Michel Robert, La bocca delle Carpe

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La bocca delle carpe. Conversazioni con Amélie Nothomb

  • Anno pubblicazione 2019
  • Autore: Michel Robert
  • Pagine 128
  • Prezzo 15 euro
  • Edito Voland
  • Tradotto da Sara Manuela Cacioppo

       

Premessa intellettualmente onesta: io adoro Amélie Nothomb.

Quando era ancora possibile partecipare alle presentazioni dei libri io ero sempre in fila per andarla ad ascoltare e farmi firmare il suo ultimo romanzo… diciamo l’intera verità: se me lo chiedesse mollerei tutto e tutti e scapperei con lei.

La mia è però una di quelle passioni che si nutre di quello che scrive la persona, e non della sua vita privata, (di cui sapevo quello che si legge in quarta di copertina). Mi sono incuriosita quando sono venuta a conoscenza di questo libro, che in Italia è pubblicato dall’editore di tutti i romanzi della Nothomb, mentre in Francia da un editore meno conosciuto di Albin Michel, e ho deciso di acquistarlo.

I numeri di questa artista sono impressionanti: 27 romanzi all’attivo, tradotta in 45 lingue, e la cifra strabiliante di 16 milioni di copie vendute.

Michel Robert, scrittore e artista visivo, ha raccolto in questo volume le conversazioni che ha avuto in anni diversi con Amélie.

Devo ammettere che non ho sempre apprezzato le domande di Robert: si ha a volte l’impressione che voglia fare sfoggio della sua conoscenza delle opere della scrittrice per fare “bella figura”, piuttosto che per analizzare più nel dettaglio alcuni temi, ma ha sicuramente il pregio di aver coperto tutta la gamma delle domande possibili.

Si spazia così dall’infanzia di Amélie fino alla vita adulta, dalla consapevolezza delle sue fragilità e del suo dono (che lei definisce l’unica cosa che sappia fare) ai suoi pensieri sulla politica, la letteratura e il rapporto con i suoi ammiratori e con le critiche, anche feroci, di cui è stata ed è oggetto. Si fa anche un accenno alla sua famiglia, il rapporto con l’amore… insomma, il ritratto a 360 gradi di una donna sicuramente fuori dal comune, dotata di una straordinaria sensibilità e di una sconfinata dose di gentilezza e ironia.

A proposito: perché è stato scelto questo titolo? Perché per la nostra artista nulla è più dégoûtant della bocca di questi animali, ed è stato per causa loro che, a 4 anni, la Nothomb ha tentato per la prima e ultima volta il suicidio… come non ammettere che si trattava di una bimba dal temperamento volitivo?

Lettura imperdibile per chi non vede l’ora di leggere la sua nuova opera.

– Sabrina –