Dietro i suoi occhi

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Per gli appassionati di serie tv, questo titolo è sicuramente familiare, mentre per gli altri potrebbe essere una interessante novità. Dietro i suoi occhi è una mini serie di soli 6 episodi che viene realizzata dal best seller omonimo di Sarah Pinborough ( che trovate in tutte le librerie). Ho seguito questa storia e ne sono rimasto un pò perplesso. Vi propongo quindi, quelli che sono per me i punti forti e deboli, come sempre lascio a voi la decisione se vederlo o meno.

La storia si svolge a Londra e per quanto scontata inizialmente vi possa sembrare, per fortuna c’è più di quanto appare. Adele e David ( i primi due a sinistra della copertina) sono una coppia sposata che da poco si è trasferita a Londra. Louise è invece una madre single che lavora come segretaria nello studio medico dove David arriva ( come psichiatra). Tra Louise e David scatta subito la scintilla, lei è una ragazza madre con un figlio non ancora adolescente.

Inizialmente Louise non sa nemmeno che David sia sposato, e la cosa ancora più strana è che lei e Adele si conoscono e iniziano a frequentarsi. Fino a questo punto la storia parrebbe scontata. La parte interessante è il fatto che si capisce subito che Adele ha un suo piano in mente. Sa molto più di quanto dice ma ancora non ne comprendiamo lo scopo. Tra lei ed il marito David c’è un rapporto malsano di dipendenza. Non c’è amore tra loro eppure qualcosa li lega fortemente. La storia di Adele è molto complicata, vediamo vari flashback della sua vita da ragazza in cui è rinchiusa in un istituto psichiatrico dove è proprio David il suo dottore.

Del suo periodo di ricovero non sappiamo molto. Strettamente legata ad un altro paziente, Rob, con il quale condivide tutto anche la sua attrazione per David. I due ragazzi insieme sperimentano delle tecniche di rilassamento in cui le anime della persone possono uscire dal proprio corpo per viaggiare nello spazio, spostarsi e vedere ciò che accade intorno a loro. La parte soprannaturale della serie non è preponderante ma assolutamente fondamentale nella storia.

Non posso svelarvi molto della serie, altrimenti poi non varrebbe più nemmeno la pena di seguirla. Gli ingredienti di questa serie sono: mistero, thriller, erotismo e un pizzico di soprannaturale. Come in ogni ricetta però, anche se gli ingredienti sono ottimi non sempre il risultato è completamente gradevole. Questo a mio parere ne è il caso.

Fatemi sapere sulla nostra pagina Facebook che cosa ne pensate se lo avete visto e lasciateci un commento…

Vi lascio al trailer per qualche spunto.

  • – Michele –

Harry Potter

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Ricordate che di recente ho scritto un articolo sul mio viaggio a Londra?

https://comepiaceavoi.wordpress.com/2016/10/10/londra-dal-95-a-oggi/

Non vi ho raccontato tutto, ho lasciato per ultimo il biscottino più dolce: la visita alla Warner Bros Studios, di preciso gli studios dove hanno girato Harry Potter, celebre saga cinematografica tratta dall’omonimo successo letterario di J.K. Rowling.

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Ora cominciamo con il dire che anni fa, andai a visitare gli Universal Studios in L.A. e vedendo gli studios della Warner Bros a posteriori, sono  rimasta un po delusa. Mentre negli Universal Studios potevi girare fra un set e l’altro scorgendo in lontananza anche qualche troupe che girava film, qui alla Warner Bros sono state allestite zone dove poter vedere alcuni set e oggetti di scena come fossimo in un museo.

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Non fraintendetemi, è stata comunque un’esperienza unica! Ma non altrettanto coinvolgente come mi aspettavo, tuttavia, se siete appassionati o anche se solo avete seguito con interesse la saga o avete interesse per il cinema come noi, è emozionante e istruttivo fare una salto a questi studios.

Dopo una breve presentazione proiettata su schermo con i protagonisti entrerete nella sala principale, dove Harry e i suoi amici cenavano e dove venne allestito il famoso ballo del ceppo durante la notte di Natale.

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La visita continua dove si passa da una stanza all’altra ricca di tutto quanto sia considerato significativo per questa saga. Durante la visita avrete anche la possibilità di salire sulla famigerata scopa e simulare una prova di volo, divertente per grandi e piccini, ma armatevi di pazienza, la fila è lunga.

