Camp. Per chi lo sentisse per la prima volta, potete leggere qui di cosa si tratta.
In questi ultimi mesi in cui non si sente altro che parlare di guerre e migranti, noi abbiamo affrontato la sessione Araba. Lasciate fuori i pregiudizi, vi assicuro che chi era li con me ha vissuto un’esperienza straordinaria. I ragazzi ospitati venivano da 4 paesi differenti e con età variabile, da bambini a teenager. La nostra prima preoccupazione era la lingua, la seconda gli accompagnatori che arrivavano con i ragazzi. Un misto tra Arabo, francese, inglese… insomma un bel mix. Eppure molti dei volontari con me non si sono fatti spaventare. Il linguaggio dei bambini è universale e dopo soli 2 giorni abbiamo iniziato ad entrare in sintonia.
Posso assicurarvi che i ragazzi dopo un primo momento di adattamento, si sono poi mischiati e adattati gli uni agli altri. A dimostrazione che loro non sentono barriere culturali o religiose che spesso invece, siamo noi ad avere in testa. In questa avventura ho conosciuto molti volontari, gentili, disponibili e di grande supporto. Tra i tanti vi propongo le testimonianze di Stefano e Betta. Quest’ultima a dire il vero è una RC (Responsabile di Casetta). Sempre sorridente e disponibile, ha subito accettato di raccontare la sua esperienza.
Parlare di Dynamo è sempre un’emozione, ma è molto difficile. Per capire Dynamo bisogna viverlo, tuffarcisi dentro…e il gioco è fatto, non riesci più a staccartene completamente. La mia avventura è iniziata nel Marzo del 2009 ed ho partecipato a (credo, ho perso il conto) 29 sessioni: ho conosciuto una miriade di persone tra bimbi, ragazzi, giovani e (come me) meno giovani. Ogni volta un’emozione ed un coinvolgimento nuovi, giornate che sembrano infinite con mille cose da fare ma che volano e in un attimo arriva il momento dei saluti. Ecco questo lo definirei il momento peggiore, inevitabile ,ma straziante. Dentro di noi i giorni prima dell’inizio sessione, facciamo il conto alla rovescia delle ore che mancano all’incontro con questi meravigliosi bambini. Proviamo ad immaginarli, cerchiamo di escogitare strategie per farli divertire, abbiamo paura, una tensione positiva che ci spinge a dare il meglio di noi. Ci domandiamo: “Come saranno?” “Sarò all’altezza?” “Riusciremo a divertirci tutti insieme?” E magicamente questo accade sempre.
Credo che i bambini siano uguali in tutto il mondo, anche i bambini malati con le loro difficoltà e i loro problemi hanno una gran voglia di lasciarsi andare e vivere la gioia della libertà condividendo la loro “condizione”. Nell’ultima sessione (aprile 2016) 94 bambini provenienti da paesi lontani e problematici, di culture ed abitudini così diverse dalle nostre (Arabia Saudita, Marocco, Giordania, Iraq) hanno condiviso giochi, divertimento, attività, balli e musica e anche noi dynamici abbiamo superato qualsiasi difficoltà. Era una scommessa non da poco: non tutti parlavano inglese e anche tra loro, sia bimbi che accompagnatori, facevano fatica a capirsi: pensiamo al numero di dialetti così diversi nella nostra piccola e stretta penisola. L’impaccio linguistico inizialmente ha un po’ condizionato i rapporti, si poteva palpare la frustrazione dei volontari che non riuscivano ad instaurare un rapporto “veloce”… ma poi, bastava un gesto, uno sguardo, una risata e tutto filava liscio. La comprensione avviene attraverso molti canali, basta ricordare che uno dei momenti più apprezzati da tutti, grandi e piccoli, è stato uno spettacolo circense bastato solo sulla mimica che ha coinvolto tutto il pubblico e grazie al bravissimo Edoardo (l’artista) si è creata un’atmosfera magica, di unione, che ha abbattuto qualsiasi barriera e differenza. Questo per me è Dynamo. Ancora una volta grazie a tutte le persone che con tanto amore e volontà dedicano tempo e fatica a questa realtà. Sono 10 giorni faticosi, 24 ore su 24, impegnativi, bisogna essere sempre concentrati ma sorridenti. Il segreto è divertirsi insieme ai ragazzi, da loro riceviamo sempre molto di più di quello che noi doniamo.
