Streamin online e nuove piattaforme

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Il mondo delle piattaforme online per lo streaming di film e serie tv, è andato ingrandendosi a dismisura negli ultimi 2 anni. Mai come in questo 2020 ci siamo ritrovati ad utilizzarle per compagnia nel nostro Lockdown.

Netflix è stato il primo servizio nel nostro paese. Una roccia e nel tempo tantissimi contenuti. Un prezzo molto accessibile ( soprattutto se condiviso) e una discreta alternanza di film tra nuovi e più vecchi. Tantissime sono le produzioni originali che vengono rilasciate mensilmente. A parere mio troppo spesso queste produzioni sono concentrate sulla quantità e meno sulla qualità, tanto è vero che molte produzioni passano inosservate. Dobbiamo anche dire che ci sono titoli di grande impatto: La casa di carta, Elite, Stranger Things, Sex education ecc…Da questo punto di vista la Spagna batte Italia e Usa.

Il secondo nato è il Colosso di Amazon, Prime Video. La caratteristica principale è di essere gratuito per tutti gli abbonati Prime o comunque a 36 euro anno si ha un accesso illimitato. Prezzo ottimale, anche se i contenuti sono molti meno rispetto a Netflix. Anche Amazon sta producendo tantissimo per la sua piattaforma. In questo articolo però vogliamo parlavi soprattutto del nuovo nato.

DISNEY PLUS

Cinque macro categorie, tutte molto importanti anche se ovviamente quella Disney la fa da padrone. Il paradiso per tutti bambini, ma anche tanta offerta per i grandi! Oltre ai grandi classici di animazione che conosciamo tutti, troviamo i nuovi film e le serie Disney provenienti dal Disney Channel.

Ritroviamo anche la parte anni 90 delle casa produzione Touchstone Pictures e alcuni film della 20Th Century Fox che da poco è stata assorbita dalla casa di Topolino. Per i più grandicelli ci sono anche i film classici dell’infanzia

Parliamo dei film come: L’isola del Tesoro, Il cowboy con il velo da sposa, Pollyanna, Il gatto venuto dallo spazio, Herbie il maggiolino ecc.. per molti dei quali sono stati poi realizzati i vari remake negli anni 90/2000 Un bel archivio per riscoprire questi classici a volte difficilmente recuperabili. Per tutti gli appassionati di fumetti, un mondo Marvel a vostra disposizione! Per i più che amano la fantascienza, il grande franchise Star Wars. Infine il mondo National Geographic. Il menù è stato certamente ben composto e pensato per raccogliere i gusti dei più, anche il prezzo molto competitivo di 6,99 euro mese o la possibilità di un abbonamento annuale a 69,99 euro. Anche in questo caso si può condividere l’abbonamento con la possibilità di ulteriore riduzione dei costi. Abbiamo di che tenerci compagnia per mesi e mesi, riscoprendo film mai visti o rivedendo i più belli o sperimentare su nuovi gusti.

Questi 3 servizi insieme non si avvicinano nemmeno come costi alla piattaforma Sky, questa è la cosa più interessante, dando la possibilità a tutte le tasche di poter veramente avere il meglio in alta qualità direttamente su tutti i devices.

Disney Plus come ultima arrivata, ha avuto il vantaggio di prendere il meglio dei due competitor per la forma grafica e di fruizione che risulta quasi identica a quella Netflix. Vedremo come queste 3 piattaforme trasformeranno il loro futuro sulla base delle nostre scelte.

– Michele –

ComiCon Lucca. Convention o mercato?

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Orbene, dopo anni di imprevisti, sono riuscita ad andare alla tanto sospirata convention dei fumetti che si tiene ogni anno a Lucca

 

Cominciamo con il dire che la prima impressione è stata positiva, gli stand e i padiglioni erano sparsi per il centro della città e Lucca è una città caratteristica da visitare, quindi se avete voglia di camminare, oltre che visitare gli stand potete anche ammirare la città protetta entro le sue mura medioevali.

