Croce e delizia, è una realtà.

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“Croce e delizia”, non si tratta solo di una dimostrazione di quella che piano piano diventa una realtà attuale, ma trovo che rimetta in discussione la scarsa qualità del cinema italiano.

Jasmine Trinca interpreta Penelope figlia di Tony.

Un’interpretazione italiana con una punta hollywoodiana, cinema con una recitazione teatrale, ma per nulla ostentato; intrigante coinvolgente sullo sfondo di una sceneggiatura, diciamocelo, con risvolti tipicamente anglosassoni che trattano di un tema più “ingle-americano” che italiano: omosessualità, dichiarata per giunta.

Cinema italiano, aperto dunque. Recitazione straordinaria concorrenziale agli artisti dei tempi passati che hanno portato il cinema italiano nel mondo, un cinema ora perduto che si ritrova pian piano anche con questa pellicola.

Novità che si affianca al tema trito e ritrito delle differenti e molto lontane stratificazioni sociali. Alto borghesi e proletari si scontrano, per non parlare della loro componente socioculturale. Da un lato abbiamo la famiglia di Tony (Fabrizio Bentivoglio), personaggio raffinato che per professione fa il mercante d’arte, dall’altra vi è Carlo (Alessandero Gassman) di origini decisamente più umili ed una formazione molto più semplice all’opposto di una cultura artistica. Eppure se nel caso di Tony il concetto di famiglia assume un significato molto ampio che si discosta totalmente dalla famiglia tradizionale – non certo per l’orientamento sessuale di Tony – ove l’unità e l’amore famigliare sono sconosciuti, nel caso di Carlo la famiglia è tutto, vuoi per il lutto materno che l’ha profondamente segnata e messa in condizioni di stringersi tra loro, vuoi per la sua tradizionalità radicata.

La famiglia di Tony accetta facilmente l’annuncio del suo matrimonio con Carlo, ma non tutti. Penelope la primogenita, non riesce a farsene una ragione e decide di “far zompà er matrimonio” e cerca di coinvolgere in questo piano il figlio di Carlo. Qui Italia e America si scontrano e si fondono, perchè il fatto di boicottare il matrimonio è tipico di una sceneggiatura americana ma quello di opporsi a questa machiavellica idea come fa Sandro di fronte alla richiesta di Penelope di aiutarla, è più tipicamente italiano.

Alla scoperta della omosessualità di Carlo il quale non solo si dichiara gay ma addirittura sta per sposare un uomo, la sua famiglia è decisamente meno aperta.Tutti sono sconvolti, chi si sente male, che è disgustato, chi non ci capisce niente.

Recitazione, produzione americana, temi più o meno attuali, ma è necessario portare l’attenzione ad un’aspetto importante di questo film: sebbene le famiglie siano di astrazione sociale molto diversa, si completano e si uniscono. La famiglia di Tony elitaria e raffinata, è più aperta al tema dell’omosessualità riuscendo ad ammorbidire anche la famiglia di Carlo in tale frangente; all’opposto la famiglia di Carlo ha le sue fondamenta nel valore della famiglia in senso stretto: unione, sostegno reciproco, si radicano in una famiglia ove l’indifferenza e “ognuno fa da sè”, avevano regnato fino a poco prima. Questo il centro della trama, il fulcro attorno al quale tutto ruota. Non soffermatevi alla trasgressività dei baci fra due uomini, non lasciate che il pregiudizio precluda la visione di questo film, c’è da imparare da questa storia. Potente nei valori e la loro tradizionalità ma aperta su temi forti e diffcili, non si lascia intimorire da questi e la loro contravvenzione.

Lasciatevi travolgere da questo film, siate svegli e sottili e alternerete le risate allo stupore.

Famiglia, omossessualità, chi l’ha detto che il sacro e il profano non possano andare d’amore e d’accordo?