Ciao,
Betta
Essere volontari a Dynamo, non è fare una vacanza, ma impegno, motivazione e vivere emozioni forti tutti insieme. Una fetta di vita da condividere che ti fa comprendere in maniera piena, quanto poco esistano le differenze che tutti abbiamo nella nostra testa.
Stefano è un dynamico che sprizza positività esternamente, mentre io più internamente… per questo ho trovato affinità di carattere, ed ho chiesto la sua testimonianza:
Mi è stato chiesto di partecipare a questo buon progetto da Michele, ho subito accettato anche se l’impresa risultava ardua. Ho passato troppi minuti a pensare a cosa poter scrivere, troppi giorni ad arrovellare il cervello per scegliere come raccontare un mondo che forse non conoscete ma, alla fine, tutto è partito con l’ultimo pensiero avuto:
Restare bambini. Non importa come, dove, quando… L’importante è non dimenticare di esserlo stati e di potersi nuovamente immedesimare; ancora, ancora ed ancora ricercare quello che potrebbe essere il punto di vista di un bambino. Bisogna ogni tanto abbandonare la pigrizia del “io sono già stato li”,” L’ho già fatto questo” e “conosco bene quello” perché vi porterà solo a saltare direttamente a conclusioni.
Della sessione in questione ho imparato a mie spese (cit. essendo stato soprannominato un diavolo della Tasmania) sì abbiamo bisogno di alcune regole, sì necessitiamo di essere guidati, ma anche no o meglio con le giuste dosi. Ho visto bambini far del ” male” fisico ad altri ma alla fine piangere perché avevano capito di aver sbagliato. Ho ascoltato alcuni esclamare: ” Ma devo mischiarmi a loro?!” e poco dopo (veramente poco) giusto il tempo della presentazione ridere insieme.
Ne ho inseguiti altri, perché volevano semplicemente raccogliere dei fiori e correre all’impazzata per il puro piacere dell’aria buona. Ne ho fatti ammattire altri ancora, per giocare alle mille versioni di 1-2-3 … Ne ho osservati tanti cambiare nel giro di pochi giorni e capire che le barriere sono soltanto create da noi un po’ più cresciuti, che le differenze in realtà non ci sono e che tutti siamo diversamente uguali.
Stupitevi. Guardate con meraviglia. Siate dei viaggiatori immaturi. Dite più spesso “perché no?”, lasciatevi tentare dalla pazzia, tanto il mondo è già pazzo di suo. Tutte le cose veramente belle di questa vita spettinano, ergo coltivate questo innocente stato di stupore.
Stefano.
A fine sessione si arriva completamente esausti, ve lo garantisco! La sera dell’ultimo giorno piccola riunione per condividere le grandi emozioni vissute. E’ stata l’occasione per una foto di gruppo, ditemi voi se le facce dei volontari vi sembrano volti di persone stanche o di grande entusiasmo…
Spero di avervi fatto cogliere un briciolo delle emozioni che Dynamo sa dare. Un pizzico della grande passione che tutti i dynamici mettono dentro e fuori dal campo. Ringrazio la mia casetta: Umberta, Francesca ed Alessandro. I dynamici che mi hanno accompagnato, assistito, sostenuto in tutta la sessione. Un grazie alla mitica RC del Marocco… Federica, il collante della nostra casetta (foto sopra mentre si lavora).
Diteci cosa ne pensate, se anche voi avete vissuto queste o altre esperienze.
– Michele-
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