Questa prima buona impressione ha lasciato subito il posto alla delusione. Il primo stand che incontro sulla mia strada è quello della Warner Bros, vogliamo farcelo scappare? Certo che no, due ore di coda, ascendente e trepidante emozione lasciano il posto alla delusione più disarmante una volta entrata. Stand puramente dedicato alla vendita di gadget a tema, e se credete di usufruire di sconti convention, vi sbagliate di grosso!

Triste e sconfortata, bagnata dalla pioggia battente (quando cerchi un marocchino che vende ombrelli non lo trovi mai) mi muovo verso gli altri padiglioni, il primo che incontro è quello dei fumetti generici, non c’è molta coda ma una volta entrata anche qui non era niente di più che vendita di albi, rari o meno, non credo.

 

 

Ritorno sotto la pioggia alla ricerca del padiglione della Sergio Bonelli, leggo Dylan Dog dall’età di 8 anni, non posso perdermelo. Finalmente qualcosa che non sia strettamente finalizzato alla vendita, in questo stando potete acquistare albi ma anche farvi firmare il vostro numero dal disegnatore o sceneggiatore che a turno sono lieti di conoscere i loro fan.

Ho pensato che le cose volgessero al meglio ma mi sbagliavo.

MI recavo verso la parte dedicata ai fumetti giapponesi, per scoprire che anche qui potete solo acquistare neanche albi rari o che vi siete persi, ma giocattoli.

Ora, ho frequentato poche convention, e tutte di cinema, però la finalità era conoscere gli attori, assistere ai panel. In questo caso lo scopo era puramente commerciale, vendere, vendere, vendere. Non che mi aspettassi di trovare Di Caprio nello stand della Warner ma magari uno schermo con il/i trailer dei prossimi film in uscita ai quali associare un buono sconto per la prima al cinema, ad esempio. La vendita di qualcosa che normalmente non troveresti da altre parti o su internet, o almeno ad un prezzo che valga la pena e non acquistare il lego di Harry Potter e scoprire che lo vendevano al reparto giochi del supermercato vicino casa a ben 10€ in meno.

Vorrei poter dire che almeno ho visitato la città, ma pioveva a dirotto, e dopo la pesante frustrazione accumulata coda dopo coda, sono fuggita prima ancora che si facesse tardo pomeriggio. Rincasata al caldo asciutto della mia stufa a legna appena fatto buio.

Alla fine non ho visto niente di più che un mercato, solo con bancarelle più grosse e riparate dalla pioggia. Loro!

 

 

Le mie più umili scuse! Ho preso un granchio.

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Eh già, molti pensano che io sia una sputasentenze e giudice integerrimo, ma in realtà scrivo questo articolo per esprimere le mie più umili e sentite scuse riguardo ad un articolo che ho scritto qualche tempo fa. Ve lo ripropongo per rinfrescarvi la memoria.

https://comepiaceavoi.wordpress.com/2016/05/15/994/

Questo articolo trattava di come fosse caduto il basso il buon gusto e la professionalità di due importanti testate giornalistiche cinematografiche che, attraverso vignette volgari e disgustose, criticavano il film “Nonno scatenato”

nonno-scatenato

con Zac Efron

zac-efron

e Robert De Niro, beh per questo non inserisco foto perchè se non lo conoscete allora nulla nel mondo del cinema non ha più senso.

La trama oggetto di critica è semplice, il nonno pazzoide, a seguito della morte della moglie, trascina il nipote serio ed inquadrato, in un viaggio sfrenato che gli farà riscoprire il sapore della vita incluso quello di sacrificarsi per realizzare un sogno. Trama trita e ritrita non trovate? Tuttavia credo che se raccontata bene, forse potrebbe anche funzionare, ma ho paura  che non sia questo il caso.

La volgarità è ostentata al punto da disgustare, non stiamo parlando di qualcosa sullo stile di American Pie dove il malcostume  è dosato in maniera corretta e diverte, qui si assiste all’auto dissacrazione di un mostro sacro quale Robert De Niro. Per capire di cosa parlo date un’occhiata alle vignette che trovate nell’articolo attraverso il link sopra citato, non sono le vignette ad aver esagerato, al contrario   purtroppo non fanno altro che riportare alcune sequenze del film limitando ad una satira critica.

