L’ufficiale e la spia

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J’accuse avrebbe dovuto intitolarsi l’ufficiale e la spia scritto da Robert Harris, che riporta all’attenzione dello spettatore, attraverso il binomio cinematografico con Roman Polanski il caso Dreyfus che sconvolse l’opinione pubblica del 900.
Un binomio vincente già protagonista in gostwriter.

 

Il nostro il film di oggi è un campo lungo con la pioggia battente ed è già Polanski. Le immagini taglienti della degradazione di un uomo troppo onesto e antipatico al sistema sacrificato da uno stato militarizzato e antisemita la Francia del 1894. Questo è l’affaire Dreyfus la verità e la falsificazione che si rincorrono,lo Scandalo,la perdita dell’innocenza del popolo. La politica che uccide la giustizia.
La novità di questa trasposizione sta nella narrazione degli occhi dell’uomo di stato e grande accusatore Picquart, che crede fortemente nella sua realtà fino a distruggerla davanti alla consapevolezza che i suoi valori erano merce guasta e lui un burattino dei Generali.
In tutto questo la presenza poetica di immagini colore seppia direttamente dai giornali dell’epoca e passaggi di arringhe in tribunale che ne fanno un giallo perché di questo si tratta. L’affaire si dipana tra intrighi e spie attraverso una fine lunga più di 10 anni.
J’ACCUSE di Emil Zola scritto all’epoca sul giornale l’aurore per difendere Dreyfus..uno stralcio..

….Signor Presidente e volontariamente mi espongo….Chi accuso sono spiriti di mal costume sociale e l’atto che io compio un mezzo per accelerare la verità e la giustizia…in nome dell’umanità che ha sofferto e che ha diritto alla felicità.

Al di là degli scandali in qui è coinvolto il regista sicuramente possiamo dire che è un film ma anche un messaggio del suo pensiero che si dipana in questa pellicola intensa con un Picquart magistralmente interpretato da Jean Dujardin. Sicuramente una visione corposa che al di là dei premi attraversa le coscienze e risveglia il pensiero.

– Barbara –