Si prosegue poi di sala in sala.

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Una volta ammirato questo e molto altro ancora si arriva al set del…

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mitico binario 9 3/4, avrete la possibilità di salire sul treno e vedere le cabine.

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In seguito approdate al negozio di souvenir della warner Bross, piuttosto caro direi, vi consiglio di comprare on line.

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Usciti dal negozio vi trovate presso il fast food dove potrete assaporare tipiche schifezze da fast food. Oh, ogni tanto ci voglio anche quelle, ma soprattutto vi consiglio di assaggiare la burrobirra, a vederla sembra birra vera in realtà è una bevanda analcolica, ovviamente, al gusto di caramello e con gelato alla vaniglia e non mancano neanche le bollicine. Davvero buona!

Una volta rifocillati, si passa all’esterno dove ci sono alcuni set usati per le riprese  in esterno.

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E alla fine si arriva al meglio

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e dulcis in fundo…

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Il castello di Hogwarts, modello utilizzato per le riprese, ma non fatevi ingannare dalle apparenze, anche se in scala è davvero enorme.

Per chiudere vi do qualche  dritta, nel caso vogliate andare a visitare gli studios, non comprate i pacchetti in quanto a conti fatti risultano più costosi e non più comodi rispetto ad fai da te. Potete recarvi in metro fino a London Euston da li potete prendere il biglietto per Watford Junction. Appena arrivati alla stazione troverete la navetta per gli studios

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abbastanza inconfondibile direi.  Il biglietto della navetta costa 2,50 sterline, conservatelo perchè vi servità per il ritorno, la navetta c’è spesso non dovrete aspettare molto. I biglietti per gli studios li potete acquistare dal sito, vi sconsiglio la guida digitale è buona solo per sapere qualche aneddoto, nulla di più. Quando acquisterete il biglietto per gli studios vi verrà richiesto l’orario ma non vi crucciate è puramente indicativo, serve solo per dare un ordine al flusso. Io ci sono andata di sabato e sebbene fosse week end non era affollato.

Bozzu

 

 

 

Buon 30esimo compleanno Dylan!

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E sono 30. Trent’anni per il mio fumetto preferito. Tuttavia per Dylan l’età è davvero uno stato mentale come dire trent’anni e non sentirli, trent’anni passati a combattere demoni, morte e paure, molti di questi episodi mi avrebbero fatto invecchiare di 10 anni. Battute a parte come festeggiare questo traguardo se non con un bell’albo colorato e con vignette lunghe una pagina?

Ed eccolo qui in tutto il suo splendore!

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arricchito di frame lunghi una pagina…

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Come per il n.100 non si parla solo di colore e vignette che ricoprono la pagina intera, ma si ritorna al nostro galeone. Dylan è appena un bambino in viaggio su un galeone ambientato nel diciassettesimo secolo con suo padre e sua madre Morgana. Dylan senior, è alla ricerca per mare dell’ingrediente che gli permetterà di creare il siero dell’immortalità. Fin qui nulla di nuovo, ma se il numero 100 era la catarsi che rispondeva a molti quesiti, in questo numero la storia si sviluppa sulla strada della metafora dolorosa incarnata da Mater Dolorsa. Nel numero 100 vediamo lo sdoppiamento del padre di Dylan in parte buona (confinata nello spazio) e parte cattiva (Xabaras) ancora presente sulla terra, in questo numero invece si potrebbe dire di assistere ad una sorta di sdoppiamento del personaggio di Morgana ove la parte buona è rappresentata da Morgana in quanto madre e la parte cattiva da Mater Dolorosa che a suo dire fa del dolore strumento di potenza ed indipendenza di un uomo.

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Non intendo rivelarvi il finale perché se anche non siete appassionati, credetemi, vale la pena di leggerlo per godere di una meravigliosa storia a lieto fine; dura, dolorosa, aggressiva, meravigliosamente aggressiva.

Anche io a mio modo  ho festeggiato i trent’anni di Dylan…

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…prendendo un caffè qui, in Craven Road a Londra, civico 9 per l’esattezza. Un po delusa, lo devo ammettere. Il bar è gestito da indiani che non conoscono il valore di Dylan, ma delusione a parte, è bello per un’ammiratrice come me poter dire “io ci sono stata”.

Bozzu.

 

 

Marcella, il noir inglese che conquista!