Ora la domanda è: ma perchè De Niro ha accettato un simile copione? Perchè ha interpretato questo personaggio degradandosi? Ok l’ha fatto per divertirsi, per non impegnarsi in ruolo troppo “impegnato”. Beh io spero che si sia davvero divertito almeno lui.

Con questo porgo le mie scuse alle testate da me criticate Ciak Best Movie in quanto al tempo trovai le loro vignette estremamente volgari e di cattivo gusto oltre che scarsamente professionali, invece non fecero altro che adattarsi alla bassa qualità del film, ora so che le scene  che si susseguono da frame in frame all’interno della vignetta, non sono altro che scene tratte dal film adeguatamente criticate all’interno della cornice fumettistica, sì forse qualche parolaccia in meno non guastava, tanto ce ne sono così tante nel film da compensare ampiamente.

Alla fine mi fa piacere saper di aver sbagliato giudizio, la professionalità e la gloria delle riviste Ciak Best Movie è intatta.

Daredevil, la serie punta di Netflix

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Dal mese di Ottobre 2015 è arrivato in Italia il servizio di Netflix, come tutti gli appassionati di serie sanno bene. I titoli di punta sono, ovviamente, le loro produzioni originali. Prima fra tutte, la serie Daredevil

Brevemente vi espongo la trama: Matt Murdok è un giovane avvocato che, da bambino, a causa di un incidente stradale, viene a contatto con una sostanza chimica che lo rende completamente cieco. Però Matt possiede capacità particolari dovute allo sviluppo degli altri sensi e da un allenamento molto speciale. Il protagonista diviene, così, avvocato di giorno e giustiziere di notte. Questo perchè la sua città, Hell’s Kitchen, è totalmente in mano alla corruzione ed alla decadenza. Il suo socio Foggy, è stato il suo compagno sin dal college ma, almeno inizialmente, non conosce il suo segreto. La sua nemesi in questa prima serie è Wilson Fisk, che rappresenta tutto ciò che di marcio c’è nel mondo.

Vincent D’onofrio grandissimo interprete del “Villain”, è assolutamente perfetto e impeccabile nel ruolo dello spietato Fisk. In aiuto a Matt e Foggy c’è la nuova segretaria dello studio legale: Karen Page. La donna è stata salvata da una causa proprio da Matt che,  dopo averle offerto occupazione per aiutarla, ne conquista subito la fiducia. Infine l’infermiera Claire, trova per la prima volta Matt picchiato e sanguinate in un cassonetto e lo ricuce alla meglio per rimetterlo in piedi. Tra i due nascerà una relazione.

Quello che mi piace di questa serie sono le ambientazioni gotiche e decadenti che si adattano in maniera perfetta alla storia. Il personaggio di Daredevil, poi, rispetto all’omonimo film di qualche anno fa, ci presenta la trasformazione di Matt. Fin dal principio, infatti, è  una sorta di vendicatore notturno bendato e vestito di nero; ben lontano, quindi, dal super eroe con costume che si conosce cinematograficamente. E’, probabilmente, la costruzione del suo personaggio e di come diventerà Daredevil che ne fa la differenza.

Oltre al bravo protagonista c’è il fedele amico Foggy (Helden Henson) che, se all’inizio pare una spalla, ben presto diventerà un personaggio forte e insostituibile. La serie si fregia della vincita di due Emmy Awards. La seconda stagione sarà, ben presto, disponibile su Netflix in esclusiva. Se volete vederlo potete usare i 30 giorni di prova gratuita fornita dal servizio; vi serve solo una linea internet e qualunque supporto per la visione. Le riprese si sono svolte nelle periferie della grande mela: Brooklin e Long Island, mentre per la seconda stagione si sono spostati inizialmente ad Harlem. Se pensate che questa serie sia una produzione minore perchè non proviene dai grandi canali generalisti americani, siete proprio fuori strada! Netflix non ha nulla da invidiare alle produzioni delle grandi reti CBS, FOX, NBC; anzi, siamo certi che daranno loro battaglia sulla concorrenza.

Voi che cosa ne pensate?

