Gli Aerostati, Amelie Nothomb

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  • – Anno Pubblicazione 2021
  • – ISBN 978-8862434171
  • – Pagine 128
  • – Prezzo 16 euro
  • – Traduzione Federica di Lella
  • – Collana Voland

“Gli aerostati” è l’ultimo romanzo della nota scrittrice belga, giunta alla sua ventinovesima “fatica”.

Ambientato a Bruxelles (alquanto insolito per la Nothomb che ci ha abituati ad atmosfere più “esotiche”) vede protagonista Ange d’Aulnoy, solitaria studentessa di filologia di 19 anni che risponde a un annuncio per dare ripetizioni e raggranellare qualche soldo in più. Si trova davanti Grégoire Roussaire che la assume per aiutare con lo studio suo figlio Pie, un sedicenne apparentemente dislessico che ha un debole per la matematica, per le armi e per gli aerostati, e che rischia di non superare gli esami di fine anno a causa della sua riluttanza verso la letteratura.

E proprio alla letteratura, e a Omero, viene riservato un posto d’onore nel romanzo, una sorta di atto d’amore: quando Ange capisce che non esiste un reale problema di apprendimento e che Pie non ha mai letto un libro, gli “prescrive”, quasi fosse una medicina in grado di guarirlo, la lettura dell’Iliade.

Cura che funziona, tanto è vero che lo studente lo divora in una sola notte e porta alla sua insegnante una prospettiva insolita e interessante. Dove fallisce Stendhal, arriva l’aedo cieco che negli ultimi anni ha ispirato numerosi scrittori in tutta Europa (per citare solo i nostri conterranei, Omero, Iliade di Alessandro Baricco e Achille piè veloce di Stefano Benni tra gli altri), come a dire che tanta della nostra letteratura è debitrice delle imprese degli eroi dell’Iliade.

Nel frattempo Pie si invaghisce di Ange e, contemporaneamente, si va esasperando in lui l’odio per i genitori: questi sono i tipici rappresentanti di un milieu sociale in cui non si fa nulla che non sia improntato al riconoscimento sociale, e anche questo permeato da quell’apatia che si appiccica su tutto quello che fanno (la madre colleziona oggetti che compra e ammira su Internet e che non ha mai tenuto in mano per evitare di avere a che fare con oggetti reali).

E’ Pie con il suo sentimento verso Ange che muta profondamente la ragazza, rendendola meno “Angelo” e più essere di carne. Lei inizia a vedere gli altri con occhi diversi e sé stessa con occhi nuovi. Il rapporto di Ange con il suo professore è in questo senso “dimenticabile”, e risente dalla concentrazione in poche pagine di una storia forte e di numerose sottotrame: questa serve esclusivamente a far riflettere Ange sulla vita terrena che tutti conosciamo, e poco altro. La duplice relazione maestro e allievo è uno dei temi trattati, come anche la mancanza di comunicazione e sulla solitudine che si affronta ad ogni età.

Ma principalmente si tratta della celebrazione della lettura e della giovinezza, con una sfumatura noir che immancabile spiazzerà i lettori nelle ultime 10 pagine, come del resto sono/siamo abituati da quando, nel 1992, Amélie ha iniziato a muovere i primi sfolgoranti passi nel mondo della letteratura.
E adesso non ci resta che aspettare impazientemente il trentesimo libro…

Sabrina

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