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Marcella è una miniserie a sfondo criminale noir, di origine inglese. Ve ne parlo perchè non è il classico poliziesco, la tematica è forte anche se in parte già vista. Questa serie è degna erede di “The Killing” e “The Bridge”.

Marcella Bakland è un detective della polizia londinese. A casa da diverso tempo dopo la devastante separazione dal marito, si ritrova con i suoi due figli. La trama di questa crime story è molto coinvolgente. Una mattina Marcella riceve la visita di un detective della polizia, le chiedono conto di alcuni omicidi compiuti da un serial killer di 11 anni fa. Pare infatti, che il killer sia ritornato in attività. Il suo modus operandi era quello d legare caviglie e polsi delle vittime, con fascette in plastica ed avvolgere la testa in un sacchetto chiuso con del nastro. Lasciandoli così a soffocare sino alla morte.

Marcella chiede di tornare in servizio come esperta sul caso insieme alla nuova squadra. Sorvolo sul suo ritorno nel nuovo gruppo, perchè sono dinamiche già viste, così come il fatto di scoprire una città in mano alla criminalità, corruzione, prostituzione e coperture ad alti livelli. La cosa bella della serie sono le indagini, il ritmo della serie e la suspance che si crea. Pare poi che questi detective, così intuitivi, non siano mai in grado di avere una loro vita personale. Se avete visto The killing, saprete che la protagonista ha grande intuito, intelligenza, ma anche un disastro in amore e con il figlio. Anche Marcella ha questo profilo da “socialmente disadattata” che stride con la grande competenza professionale e il suo intuito.

Oltre a non aver saputo recuperare il rapporto con il marito, anche con i figli sembra non essere in grado di mantenere un normale rapporto. Marcella è anche auto distruttiva.

In particolari moneti di grande stress, Marcella ha dei veri e propri Black- out tanto da risvegliarsi in posti e situazioni, delle quali non ricorda assolutamente nulla. Sospetta persino di se stessa e di cosa potrebbe avere fatto. Anche durante le indagini è preoccupata che questi fatti la possano coinvolgere. Così tra una falsa pista, omicidi continui anche di un certo effetto, cerchiamo di capire che cosa succede a Marcella e chi sia questo assassino.

Otto episodio che vi porteranno alla soluzione di un caso, nuovo e sicuramente interessante. Una crime story che vi conquisterà, così come la più complicata delle protagoniste femminili viste sinora.

Tranquilli la serie è disponibile completamente in italiano anche su piattaforma Netflix

– Michele –

Londra, dal 95 a oggi

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Un paio di settimane fa, sono andata a Londra per un week end lungo con la famiglia.

Non era la prima volta che visitavo questa città, c’ero stata nel 1995 in vacanza studio.

Al tempo avevo 15 anni e arrivavo dalla campagna emiliana, circondata da valli, campi e giusto un paio di corriere al giorno, mi sentivo persa in una città moderna e frenetica come Londra, tuttavia fu semplice visitarla grazie ad una rete metropolitana efficace e rapida e che felicemente oggi ho ritrovato ancora più innovativo e capillare.

Nel lontano 1995 Londra era una città ricca di punk, io mi sentivo spaventata da questi individui vestiti e pettinati in maniera aggressiva e sporchi, erano terribilmente sporchi. Due sono le scene che mi rimasero impresse: una dove una coppia di punk vestiti letteralmente di stracci sporchi come non ci si può immaginare, spingevano un passeggino. Provai pena per quel bambino.

Pensate che io sia piena di pregiudizi? Non quanto loro! Camminavo serenamente con le mie compagne di vacanza, zainetto sulle spalle stavamo andando a visitare non so quale museo, alcuni punk ci passano vicino e sentono che stavamo parlando in italiano,  senza troppe riflessioni ci insultano e si prendono persino la briga di farlo in italiano così da essere sicure che capissimo.

Oggi Londra è molo cambiata, forse non molto pulita per le strade,  ma sicuramente più ospitale. I punk non ci sono  più, chiunque era gentile con me e la mia famiglia. Non appena scesi dal pullman che ci portava dall’aeroporto alcuni ciclisti che passavano hanno notato la nostra aria smarrita alla ricerca dell’hotel e subito ci hanno aiutato a trovare la strada; sulla metro affollata tutti erano pronti a cedere il posto alle mie piccole che stanche dopo una giornata passata a visitare la città, si addormentavano non appena percepivano il vibrare del treno in corsa.