– Michele –

Falsi cattivi, il cinema

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Tutti voi ricorderete i mie articoli su quelli che definisco falsi cattivi,

ossia quei cattivi resi tali dall’assenza di amore. Abbiamo visto Lex Luthor, Damon in The Vampire Diaries (il mio preferito), Chuck Bass.

Orbene, vorrei trattare i falsi cattivi nel cinema.

Partiamo con Magneto.

magneto

Se avete visto X-Man le origini, saprete che le abilità di Magneto vennero scoperte durante la seconda guerra mondiale in un campo di concentramento. Alcuni tedeschi fiutano i poteri di colui che diventerà Magneto e lo spingono a dare loro una dimostrazione. Come? Gli uccidono la madre davanti agli occhi portandolo alla rabbia estrema. Gli oggetti cominciano a volare ovunque e i militari tedeschi lo guardano con soddisfazione, sognando chissà quale vittoria con a disposizione un’arma simile. Sappiamo poi che Magneto con il tempo riuscirà a domare i suoi poteri, che spesso userà con lo scopo di acquisire lui stesso sempre più potere. Forse è per questo che Magneto è ossessionato dal potere, forse se avesse lui in mano il potere, nessuno potrebbe più fargli del male o farne a  chi vuole bene. Che ne pensate?

Iceman, qualcuno se lo ricorda?

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Interpretato da Arnold Schwarzenegger, era il cattivo del film Batman il ritorno. Iceman terrorizza la città facendo rapine ovunque, in particolare a gioiellerie e durante serate di Gala, al fine di raccogliere i diamanti di cui ha bisogno per poter alimentare le macchine che creano il ghiaccio congelante. Con questi marchingegni spera di congelare e ricattare Gotham allo scopo di ottenere i finanziamenti per la sua ricerca. Ed è questo il nocciolo della questione. Iceman non è nato cattivo, al contrario era un brillante scienziato innamorato di sua moglie la quale purtroppo, contrae una rara ed incurabile malattia. Così Il nostro scienziato decide di ibernare sua moglie bloccando la mattia e nel frattempo trovare una cura. Non saremmo tutti ricorsi a sotterfugi da criminali pur di salvare l’amore della nostra vita? E già che ci siamo trovare una cura per una malattia classificata incurabile?

Robert Callaghan, ce l’avete presente? E’ il cattivo in Big Hero 6

Robert Callghan all’inizio si presenta come la figura del genio ed investitore su giovani talenti. Hero riesce a sbalordirlo con una sua invenzione ma Callaghan fingerà la sua morte per rubare l’invenzione a Hero e usarla per vendicarsi del suo ex-socio Alistair Krei. Perchè uno stimato scienziato dovrebbe fare tutto questo? E’ molto semplice, durante un esperimento di teletrasporto la sua figlioletta adorata rimane dispersa ma Callaghan è convinto che sia morta, e crede che per placare il suo dolore sia necessario vendicarsi su Alistair, fautore dell’esperimento in cui la figlia di Callaghan quasi ci lascia le penne. Vogliamo fargliene una colpa?

Il cattivo tra i più classici: Dracula.

dracula

Il guerriero a servizio di Dio, è famoso per la capacità di sterminare ed impalare i sui nemici. Questi per tutta vendetta fanno credere alla sua amata Elisabetta che il suo consorte il conte Vlad (Dracula) sia morto in battaglia, per il dolore insopportabile la poveretta si suicida. Non appena avvenuto a conoscenza della tragica dipartita, il conte Vlad trafigge la croce, quella croce per la quale tanto aveva combattuto e che ora la ritiene responsabile della tragica morte di Elisabetta. Dalla croce infilzata sgorga sangue che il conte beve, diventando Dracula il vampiro.

