Autorità, cercasi

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Big little lies è una serie televisiva del 2017 creata da David E. Kelley e basata sul romanzo Piccole grandi bugie di Liane Moriarty.

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Il cast è eccezionale, Alan Scoot, Niocole Kidman, solo per citarne alcuni.

Non ero affatto interessata a questo genere, ma una mia amica mi ha praticamente messo nelle mani il dvd e ho dovuto guardarlo. Il tema è terribilmente attuale, i genitori che si insinuano nella scuola minandone la sua autorità, creando odio e attriti al punto da generare un omicidio, almeno apparentemente.

Tutto comincia con un bambino, parliamo delle scuole elementari, che sembra abbia cercato di strangolare una sua compagna, l’episodio non ha avuto conseguenze fisiche, ma trasmetteva violenza e la vittima si è sentita intimorita. La cosa è stata ingigantita dalla mamma della vittima al punto di creare odio profondo tra la mamma della bambina aggredita e la mamma dell’aggressore, sfociando in episodi di violenza tra i genitori non solo fisica ma psicologiaca nei confronti dei figli.

Ora, la trama è molto più complessa di così. La serie comincia con l’ascolto delle varie testimonianze delle persone presenti alla festa durante la quale si è consumato l’omicidio, attraverso i loro racconti vi sono flasback, che porteranno poi all’epilogo della trama.

Il punto non è parlavi di questa serie caldamente consigliata a chiunque sia o non sia genitore, ma il fatto che questa serie non fa altro che portare sullo schermo un tema attuale e terribilmente inquietante, ossia i genitori che un tempo esercitavano la loro autorità nell’educazione dei figli e lasciavano che a sua volta la scuola applicasse la sua senza interferire ma collaborando, per capirci: ai miei tempi se arrivavi a casa con una nota per non aver fatto i compiti, la mamma ti metteva in castigo non solo per la nota ma soprattutto per esserti sottratto ai tuoi doveri. Ora le mamme vanno a scuola esigendo di parlare con l’insegnante contestandole il provvedimento disciplinare preso nei confronti del figlio. Il risultato? Ragazzi incapaci di riconoscere quando davvero hanno fatto uno sbaglio, incapaci di adattarsi alle situazioni e soprattutto crescendo nell’ottica del “tutto è dovuto”, ovattati in un mondo fittizio ove il duro lavoro non esiste come non esiste il conseguente guadagno tanto c’è mamma e papà e credetemi che non sto parlando in senso stretto economico, ma anche solo la soddisfazione di fare qualcosa da soli come una costruzione o una torta, o un bel voto a scuola.

Generazioni inette, presuntuose, maleducate, veri bulli. E’ preoccupante per il futuro, forse era meglio negli anni ’80, quando era il tuo compleanno e portavi a scuola una sana e ricca crostata fatta con le uova del contadino vicino casa, il burro del caseificio e la marmellata della mamma, senza la paura di scaturire allergie e intolleranze. Anni in cui genitori e figli facevano sacrifici per pagare la casa senza ricorre al mutuo all’80% o anche solo per mettere via qualcosa per le evenienze o gli studi. Era meglio quando eri libero di esibire un simbolo religioso senza il timore di offendere qualche tuo compagno di religione diversa, assaporare la gioia di una recita scolastica natalizia, ma persino queste stanno scomparendo perchè qualcuno si potrebbe offendere, oppure (e questa è forte) portare a scuola una scatola di caramelle il giorno del compleanno del figlio, caramelle da regalare a tutti i suo compagni, ma hanno proibito anche quello, sapete, qualche genitore si è lamentato perchè mette in imbarazzo il genitore che non può comprare le caramelle.

Domani vado alla Caritas a vedere se mi danno qualche vestito, non vorrei che se mia figlia indossasse i leggins a 3,95 che ho comprato l’altro giorno offendessero qualcuno.

Forse era meglio quando si stava peggio.