Intimità spezzata

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Desdemona, ci parla di lei.

“Ti spiace se ti chiamo Dasy?”

“No, affatto”.

“Quanti anni avevi quando hai subito il primo abuso di natura sessuale?”

“Avevo cinque anni”.

“Vuoi dirci di chi si trattava?”.

“Mio fratello di dieci anni più grande”.

“Ci vuoi dire qualcosa di più?”

“Mi portò in bagno, ti basti sapere che non c’è stata penetrazione, solo mani e bocca. Non voglio dirti di più”.

“Lo capisco, hai mai detto ai vostri genitori quello che è successo?”

“No, certo. Lui mi chiese di non dire niente e a me stava bene.”

“In che rapporti sei oggi con tuo fratello?”

“Ottimi, credo che fosse solo la confusione ormonale, la curiosità, non sapeva bene quello che faceva e io certo non me ne rendevo conto. Non ci ha mai più riprovato e non ha mai avuto alcun tipo di approccio se non quello fraterno e anche quello con un certo distacco. Voglio molto bene a mio fratello, abbiamo un bel rapporto, parliamo molto, siamo amici e fratelli.”

“Perchè ce ne parli ora?”

“E’ passato molto tempo, al punto che a volte mi chiedo se sia successo davvero, mi chiedo se sia davvero un ricordo sbiadito o se invece sia solo un brutto sogno.”

“Hai subito altri abusi nel corso del tempo?”

“Sì, ma di questi non voglio ancora parlare.”

“C’è altro che vuoi aggiungere?”

“No, grazie del vostro tempo.”

“A te del tuo contributo”.

Desdemona, è ora una donna forte sulla quarantina, con una vita normale, tuttavia ci chiediamo se cose di questo tipo davvero non ti segnino come vuole farci credere Desdemona.

Genoveffa aveva circa 12 anni quando abusarono di lei, non ci ha concesso una vera e propria intervista, ci ha solo raccontato la sua storia e ci ha chiesto di riportala, senza approfondire e senza fare domande.

“I miei mi lasciarono per un mese a casa di loro amici, una coppia sposata. Quando parlo dei miei, parlo di mio padre e della mia matrignia. Lei aveva un rapporto morboso con il marito di questa sua migliore amica. A volte si toccavano, lui le palpava il seno e lei gli metteva le mani sulle palle, tutto questo sotto gli occhi della moglie, la migliore amica. La prima volta che vidi questa scena, rimasi scioccata e disgustata, la mia matrignia disse che era normale e che erano gesti di affetto, eppure la cosa mi disturbava. Tuttavia quando mi trovai a casa loro per un mese in estate e lui allungava le mani, io stavo in silenzio, facevo finta di bermi la storia dell’affetto, in fondo lui aveva 57 anni e io neanche 12, forse era una forma di affetto per davvero. Ma qualcosa non quadrava, se erano davvero solo segni di affetto perchè aspettava che la moglie non ci fosse per mettermi le mani sul seno e nelle mutandine? Non mi piaceva ed ero sempre tesa, avevo paura di rimanere sola con lui e se la moglie usciva di casa per qualche ragione, io cercavo di andare sempre con lei. Una mattina mi alzai e lei non c’era, era appena uscita e io ero sola in casa con lui, mi fece mettere sulla poltrona e mi fece spogliare. Ero terrorrizzata e pensavo che se lo lascaissi fare avrebbe poi smesso, ma era troppo pesante, non si limitava ad allungare le mani. Gli dissi che dovevo andare in bagno ma che sarei tornata subito, lui mi lasciò andare, credeva davvero che sarei tornata. Mi chiusi a chiave in bagno e ci rimasi fino a quando non tornò la moglie, passò un’ora e mezza. Lui veniva a bussare di tanto in tanto per farmi uscire, ma non mi muovevo. Pochi giorni dopo il mese finì e i miei mi vennero a prendere. Era finita. Non raccontai mai a mio padre cosa successe, sapevo che non mi avrebbe protetta e che mi avrebbe dato la colpa.”

Genoveffa ci confida che teme che questa esperienza l’abbia danneggiata in qaulche modo, ci racconta di aver sempre avuto un atteggiamento di distanza con la sua sessualità e ritiene che la causa siano gli abusi subiti durante quel mese infernale.