Infine, falsi cattivi al femminile: Maleficent

maleficent

Conoscete tutti la favola della Bella addormentata nel bosco . Aurora, principessa figlia di re Stefano e consorte, è vittima di una maledizione lanciata da Malefica, secondo la maledizione Aurora cadrà in un sonno profondo il giorno del suo sedicesimo compleanno e solo il bacio dell’amore la risveglierà. In questa favola alternativa vediamo com’era Malefica prima di diventare come la conosciamo noi. Una strega dark in senso stretto del termine. Prima di diventare così, Malefica era una fata buona dotata di splendide ali, queste gli permettevano di sorvolare la terra in cui viveva e proteggerla. Un giorno Malefica conosce un ragazzo di nome Stefano, e lei proverà amore per lui il quale però presto l’abbandona. Con gli anni Malefica cresce e dimentica, mentre Stefano invece diventa affamato di potere al punto di accettare una terribile sfida: barattare le ali di Malefica con il regno di un re sull’orlo del trapasso e senza eredi. Stefano taglierà le ali a Malefica durante il sonno e avrà così il regno che tanto agognava. Malefica mutilata delle sue preziose ali e con loro di tutto ciò che di buono c’era in lei, decide di vendicarsi lanciando su Aurora la maledizione del sonno eterno e dando vita alla favola che tutti conosciamo.

– Isabella –

Sergio Bonelli Editore filosofia di un sogno

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Lunedì 11 maggio, ho avuto il privilegio, grazie alla cortese disponibilità del Sig. Gualdoni, di vistare la redazione della Sergio Bonelli Editore

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Per chi non lo sapesse, la Sergio Bonelli Editore, è la più importante e grande casa editrice d’Italia,madre di Tex e Dylan Dog mio unico grande eroe

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Ero emozionata, lusingata e onorata di conoscere lo staff e come si crea un fumetto, e se pensate che la cosa sia semplice, vi sbagliate di grosso.

Un fumetto non è solo una storia, ma è creatività tra sogno e leggenda, manualità artistica, sapiente conoscenza del disegno e delle sue tecniche.

Molto si gioca sulla sceneggiatura. A differenza del cinema, questa è più descrittiva e definita, sì perché se mentre nel cinema una sceneggiatura può essere modificata a piacimento dal regista, o in fase di montaggio, nella fumettistica questa è preciso copione di ogni vignetta, con dialoghi e descrizioni che sono definitivi rispettando, nel caso di Dylan Dog, il numero di 94 pagine. Lo sceneggiatore quindi, dovrà intavolare la storia trovando un equilibrio tra la stessa e il numero di pagine, e se la prima è adattabile il numero di pagine non lo sono.

La sceneggiatura è il punto di partenza per tutti coloro che lavoreranno successivamente al fumetto per questo è necessario parsimonia e precisione, in modo da dare agli altri direttive chiare sulle quali articolare il lavoro; essa si suddivide in tavole che riportano le vignette che verranno poi distribuite sulle pagine.

I disegnatori trasformeranno la sceneggiatura in immagini tenendo presente dello spazio riservato alla “pipetta” che è l’area dove vanno inseriti i dialoghi. I disegni vengono poi modificati se necessario per eliminare eventuali difetti o far collimare dialoghi e immagini. I letteristi inseriscono i dialoghi nello spazio apposito. Il tutto è gestito in digitale e nell’era del digitale ci si domanda quale sarà il futuro del fumetto e la Sergio Bonelli Editore sta valutando la questione. Ormai una versione digitale è quasi inevitabile ma volete mettere con il profumo del fumetto stampato che si assapora pagina dopo pagina? L’obiettivo è far convivere carta e digitale, e non crediate che il digitale sarebbe una soluzione anche per un inferiore spreco di carta  e quindi meno alberi selvaggiamente tagliati, sì perché la Bonelli è già molto attenta a questo in quanto aderisce al programma della P.E.F.C., ossia la garanzia che la carta che la Bonelli usa per i propri fumetti, arriva da alberi di foreste gestite in maniera sostenibile ( PEFC ) e se ancora non bastasse a dimostranza della sensibilità della casa editrice, ogni anno la Bonelli Editore lancia campagne contro l’abbandono degli animali con protagonista Dylan Dog.