A parte questo Londra rimane una città multietnica come ormai ce ne sono molte, con un costo della vita alto rispetto a quello a cui siamo abituati noi.

Potrei illustrarvela con molte foto dei luoghi visitati e consigliarvi un percorso ideale costellato di luoghi da visitare per una famiglia, ma trovate tutto su internet e nel rispetto della filosofia del “come piace a voi” vi parlerò di ciò che davvero mi ha colpito e di cui internet non vi parla: io la mia famiglia stavamo rientrando dalla cena quando ad un tratto mio marito mi ha detto: “che strano quel gatto”

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Non era un gatto.

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….se avessi visto il famoso lupo mannaro americano, non sarei stata così colpita.

Bozzu 

 

Marketing o necessità di cambiamento?

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Penso che molti di noi abbiano un eroe preferito, io ce l’ho da quando avevo sette anni, ma se state pensando a qualche personaggio con super poteri arrivato da un altro pianeta, o un ragazzino venuto a  contatto con qualche insetto geneticamente modificato che gli ha fornito capacità soprannaturali, o scienziati che hanno subito modificazioni genetiche a causa di esperimenti andati male, vi sbagliate di grosso.

Il mio eroe non ha alcun potere particolare se non talento per le indagini, è vegetariano, astemio, non fuma, non dice parolacce, soffre di vertigini, claustrofobia, mal d’aria, mal di mare.  E’ per questo che è un eroe, combatte i cattivi senza alcun superpotere che lo possa aiutare, affronta le sue paure e le sconfigge, conforta e difende i deboli, aiuta i bisognosi. Eccolo qua:download Sorpresi? Io lo sarei.

Ora, per chi non lo conosce, Dylan Dog è uno dei fumetti di punta della Sergio Bonelli Editore. Si tratta di  un investigatore, ma non un investigatore qualunque, lui indaga su casi che hanno del soprannaturale anche se questi spesso si intrecciano con la vita reale e portano a catturare colpevoli più che reali, umani, o meglio, disumani.

Con Dylan collaborano Groucho la_pistolail suo fedele e bizzarro assistente, e quando dico fedele lo dico nel senso più stretto che ci possa essere, in quanto il poveretto non percepisce un quattrino da Dylan, non certo per cattiveria ma perchè anche Dylan a sua volta guadagna davvero poco e spesso non ci paga nemmeno le spese, e l’ispettore BlochIspettore-Bloch1, il quale prova un affetto per Dylan a dir poco paterno. Sempre sull’orlo della pensione che però per qualche ragione gli sfugge di albo in albo. Loro sono al fianco di Dylan fin dal primo albo il 26 settembre del 1986.  Dylan non sarebbe Dylan senza di loro, perciò spiegatemi, com’è possibile che Bloch sia veramente andato in pensione? Sì è proprio così, Bloch non collabora più con Dylan da un paio di mesi, il sovrintendente gli ha finalmente concesso la pensione e Bloch si è ritirato  lontano dal caos londinese. All’inizio pensavo che si trattasse solo di un albo e che avrebbero fatto ritornare al suo posto l’ispettore Bloch, revocandogli la pensione in qualche modo già dalla storia successiva. Ma non è stato così.Al suo posto c’è l’ispettore Carpenter, freddo e distaccato darà del filo da torcere a Dylan. Bloch lo si vede di tanto in tanto in veste di amico che Dylan saltuariamente va a trovare.

Un tale cambiamento stravolge l’impostazione del fumetto stesso. Mancherà quell’alone di amore paterno che silenzioso se ne stava sullo sfondo dei frame in cui Dylan e Bloch passeggiavano nel parco o bevevano al pub.

Chi tirerà Dylan fuori dai guai quando questi non seguirà perfettamente la prassi investigativa? Chi consiglierà Dylan?

Non ci sarà più la sua seriosa ironia celata dall’incapacità di un ispettore di polizia di sopportare la vista del sangue e che si sente male al solo sentir parlare di autopsia.

Groucho e Bloch forniscono al fumetto un umorismo e affetto che contraddistinguono ogni albo e l’intera carriera fumettistica di Dylan Dog, perciò mi chiedo, che ne sarà ora di Dylan Dog? E non sto parlando del personaggio ma tutto il fumetto in generale, perchè un simile cambiamento? Vera necessità o manovra di marketing?

Non so davvero, rispondere e voi? Perchè a me manca l’ispettore Bloch.