Veniamo a ciò che davvero mi è rimasto nel profondo della Sergio Bonelli Editore. Innanzi tutto, quando scrissi la prima volta alla redazione, non sognavo nemmeno aprissero la busta, ed invece non solo il Sig Gualdoni mi ha risposto ma è nata una vera e propria corrispondenza, dove ci scambiamo opinioni in merito agli albi. Dove ho chiesto consiglio per i miei progetti, approdato ad un incontro. Non credo siano molte le case editrici con simili disponibilità anche meno importanti, e non finisce qui: appena arrivata mi hanno accolto con gentilezza, il clima che si respira è oltremodo informale. Con il sorriso stampato sul volto, mi pregavano di dare del tu, tutti, ma proprio tutti sono stati gentili e lieti di rispondere alle mie domande mostrandomi il loro lavoro e illustrandomi le varie fasi. Tenete presente che sono capitata in pieno lunedì lavorativo eppure l’aria era rilassata, e non si sentiva affatto il peso delle scadenze legate alle uscite degli albi.

Il Sig. Gualdoni…scusate…Giovanni, mi ha spiegato che è importante mantenere un ambiente cordiale, informale e soprattutto amichevole, questo favorisce la buona collaborazione affinché tutti cooperino alla creazione del prodotto, un ambiente lavorativo migliore crea un prodotto migliore.

Poi la mia attenzione viene attirata da qualcuno che dice: “Ah Davide…” ed è proprio lui Davide Bonelli, erede della Sergio Bonelli Editore, e mi scappa la lacrima di emozione, mi stringe la mano e si presta persino per una foto.

Ed ecco la ricetta per la filosofia di un sogno. Ingrediente più importante? Il clima famigliare!

-Isabella –

Arrow terza serie, qualcosa di nuovo

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Orbene, ci eravamo lasciati con diversi quesiti in merito alla serie “Arrow”  ( vedi articolo pubblicato il 10/11/2014 “Arrow, un eroe senza superpoteri, seconda serie) e dato risposta ad altri.

Arrow -- "The Brave and the Bold" -- Image AR308b_0048b -- Pictured (L-R): David Ramsey as John Diggle, Audrey Marie Anderson as Lyla Michaels,  Stephen Amell as Olliver Queen/The Arrow, and Colton Haynes as Roy Harper / Arsenal -- Photo: Cate Cameron/The CW -- © 2014 The CW Network, LLC. All Rights Reserved.

Per quanto riguarda l’interpretazione di Stephen Allen, Stephennell’ultimo articolo affermavo che questa non era particolarmente eloquente a causa del tipo di personaggio interpretato, ma oggi, dopo aver seguito tutte e tre le serie, temo di dover smentire tale affermazione e mi sento piuttosto sicura nell’affermare che, secondo il mio modesto parere, Stephen Allen (Oliver Queen) abbia una capacità interpretativa piuttosto bassa. Le sue espressioni non trasmettono emozione, per la maggior parte delle conversazioni la sua voce è piatta fedele al copione e priva di improvvisazione. Probabilmente la mia opinione è da prendere relativamente in considerazione  dato che non sono un esperta, ma provate a dare un occhiata e ditemi cosa ne pensate. Tuttavia voglio ancora lasciare il beneficio del dubbio al nostro Stephen e valutarlo meglio in un’altra interpretazione.

La seconda stagione dava per incerta l’alleanza tra Thea Thea_Queene Arrow, ma ora sono lieta di affermare che c’è un profondo legame tra i due fratelli al punto che diventeranno “colleghi”  e Oliver battezzerà Thea con il nome di Speedy.

Per quanto riguarda l’aspetto più sentimentale, pare che dopo il tira e molla tipico dei rapporti con i supereroi, sempre tormentati dalla paura che legarsi a qualcuno sia pericoloso per l’oggetto amato, finalmente Oliver e Felicity images suggellano il loro amore.

E veniamo ora a quelle che secondo me sono le caratteristiche fondamentali della serie. Innanzi tutto i miei complimenti agli sceneggiatori per riuscire a legare magistralmente i flash back con la storia ambientata ai giorni nostri. Credetemi se vi dico che non è affatto facile equilibrare passato e presente che si alternano tra loro, l’uno è complementare all’altro ed esplicativo, è difficoltoso non creare confusione e chiarire la trama, pensate a “Lost”, non so voi ma io ho resistito fino alla  terza serie, dopo ho mollato, gli eccessivi flash back erano lunghi e tediosi, invece che spiegare l’evento che viene narrato spesso creavano confusione proprio per il loro numero elevato.

L’altra caratteristica per me unica della serie, è l’imprevedibilità. Chi segue cinema e serie tv, è abituato ad uno svolgersi della trama che a volte non lascia spazio ai colpi di scena, proprio perché ormai tutto è stato provato, ogni tipo di finale, ogni risvolto della storia. Beh “Arrow” vi stupirà  e lo farà di continuo, chi si aspettava che Thea avrebbe ucciso Sarah? O che Arrow si sarebbe preso una vacanza? Senza contare tutto il resto. Perciò se davvero volete vedere qualcosa di mai visto, qualcosa che davvero vi lasci sorpresi, fatevi una bella maratona di Arrow.

Big Hero Six, un eroe coccoloso e rassicurane

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Se pensavate che con Frozen avevate imparato tutto sull’amore fraterno, beh vi sbagliavate di grosso! Ecco che spunta “Big Hero Six”big.

Stiamo parlando di due fratelli orfani che vivono con la loro spumeggiante zia (che ama loro come dei figli). Hiro ha 14 anni ed ha un talento per la robotica eccezionale ma invece che impiegarlo in maniera responsabile, lo usa per divertirsi e fare soldi nelle lotte clandestine tra robot. Tadaschi è suo fratello maggiore, anche lui è portato per la robotica e studia all’università presso la quale ha libero accesso al laboratorio. Tadashi spicca per responsabilità e generosità ed è perfettamente consapevole che il fratellino sta rischiando di gettare via la sua vita, ma come fare per far ragionare un adolescente? Pensate che gli abbia fatto un bel discorsetto persuasivo? Lo abbia chiuso in casa? Niente affatto lo accompagna alle lotte clandestine e dopo averlo salvato dai guai, non lo riaccompagna a casa assaporando la soddisfazione che si cela nelle parole: “io te lo avevo detto”, lo porta al laboratorio dove lavora e gli mostra a cosa sta lavorando.

Si tratta di una sorta di infermierebaymaxdi nome Baymax. Il prodigioso robot dall’aspetto “rassicurante e coccoloso” percepisce, attraverso uno screening, cosa non va nel tuo corpo, e nel tuo stato d’animo suggerendo il trattamento. Hiro rimane estasiato da questo e decide di entrare all’università dove studia suo fratello, superando una dura prova: cercare di inventare qualcosa di strabiliante. Hiro inventa…..perchè raccontarvi la trama? Noi teniamo ai nostri lettori e non voglio rovinarvi la sorpresa e la suspance, perchè credetemi se vi dico che quando ho selezionato il film la mia unica intenzione era di tenere il volume basso e dormire beatamente (che posso farci se il suono della tv mi rilassa?) ma non ci sono riuscita, i miei occhi sono rimasti incollati allo schermo, completamente rapita dalla storia. Di conseguenza non voglio tediarvi con una mera descrizione della trama, quella la trovate anche su Wikipedia, ma vi dirò ciò che ho colto e l’arricchimento che ho tratto da questo film.

Tadashi, il fratello maggiore, è mosso da amore puro per il prossimo, costruire Baymax è stata una vera impresa, ma lui non si da per vinto perchè Baymax potrebbe dare un contributo importante all’umanità, e dopo svariati tentativi (mi sembra oltre gli ottanta) Tadaschi riesce nell’intento. Ecco il primo concetto importante: non rinunciare ai propri sogni, è la perseveranza che conta e se fallite, beh cambiate piano e riprovateci!

Tadaschi mostra la retta via al fratello (ed ecco l’amore fraterno), non lo convince, non lo persuade, non gli pone una scelta, ma gli mostra un’alternativa e Hiro coglie al volo l’opportunità, purtroppo sappiamo che la vita spesso ci mette a dura prova, e a Hiro viene sottratta la ragione per percorre tale via ma ancora una volta sarà suo fratello a riportarlo sulla giusta carreggiata e a ritrovare il giusto obiettivo, come? Posso solo dirvi che in qualche modo, Tadaschi utilizzerà Baymax e se anche alla fine le cose non vanno esattamente come volevamo e prendono una strada differente, beh ci accorgeremo che, percorrendo questa nuova strada, non è poi così male e forse forse…ci piace anche di più!

Con affetto a tutti voi.

Dedico ancora una volta questo articolo al mio fratellone Tato

Marketing o necessità di cambiamento?

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Penso che molti di noi abbiano un eroe preferito, io ce l’ho da quando avevo sette anni, ma se state pensando a qualche personaggio con super poteri arrivato da un altro pianeta, o un ragazzino venuto a  contatto con qualche insetto geneticamente modificato che gli ha fornito capacità soprannaturali, o scienziati che hanno subito modificazioni genetiche a causa di esperimenti andati male, vi sbagliate di grosso.

Il mio eroe non ha alcun potere particolare se non talento per le indagini, è vegetariano, astemio, non fuma, non dice parolacce, soffre di vertigini, claustrofobia, mal d’aria, mal di mare.  E’ per questo che è un eroe, combatte i cattivi senza alcun superpotere che lo possa aiutare, affronta le sue paure e le sconfigge, conforta e difende i deboli, aiuta i bisognosi. Eccolo qua:download Sorpresi? Io lo sarei.

Ora, per chi non lo conosce, Dylan Dog è uno dei fumetti di punta della Sergio Bonelli Editore. Si tratta di  un investigatore, ma non un investigatore qualunque, lui indaga su casi che hanno del soprannaturale anche se questi spesso si intrecciano con la vita reale e portano a catturare colpevoli più che reali, umani, o meglio, disumani.

Con Dylan collaborano Groucho la_pistolail suo fedele e bizzarro assistente, e quando dico fedele lo dico nel senso più stretto che ci possa essere, in quanto il poveretto non percepisce un quattrino da Dylan, non certo per cattiveria ma perchè anche Dylan a sua volta guadagna davvero poco e spesso non ci paga nemmeno le spese, e l’ispettore BlochIspettore-Bloch1, il quale prova un affetto per Dylan a dir poco paterno. Sempre sull’orlo della pensione che però per qualche ragione gli sfugge di albo in albo. Loro sono al fianco di Dylan fin dal primo albo il 26 settembre del 1986.  Dylan non sarebbe Dylan senza di loro, perciò spiegatemi, com’è possibile che Bloch sia veramente andato in pensione? Sì è proprio così, Bloch non collabora più con Dylan da un paio di mesi, il sovrintendente gli ha finalmente concesso la pensione e Bloch si è ritirato  lontano dal caos londinese. All’inizio pensavo che si trattasse solo di un albo e che avrebbero fatto ritornare al suo posto l’ispettore Bloch, revocandogli la pensione in qualche modo già dalla storia successiva. Ma non è stato così.Al suo posto c’è l’ispettore Carpenter, freddo e distaccato darà del filo da torcere a Dylan. Bloch lo si vede di tanto in tanto in veste di amico che Dylan saltuariamente va a trovare.

Un tale cambiamento stravolge l’impostazione del fumetto stesso. Mancherà quell’alone di amore paterno che silenzioso se ne stava sullo sfondo dei frame in cui Dylan e Bloch passeggiavano nel parco o bevevano al pub.

Chi tirerà Dylan fuori dai guai quando questi non seguirà perfettamente la prassi investigativa? Chi consiglierà Dylan?

Non ci sarà più la sua seriosa ironia celata dall’incapacità di un ispettore di polizia di sopportare la vista del sangue e che si sente male al solo sentir parlare di autopsia.

Groucho e Bloch forniscono al fumetto un umorismo e affetto che contraddistinguono ogni albo e l’intera carriera fumettistica di Dylan Dog, perciò mi chiedo, che ne sarà ora di Dylan Dog? E non sto parlando del personaggio ma tutto il fumetto in generale, perchè un simile cambiamento? Vera necessità o manovra di marketing?

Non so davvero, rispondere e voi? Perchè a me manca l’ispettore Bloch.